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MI RITORNI IN MENTE / 1990: A MUSTER IL TORNEO DI ROMA
L’AUSTRIACO BATTE IL SOVIETICO CHESNOKOV

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Nel 1990 Thomas Muster fa suo il torneo di Roma battendo in finale il sovietico Andrej Chesnokov. Per l’austriaco si trattò del primo di tre successi agli Internazionali d’Italia (gli altri due titoli nel 1995 e 1996). Ripercorriamo il match nel racconto scritto allora su il Giornale da Lea Pericoli. “Mi ritorni in mente” è lo spazio dove rivivere le partite più belle degli IBI attraverso la penna di grandi giornalisti che quei match li hanno raccontati dal vivo.

ROMA. Thomas Muster ha vinto i campionati Internazionali d’Italia. In un’ora e 52minuti di gioco il campione austriaco ha sconfitto Andrej Chesnokov con un secco punteggio di 6-1 6-3 6-1. Un anno fa Thomas Muster era stato invitato al Foro Italico per ricevere una medaglia d’oro dagli organizzatori. Aveva subito un terribile incidente: era stato investito da un guidatore ubriaco alla vigilia di Key Biscane, in marzo, quindi camminava aiutato da un paio di stampelle. Nel ringraziare gli organizzatori e il pubblico che gli avevano tributato un lungo applauso di incoraggiamento, Muster allora aveva detto: “Tornerò fra un anno per vincere”. Oggi il formidabile atleta ha mantenuto la promessa prendendosi una bella rivincita sul sovietico che, nella finale del torneo di Montecarlo, lo aveva battuto per tre set a zero. In verità tre settimane fa avevamo assistito ad una sfida molto più combattuta. Purtroppo, ieri, Chesnokov non è riuscito ad opporre resistenza al formidabile rivale.

“Eri stanco della partita giocata con Sanchez in semifinale?”, abbiamo chiesto. Lui ha risposto: “Quest’anno il tabellone di Roma per me è stato molto duro. Ho sempre dovuto lottare, per portare a casa i match, trovandomi di fronte giocatori come Arias, Canè, Curier, Mancini e Sanchez. Ieri poi ho terminato l’incontro alle undici di sera. Quando finisco così tardi faccio fatica a dormire perché non riesco a dimenticare il match. Per me è stata una notte breve”. Chesnokov, sia chiaro, non ha accampato scuse, infatti per chiarire il concetto ha aggiunto: “Muster ha giocato in modo incredibile. Meritava di vincere, era più forte di me”.

Dal canto suo Muster è entrato in campo con molta determinazione, avendo fatto tesoro della finale di Montecarlo: “Sapevo di dover giocare di anticipo, per non dargli respiro. Quindi ho colpito la palla molto avanti e, appena ho potuto, mi sono portato a rete. Credo davvero di aver giocato un buon match”. Non c’è dubbio che dopo un inizio di stagione molto brillante, la vittoria di Roma per Muster è il coronamento di una preparazione lungamente curata e sofferta. Muster ha vinto salvando tre match point in semifinale con Gomez, il gigante buono che ieri la sorte ha confuso tra il pubblico. Vi posso garantire che faceva una certa tristezza vederlo seduto in tribuna, per colpa di un “quindici” che per tre volte non ha voluto girare in suo favore.

Il torneo di Roma, nonostante un inizio sotto tono, nel quale tutti si lamentavano per l’assenza dei quattro grandi, Lendl, Edberg, Becker e Agassi, ha infranto ogni record di presenze. In due settimane il Foro Italico è stato visitato da 190.200 spettatori, con un incasso che i tre miliardi di lire. La ripetizione della finale di Montecarlo, la presenza in campo degli stessi primi attori, conferma la solidità dei personaggi che dominano sulla terra battuta, quei tremendi regolaristi che a Montecarlo avevano costretto alla resa Edberg e Becker. Ora il tennis si ferma per una settimana, mentre i campioni si preparano per Parigi. Con l’assenza di Lendl e Wilander, al Roland Garros molti hanno la speranza di vincere, al termine della cerimonia nella quale Chesnokov è stato premiato dall’avvocato Paolo Galgani e Muster da Phillippe Chatrier, presidente della Federazione internazionale, è stata consegnata una medaglia ricordo a un eroe del passato, a Manuel Grantes, che negli anni Settanta vinse qui a Roma.

Tornando alla sfida tra Muster e Chesnokov, diventa molto difficile raccontare il punteggio. Chesnokov ha servito male fin dal primo game e quel minimo di pesantezza di gambe, unitamente al ritmo ossessivo che gli imponeva Muster, hanno fatto la differenza. Come accadde una settimana fa  per il torneo femminile gli appassionati sono stati privati dello spettacolo che prometteva il match. Tuttavia il pubblico romano, considerato un tempo tra i più difficili del mondo, si è comportato in modo fantastico accettando prima la resa di Martin, poi quella di Chesnokov. Cino Marchese ha una sua teoria: “L’indignazione di Lendl, massacrato dai fischi del Centrale due anni fa e il conseguente rifiuto del numero uno del mondo di tornare a Roma hanno fatto scuola. Oggi la gente che viene al tennis si comporta con educazione”.

Lea Pericoli (il Giornale, 21 maggio 1990)

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