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Quarto Fabio Massimo
“Io e Roma finalmente ci capiamo”

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Dopo undici tentativi, dopo infinite testate contro un muro chiamato Foro Italico, Fabio Fognini è nei quarti di finale degli Internazionali BNL d’Italia. Nel vederlo giocare, così esplosivo e allo stesso tempo così composto, viene da chiedersi come sia possibile che quello vinto contro Peter Gojowczyk fosse solo il suo terzo piazzamento negli ottavi di un torneo che, oggi, sembra cucito addosso a lui.

Questo risultato, 64 64 in un’ora e 33 minuti di gioco, è conseguenza di un percorso personale che ha portato Fabio ad esprimere meglio se stesso, e non solo il proprio tennis, di fronte agli spettatori più belli e allo stesso tempo più difficili. “Finalmente io e il pubblico ci capiamo, grazie ragazzi” ha detto al Centrale, pochi minuti dopo aver giocato uno strepitoso passante di diritto incrociato, splendido suggello a una pratica complessa ma gestita in modo pressoché magistrale da Fabio.

Non è solo una banalità affermare che qualche anno fa questa partita avrebbe rappresentato un calvario probabilmente perdente: è una banalità che corrisponde al vero. Il doppio 6-4 dice nulla di un avversario complesso da affrontare almeno quanto azzeccare lo spelling del suo cognome: il tennista di Dachau ha confermato che Sonego, l’altro giorno, aveva perso contro un giocatore vero, difficile e in ottima vena. “Sapevo che giocava piatto, poco altro” ha detto Fabio in conferenza stampa, affrontata con il sorriso anche se evidentemente la parte meno gradita di questa sua splendida giornata: “Sul rovescio non riuscivo a stargli dietro, il servizio fa male anche se per fortuna mi ha aiutato con qualche doppio fallo. Però sul veloce non mi piacerebbe incontrarlo, diciamo.”

L’analisi del tennista ligure è precisa. Il tedesco ha quasi 29 anni, e solo nel corso degli ultimi otto mesi ha conosciuto il reale valore del suo tennis: lo scorso autunno ha vinto a Metz, battendo in finale Benoit Paire, e quest’anno ha fatto il suo debutto tra i primi 50, battendo un Top10 in forma come Sock ad Auckland. Si era piantato in primavera, ma sotto i pini marittimi del Foro Italico ha ritrovato il suo miglior tennis. In vantaggio 4-2 nel primo set, e con un paio di pericolose palle break sul 2 pari del secondo, la partita rischiava di complicarsi assai, vista la qualità e la velocità del gioco di Gojowczyk: “Ho giocato bene dal 4-2 al 6-4 per me, e poi sul 3 pari del secondo ho capito che dovevo andare io, perché ho iniziato a sentire le gambe dure per la tensione” ha confermato lo stesso Fabio ai giornalisti.

Sul 3 pari, 15 pari, proprio mentre i nervi cominciavano a farsi sentire, ha chiuso un punto fenomenale in difesa con uno dei suoi diritti telecomandati, di quelli che piombano negli ultimi centimetri di campo con una traiettoria che pochi altri giocatori al mondo (nessuno?) è in grado di disegnare. E’ questa miscela tra prodezze e lucidità, trovata in momenti caldi e delicati di partite che contano per davvero, a dare la possibile nuova dimensione di Fabio: quella di un giocatore che, oltre al talento, possiede il controllo.
Proprio il maggior dominio sui suoi impulsi è il motivo per cui la sua relazione con il Foro Italico è cambiata in meglio dal 2015 in avanti, arrivando a diventare un rapporto d’affetto. Chi conosce un po’ il tennis sa quanto questo torneo, per i giocatori italiani, possa contenere tormenti e supplizi in quantità almeno eguale alle gioie che a volte regala.

Per dieci partecipazioni nel tabellone principale, meno forse quella dello scorso, Fabio ha lasciato Roma più amareggiato che contento. Oggi la storia è un’altra, e la settimana più bella e intensa della sua vita – quella vissuta un anno fa in questi giorni – comincia ad avere concorrenza: a due giorni dal primo compleanno di Federico, primogenito suo e di Flavia Pennetta, e a meno di una settimana dal suo 31esimo, Fabio festeggia la miglior prestazione della sua carriera nel torneo di casa. Quella vinta contro Gojowczyk era, per mille motivi diversi, la partita più difficile del suo torneo: l’ha superata in modo più che convincente. Chiunque troverà sulla sua strada venerdì, Nadal o Shapovalov, potrà permettersi di scendere in campo meno vessato dalla pressione, consapevole del fatto che sabato ben poco potrà rovinare l’impegno più importante di questa settimana: la prima festa di compleanno di Federico.

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