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Grande Volandri, Ma Non Basta

Questo contenuto è stato pubblicato 14 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Ci sono sconfitte che lasciano un’amarezza destinata a passare, sostituita da ricordi indelebili, da emozioni positive. Quella di Filippo Volandri contro Ernests Gulbis è una di queste. Il livornese esce sconfitto per 6-2 3-6 7-6(4) dal Centrale su cui ha appena lasciato tutto quello che poteva dare, dopo 2 ore e 43 minuti di sudore, passione e grande tennis. Il pubblico gli tributa un lungo e doveroso applauso, dopo aver ricevuto in regalo una prestazione oltre ogni previsione da un giocatore che, è evidente, non merita il 152° posto a cui lo relega la classifica mondiale.
Il pronostico preferiva ovviamente il giovane ed esuberante lettone, giustiziere di Roger Federer e apparso quasi ingiocabile nei turni precedenti. Dopo uno scambio di break in avvio, il primo set non smentiva la superiorità di Ernests, in termini di classifica e potenza: 6-2 con tre break e un dominio piuttosto netto. Ma il Foro Italico può fornire ai suoi beniamini risorse insperate: Volandri sale di livello, alza le traiettorie, riesce a spostare l’avversario, per poi pungere con il rovescio o con una tempestiva discesa a rete. Gulbis si innervosisce, e i turni di servizio che nel primo set erano una pura formalità diventano battaglie da vincere col sudore della fronte.
Sul 2 pari del secondo set arriva il game che trasforma la partita in una battaglia: sul 30 pari, con Volandri al servizio, Gulbis si inventa una soluzione da autentico artista, chiamando il livornese a recuperare una straordinaria palla corta per poi superarlo con un chirurgico lob vincente. E’ la prima delle tre palle break che Volandri riuscirà ad annullare in questo game fondamentale, che sposta l’inerzia dell’incontro. Gulbis serve sul 2-3 contro un avversario e pubblico dal rinnovato entusiasmo: il Centrale è ormai incandescente e spinge il suo beniamino a conquistare un insperato break, con un Gulbis con meno certezze che commette un doppio fallo sul 30-40. Volandri conferma il vantaggio salvando altre tre palle break, una delle quali con un punto straordinario chiuso da una volèe smorzata di rovescio che per un attimo mozza al fiato ai 10.000 tifosi che affollano le tribune, prima di farli esplodere in un unico boato di entusiasmo. Superato questo scoglio, il successivo turno di servizio si rivela una formalità, grazie alla complicità di un Gulbis ormai disorientato: 6-3 per Filippo, con il lettone che in preda allo sconforto lancia continue occhiate al padre e all’allenatore Hernan Gumy.
Sull’1 pari del set decisivo, la frustrazione del lettone diventa incontenibile: a farne le spese è la racchetta, spezzata di netto con conseguente warning dell’arbitro e pioggia di fischi del severo pubblico romano. Paradossalmente, è un gesto che contribuisce a rimettere in carreggiata Gulbis, che da quel momento riesce a limare il numero di errori gratuiti che era salito a livelli davvero preoccupanti nelle fasi finale del secondo set.
Il terzo parziale è costellato di momenti importanti, ma il dritto vincente con cui Filippo annulla la palla break sul 1-2, 30-40, e spinge all’applauso anche lo stesso Gulbis, è sicuramente uno dei più belli. La partita rimane equilibratissima fino al 4-5, quando il livornese è costretto all’ingrato compito di servire per allungare la partita. La palla break che si ritrova ad affrontare sul 30-40 è quindi anche un match point: Volandri ringrazia la buona sorte e la fretta del lettone, che mette largo di un capello un dritto lungo linea altrimenti vincente.
E’ l’ultimo sussulto prima del tie-break. Si parte con un prolungato scambio di minibreak che porta Volandri a servire sul 3-2 in suo favore: è il punto che deciderà l’intero incontro. Filo si avventa con troppa foga su una comoda palla a metà campo di Gulbis, mettendo lungo l’attacco di dritto che avrebbe potuto portarlo sul 4-2. Invece si cambia campo sul 3 pari, e la successiva volèe in rete manda Ernests a servire sul 4-3. Una prima a 214km/h e un ace esterno a 192 gli regalano altri tre match point. Il primo viene annullato da Volandri con uno scambio incredibile suggellato da una stupenda stop-volley di rovescio, ma nel punto successivo non riesce a controllare un colpo di Gulbis che lo trova fuori posizione. Pugno alzato e ultimo sguardo verso il proprio angolo (che per scaramanzia nel frattempo aveva cambiato posizione) prima di andare a stringere la mano a un avversario che nonostante la sconfitta, non potrà che trarre memorie positive da questo incontro.
Ad attendere nei quarti il carismatico 22enne di Riga, per la seconda volta così avanti in un Masters 1000 (era arrivato nei quarti a Cincinnati nel 2008), lo spagnolo Feliciano Lopez che ha approfittato del ritiro di Ivan Ljubicic.

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