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IL TORNEO MASCHILE

ZVEREV, IL FUTURO E’ ADESSO
Il tedesco travolge Raonic, in semifinale sfida Isner

Questo contenuto è stato pubblicato 7 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Il vecchio e il bambino. John Isner e Alexander Zverev. E’ la semifinale a sorpresa di Roma, quella nella parte alta del tabellone rimasta orfana delle teste di serie numero 1 e 3, Andy Murray e Stan Wawrinka, oltre che di Fabio Fognini. E la sorpresa più grande è indubbiamente Isner, il più vecchio tra i giocatori approdati ai quarti con i suoi 32 anni, perché che Zverev sia destinato a un futuro prossimo da numero 1 del mondo è cosa talmente evidente che non vale nemmeno più la pena ripeterlo. Anzi, dopo aver visto il 20enne tedesco maltrattare Raonic nei quarti in meno di un’ora e mezza, e qualificarsi per la sua prima semifinale in un Master 1000, si può ben dire che il futuro è già adesso. Non solo un grande match, anche e soprattutto una grande prova di solidità e di maturità quella di Zverev, numero 17 del ranking ancora per poco. Era il primo scontro diretto tra i due, il canadese, quinta testa di serie a Roma, ha retto solo un set, il primo, in cui per due volte ha ceduto il servizio (al settimo e all’undicesimo gioco) ma tutte e due le volte ha saputo subito restituire il break. L’equilibrio è proseguito fino al 4-4 del tie break, qui però Zverev ha infilato tre punti di fila e si è aggiudicato il set. Alla ripresa, Raonic è letteralmente crollato nel quarto gioco, quando con tre doppi falli, una volée in rete e un dritto lungo ha praticamente regalato al tedesco il break per il 3-1. Qui gli si è spenta la luce, mentre Zverev volava leggero sino al 6-1 finale e alla sfida con Isner.
Il gigante di Greensboro, numero 24 del mondo, ha sorpreso anche il croato Marin Cilic, testa di serie numero 5, confermando lo stato di grazia esibito finora al Foro Italico, dove è arrivato tra i primi quattro a colpi di ace (ben 93 finora) e di tie-break vinti (sei su sette), lui che non è certo un terraiolo. E così a nove anni dall’ultima volta Roma ha di nuovo un americano in semifinale, dopo Andy Roddick nel 2008. Partita tiratissima, una maratona durata 2 ore e 38 minuti. Isner ha vinto con due tie-brak, 7-6 (3), 2-6, 7-6 (2), aggrappandosi al suo devastante servizio, con altri 21 ace. Cilic è stato in partita sempre, ma ha pagato due passaggi a vuoto nei due tie-break. Peccato mortale contro l’Isner di questi tempi. L’americano è stato letteralmente ingiocabile sul servizio nel primo set, in cui ha messo l’85% di prime palle e servito 7 ace. Non è riuscito però a sfruttare l’unica palla break che Cilic gli ha concesso, nell’ottavo gioco, annullata dal croato con una gran prima, e così il tie-brak è stata la naturale conseguenza di un sostanziale equilibrio. Al tie-break l’americano è scappato via subito sul 3-0 e poi 5-2, grazie anche a due doppi falli di Cilic, quindi ha chiuso il primo set con l’immancabile ace. Nel secondo set Isner ha continuato a servire con percentuali altissime, ma è salito il livello di Cilic alla risposta. Il 28enne di Medjugorje ha strappato subito il primo turno di servizio all’avversario poi, ha avuto altre tre palle break, le prime due sul 3-0 e la terza sul 4-1, tutte annullate da Isner aggrappandosi al solito servizio. Sul 5-2 nuova palla break e set point Cilic:  stavolta seconda di servizio e dritto in corridoio dell’americano per il 6-2 che ha pareggiato i conti. Terzo set dominato, tanto per cambiare, dai servizi. Una sola palla break, per Isner, nel settimo gioco. Una grande chance per Cilic al decimo gioco, quando,  avanti 5-4 e 30-0 su servizio Isner, si è ritrovato a due punti dal match ma non è riuscito ad approfittarne. Tutto rimandato al tie-break. Qui il croato si è condannato da solo, prima tirando fuori uno smash facile, quindi mettendo in corridoio un dritto non impossibile: due errori capitali, che hanno lanciato Isner sul 4-1. Sul 5-2, poi, l’ultimo errore di Cilic: un rovescio in rete che ha chiuso i giochi. Avanti Isner, che ora aspetta Zverev. Sfida generazionale con due precedenti, entrambi vinti dal tedesco. Non resta che mettersi comodi e godersi lo spettacolo.

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