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Berrettini perde ma convince
“Caviglia un po’ gonfia, ma è ok”

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Matteo Berrettini è uscito sconfitto ma non ridimensionato dal suo incontro ravvicinato con l’extraterrestre Alexander Zverev. Un tizio che non sembra di questo pianeta per la miscela ai limiti dell’incredibile tra età, continuità di rendimento, atteggiamento e sangue freddo. Eppure, il tennista italiano ha mostrato un carattere importante durante un incontro in cui ha confermato tutte le sue già note qualità, pur perdendo per 75 62. Nato un anno dopo il suo avversario, campione in carica degli Internazionali BNL d’Italia e attualmente il giocatore più in fiducia al mondo, Matteo è 100 posizioni più indietro di lui. Eppure, prima di un sonoro ruzzolone occorso sul 7-5 2-1, la differenza era stata decisamente meno evidente: addirittura, dopo appena due giochi l’allievo di Vincenzo Santopadre era riuscito in qualcosa in cui non era riuscito nessuno, in un’intera settimana a Madrid. Il 22enne romano, sceso in campo con il piglio giusto, si è infatti procurato tre palle break sul 2-1 in suo favore, grazie a un gioco tanto ordinato quanto brillante. In tutta la settimana spagnola, in cui è diventato il quinto giocatore in attività ad avere tre Masters 1000 in saccoccia (gli altri quattro è inutile nominarli), Zverev aveva infatti fronteggiato un’unica palla break. Di più: è diventato il primo giocatore a non cedere mai il servizio in un torneo vinto su terra battuta, da quando vengono tenute le statistiche ufficiali dei match (1990). La partita, per la verità, sembrava già ipotecata dal tedesco nel momento in cui Matteo ha poggiato male la caviglia (infilando contemporaneamente Zverev con un sontuoso passante di diritto). Sascha si è prontamente portato ad assistere il romano, che si è rialzato tranquillizzando avversario, pubblico e proprio team. Era già indietro di un set ed un break in quel momento, eppure la sua particolarissima combinazione tra servizio, diritto, slice di rovescio e smorzate aveva creato più di qualche grattacapo a Zverev. Era stato degno di nota, in particolare, il gioco che gli aveva permesso di portarsi 5-4, chiuso con una splendida combinazione drop-lob e in cui Matteo aveva annullato quattro palle break grazie al suo servizio di altissimo livello. Nel game successivo si è persino portato a due punti dal primo set, ma Sascha è rimasto glaciale, vincendo da quel momento 5 giochi in fila. Un filo di rammarico rimane solo per il principio di crampi che sembrava aver colto il campione tedesco nel momento del ruzzolone.

Matteo si è presentato in sala stampa, mezz’ora dopo la fine del match, con una vistosa fasciatura alla caviglia. “Potevo stare meglio, ma non va male, è solo un po’ gonfia” ha detto con un sorriso “Però mi spiace, perché mi stavo divertendo, stavo giocando a un livello alto, e da quel momento sono uscito un po’ dal match” ha detto, parlando della caduta. “Sentivo che ero in partita, stavo lottando e ciò mi dà fiducia. Il lavoro dall’Australia in avanti sta fruttando, significa che sono sulla strada buona.” ha affermato il giovane romano, non allegro ma nemmeno abbattuto.
“Zverev comunque rimane Zverev, io ancora sono solo Berrettini” ha scherzato con una risata durante la conferenza stampa, in cui ha confermato la sua splendida combinazione di umiltà, lucidità e determinazione. Il suo torneo è finito, ma la speranza è di rivederlo in campo presto e agli stessi livelli: sono già sufficienti a portarlo lontano.

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