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HALEP E SHARAPOVA SENZA PROBLEMI
Kvitova e Azarenka ok, fuori Bouchard

Questo contenuto è stato pubblicato 9 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Qualificazione ai quarti senza grandi problemi per Maria Sharapova, che ha eliminato la serba Bojana Jovanovski con un doppio 6-3. Per la siberiana, testa di serie numero 3, qualche difficoltà solo in avvio di match, quando ha ceduto il servizio e poi, nel game successivo, ha fallito tre palle per riprendersi subito il break. E’ stato però l’unico passaggio a vuoto di una partita per il resto controllata con sicurezza. Ritrovata concentrazione e precisione nei colpi, la Sharapova non ha infatti corso più rischi e ora, dopo il ritiro di Serena Williams, nella parte alta del tabellone ha la strada in discesa verso la finale.

“Non era la giocatrice che avrei dovuto affrontare nel prossimo turno, io penso alla mia avversaria del prossimo turno e non a quella che verrebbe dopo”. Si è limitata a rispondere così, Maria Sharapova, a una domanda su quanto il ritiro di Serena Williams possa favorire lei e altre big del torneo. Le due si sarebbero affrontate in semifinale in caso di vittoria di entrambe ai quarti. La russa e la statunitense si sono equamente divise le ultime quattro edizioni al Foro Italico (Masha ha vinto nel 2011 e 2012, Serena nel 2013 e 2014). La 28enne siberiana, numero 3 del tennis mondiale (ma è stata anche, e a lungo, numero 1), è entusiasta del torneo e del pubblico romano. “Ho avuto grandi successi qui, ho ricordi fenomenali. Penso che la passione mostrata dagli spettatori sia davvero incredibile e che per un atleta sia una cosa speciale giocare di fronte a un pubblico felice di vederlo giocare”, ha detto in conferenza stampa, dopo il successo contro la serba Bojana Jovanovski. La Sharapova ha poi osservato che la vicinanza tra i tornei di Madrid, Roma e il Roland Garros pone problemi per gli atleti, costretti in poche settimane a disputare un gran numero di match e a spostarsi da una capitale all’altra.
A contendere alla russa trapiantata negli States l’accesso in semifinale sarà un’altra ex numero uno del mondo, vale a dire Vika Azarenka, che nell’incontro che ha chiuso il programma serale di giovedì sul Centrale ha prevalso in tre set sulla romena Irina-Camelia Begu (6-4 5-7 6-1, 2 ore e 17′ la durata) in un confronto che avrebbe potuto chiudere in due (5-4 e servizio).

Ancora una sconfitta per Eugenie Bouchard. Dopo 6 batoste consecutive aveva interrotto l’emorragia al Foro Italico, ma poi ha perso contro Carla Suarez Navarro in una partita incredibile, durata 3 ore e piena di colpi di scena. E’ stato uno splendido contrasto di stili, tra il tennis aggressivo della Bouchard e quello più tecnico della Suarez Navarro. La spagnola era nettamente favorita, anche secondo i bookmakers, ma si è capito fin dai primi scambi che ci sarebbe stata battaglia. La Bouchard si è aggiudicata il primo set e la battaglia si è protratta in una lunga altalena che ha avuto l’ovvia conclusione nel tie-break del terzo. Ma lì è successo di tutto: la spagnola è salita 6-2 con quattro matchpoint a disposizione. Li ha sciupati tutti, perdendo cinque punti consecutivi. Sul 7-6 e servizio, con il matchpoint a disposizione, la Bouchard ha combinato il patatrac: due doppi falli consecutivi che l’hanno condannata a una sconfitta particolarmente dura. Non sarà facile digerirla, ma può anche trovare ragioni di ottimismo: ha giocato piuttosto bene, tenendo alla grande contro una delle migliori terraiole. Forse avrebbe meritato di vincere, ma l’aspetto mentale l’ha condannata a un passo dal traguardo.
La spagnola nei quarti trova la ceca Petra Kvitova, n.4 del mondo, che dopo lo spavento di mercoledì sera contro Karin Knapp (l’azzurra era sopra 5-2 al terzo) ha travolto la serba Jelena Jankovic, n.16 del seeding, lasciandole appena cinque game.

Sono passati 16 anni da quando Venus Williams ha vinto a Roma, quando battè Hingis e Pierce. In 16 anni ne ha vissute di tutti i colori, ormai non è più una ragazzina. Si è visto in un match crudele contro Simona Halep, numero 2 WTA che l’ha punita con un netto 6-2 6-1, maturato in appena un’ora di gioco. Tra le due c’è un abisso in termini di condizione fisica e non c’è mai stata partita. Venus avrebbe potuto fare match pari con il servizio, ma ha commesso la bellezza di sette dopo falli ed è stata brekkata in sei occasioni. Basta questo, oltre all’imbarazzante differenza in termini di punti (54 a 32) per spiegare il divario. A 35 anni da compiere a breve, Venus non ha ancora intenzione di ritirarsi, ma bisogna accettare i continui alti e bassi. Può trovare importanti exploit, ma anche preoccupanti passaggi a vuoto. A Roma è andata così.

Ritiro di Serena a parte, l’altra sorpresa nel giovedì degli Internazionali femminili è stata l’eliminazione di Ekaterina Makarova, testa di serie numero 8. La russa è stata sorpresa dalla rumena Alexandra Dulgheru, cui la Fed Cup deve aver fatto bene. Si era parlato molto di lei perchè “vittima” della mancata stretta di mano di Eugenie Bouchard, ma adesso sembra brillare di luce propria. La Dulgheru ha saputo comandare gli scambi, spesso ha preso l’iniziativa e ha sfruttato i tanti errori della Makarova, soprattutto con il dritto. Ha chiuso 6-4 6-3 con un bel dritto vincente ed è impazzita di gioia, andando ad abbracciare il suo allenatore ancor prima di stringere la mano all’avversaria. Stessa reazione per alcuni fan rumeni, armati di voce e bandiere. Per la romena è la quarta vittoria in carriera contro una top-10 dopo quelle contro Safina, Dementieva e Kvitova tra il 2010 e il 2011. I quarti al Foro Italico sono il risultato più importante della sua stagione, anche se a marzo era arrivata in finale a Kuala Lumpur, un piccolo WTA International. Nei quarti affronterà la connazionale Halep, in un derby che assicura un posto a una giocatrice romena in semifinale.

Sul Campo numero 1, lontano dall’occhio delle telecamere, prosegue l’avventura di Daria Gavrilova. La giovane russa, ma ormai australiana di passaporto e residenza, ha superato la favorita Timea Bacsinszky, dimostrando che l’exploit contro Ana Ivanovic non è stato un caso. La Gavrilova non esalta e ha evidenti limiti fisici (è piccolina e non troppo potente), però ha notevole cattiveria agonistica, inoltre sa far male quando può mettere i piedi dentro al campo, sia con il dritto che con il rovescio. Queste qualità le sono servite per imporsi 6-4 7-6 contro la svizzera, ombra della splendida giocatrice vista fino a un paio di mesi fa. Per il suo gioco, forse, la terra battuta non è la giusta superficie. Per fare il punto alla Gavrilova, trottola impazzita, avrebbe avuto bisogno di maggior potenza. Non ce l’ha, allora si è dovuta ingegnare per trovare soluzioni alternative: si poteva fare, ma c’era bisogno di grande regolarità. Lei non ce l’ha avuta, soprattutto nel secondo set, dove ha avuto un mucchio di chance (è stata più volte a due punti dal vincerlo), salvo poi disunirsi e perdere a zero il tie-break. La Gavrilova merita i quarti, conferma di avere stoffa e carattere, ma deve ancora migliorare. Intanto si gode il miglior risultato in carriera, lei che proveniva dalle qualificazioni.

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