Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Gli Internazionali d’Italia di tennis sono un modello anche per gli altri sport. Se lo sport italiano è così cresciuto, in modo particolare negli ultimi anni, per una parte significativa lo deve agli Internazionali d’Italia di tennis”. E’ forte e chiaro il messaggio che Giovanni Malagò, presidente del Coni, manda a tutto il mondo sportivo e non solo, in occasione della presentazione del combined capitolino svoltasi alla Sala delle Armi al Foro Italico.

“Viviamo di prestigio, immagine, numeri e credibilità soprattutto all’estero, oltre che di risultati sportivi, e parte di questo grande credito che abbiamo lo dobbiamo a questa formidabile organizzazione” – ha riconosciuto Malagò riferendosi alla 75esima edizione del torneo capitolino – “che di fatto ha trascinato tutto il movimento del mondo dello sport, anche se come ha riconosciuto il presidente Binaghi quest’anno potrebbe non avere un ulteriore segnale positivo negli incassi da biglietteria. Quello degli Internazionali è il modello, riveduto e corretto, a cui si sono ispirati il Sei Nazioni di rugby e poi il Golden Gala di atletica, il Settecolli di nuoto e Piazza di Siena nell’equitazione, mai stata così bella anche nel rispetto della natura e del contesto della location, così come gli eventi di altre discipline sportive che stanno nascendo sulla base dell’esempio dato dal connubio sinergico fra CONI e Federazione Italiana Tennis. Si parla ovviamente del beach volley il prossimo anno, che avrà un successo, ma anche di mettere in campo una manifestazione di skateboard che è diventata disciplina olimpica e attrae l’interesse delle giovani generazioni. Chi si ferma è perduto vale anche e soprattutto nel nostro mondo” – ha aggiunto il presidente del CONI – “per cui non possiamo non tenere conti di queste nuove discipline, anche perché trascinano audience televisivi e nuovi interessi da parte di alcune aziende. Noi siamo l’unico Comitato Olimpico che ha il know how e le competenze per poter organizzare eventi di tale portata, in primis nell’area del Foro Italico ma non solo. Si parla infatti di organizzare qualcosa nella nostra città anche per il triathlon a livello di ironman. Di questo sono molto orgoglioso perché fa ricordare ai cittadini e in generale all’opinione pubblica che non siamo solo l’ente che si deve occupare di vincere le medaglie ma dobbiamo occuparci di promuovere lo sport a tutti i livelli: è il miglior biglietto da visita che possiamo avere. Lavorare con Diego Nepi e Sergio Palmieri, direttori degli Internazionali nei rispettivi ambiti, e con Angelo Binaghi in partenza non è banale e neppure facile, con tutta franchezza: si scontrano caratteri particolari e personalità forti, ma il risultato che ne esce è eccellente e di questo noi siamo orgogliosi”.

Poi il numero uno dello sport italiano ha toccato il tema della sinergia con il Comune di Roma: “Sono il primo a riconoscere quello che ha detto la sindaca Raggi: oggi c’è un’attenzione, una sensibilità nei confronti del mondo dello sport che è molto apprezzata. Non si tratta dell’imminente evento della Formula E o dei campi da tennis nel III e VI municipio, quanto piuttosto di un percorso di una serie di iniziative legate al mondo dello sport, confermatomi da un recente incontro con l’assessore Frongia, del quale siamo felici. Io rappresento il movimento nazionale e non posso fare discriminazioni rispetto agli altri ottomila comuni, però Roma è Roma e questo segnale è importante, perché la storia della nostra città, direi la genetica, ha nello sport una delle sue più grandi vocazioni oltre a quella turistica e dobbiamo valorizzarla il più possibile” – ha concluso Giovanni Malagò –. “E’ una delle carte che dobbiamo giocarci sempre più a livello internazionale”.