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Berrettini troppo bello…
ma vero. E’ lui la Next Gen

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Matteo, Matteo” inneggiava il pubblico del Campo Pietrangeli nel tie break del secondo set. Era la Roma che conosce bene Matteo Berrettini, giocatore della Canottieri Aniene che sosteneva il ragazzo di casa contro Frances Tiafoe, n. 63 del mondo, uno dei Next Gen più forti del mondo.

Era la partita più ricca di motivi della giornata, per i buongustai del tennis, ed è finita in una festa, traboccante di gioia per la grande prestazione del 22 enne allenato da Vincenzo Santopadre. 6-3 7-6, due soli set nel tramonto romano ma una partita tiratissima, dove si confrontavano due probabili protagonisti al vertice di domani. Uno era di casa nostra. E si è imposto con autorità.

N. 103 del mondo, gratificato di una wild card per il tabellone principale (a compensazione morale del non averla avuta lo scorso novembre per le Next Gen Atp Finals quale primo italiano della Race to Milan), Berrettini l’ha onorata nel migliore dei modi. Lo scorso anno aveva esordito nel main draw del torneo passando dal tabellone di Pre-qualificazione. L’impatto al primo turno con Fabio Fognini era stato però traumatico: ne era stato travolto.

Questa volta l’attesa era ancora maggiore, viste le ottime prestazioni nell’inizio di stagione che gli avevano permesso di abbattere il muro dei top 100, dopo essersi qualificato per gli Open d’Australia, aver vinto il Challeger di Bergamo i primi match a livello Atp. Il 19 marzo scorso era n. 95. L’accoppiamento casuale con Frances Tiafoe, 20 anni, quarto assoluto nella ‘Race to Milan” dietro a Zverev, Tsitsipas e Shapovalov, sapeva di verifica. L’americano, allenato dall’ex pro Robby Ginepri, quest’anno ha già vinto l’Atp 250 di Delray Beach sui campi duri e ha raggiunto due settimane fa la finale sulla terra battuta di Estoril.

A che punto era il più quotato prospetto italiano, qual’era il suo livello di gioco? Probabilmente stimolato dalle prove di Lorenzo Sonego e Filippo Baldi, conterranei emergenti, Berrettini ha fatto sentire tutto il suo peso. Ha messo in campo le armi che gli hanno permesso di attraversare le paludi degli Atp Challenger con autorevolezza. Servizio bomba, spesso intorno ai 220 chilometri orari e drittone pesante a seguire, se serve. Un drittone però mai sparato a occhi chiusi di puro fisico. Una palla ben controllata. Potente, profonda e ricca di quella dose di rotazione che permette al romano (che è una pertica sottile da un metro e 93) di giocarla efficacemente anche sulla palla bassa. Lascinado spesso gli avversari lontano dalla palla.

Il match è stato una goduria di freschezza e atletismo. I due ragazzoni se le sono date di santa ragione, picchiendo forte con traiettorie tese,  alternate a taglienti duelli di palle tagliate sulla diagonale del rovescio. Tiafoe, prorompente nel fisico, ha dimostrato anche una mano dolcissima in una serie di tocchi e smorzate sotto rete che ne giustificano le ambizioni da top player.

Berrettini, oltre allo splendido sorriso con cui ha salutato la fine del tie break del secondo set, giocato in modo principesco, ha mostrato la capacità di usare al meglio le sue armi nei momenti importanti. Quando il turno di battuta si complicava erano il servizio e il diritto a cavarlo sempre d’impaccio. Anche lui può sognare in grande.

Finalmente un giocatore italiano giovane che batte fortissimo e lo fa soprattutto quando serve davvero. Finalmente un emergente educato, solare ma dal tennis aggressivo, moderno, competitivo con i migliori emergenti del mondo. Finalmente un gruppo di ragazzi in azzurro (lui, Sonego, Baldi, Napolitano, Quinzi, oltre ai più maturi Donati, Travaglia, Cecchinato, Caruso, Fabbiano ecc. ecc)  che possono stimolarsi e trascinarsi l’un l’altro. Sapevamo di avere un gruppo di giocatori giovani promettenti, con il gioco e la mentalità giusta. Ora cominciano a  confermarlo anche i risultati.

L’immagine che resta è l’orgoglioso e poderoso Francese Tiafoe che urla di rabbia , tutto sporco di terra rossa, dopo essere caduto a pelle di leone, preso in contropiede da una smorzata dell’italiano, in un momento caldissimo del tie-break. E poco dopo, incazzato come una pantera, scaglia una pallina tra i pini di Monte Mario per la frustrazione di essere stato scavalcato da un morbidissimo pallonetto vincente ( e si becca un ammonizione). Troppo bello Berrettini. Ma è vero.

Ora lo attende un confronto durissimo, anche questo in salsa Next Gen: il gigante Alexander Zverev, campione uscente degli Internazionali BNL d’Italia, n. 3 del mondo, in forma strepitosa, reduce dal trionfo al Masters 1000 di Madrid. Berretto girato al contrario e  sorriso che conquista, Berrettini ci proverà di sicuro. E’ dalle parti del tedesco che punta ad arrivare…

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