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Sharapova lotta
e non molla

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

E’ già stata in campo oltre 5 ore ed ha disputato appena due turni Maria Sharapova agli Internazionali BNL d’Italia. Commette ancora troppi errori ma compensa con la grinta quello che ancora latita in termini di tennis. Del resto se ti chiamano la “tigre siberiana” una ragione dovrà pur esserci. Dopo la battaglia contro Barty la talentuosa all’esordio, Masha si è ripetuta al secondo turno contro la slovacca Dominika Cibulkova in una partita agonisticamente cattiva.

La 29enne di Bratislava è partita subito forte: 3-0 e via verso la conquista del primo set. Domi ha messo alle corde Maria fino all’ottavo game del secondo parziale quando, al termine di un game durato dodici punti, alla quarta palla utile, la Sharapova ha strappato per la prima volta nel match il servizio alla slovacca. La Cibulkova ha reagito immediatamente mettendo subito a segno il contro-break, ma nel gioco successivo ha ceduto ancora il servizio, ed il set. Sulle ali dell’entusiasmo per aver rimesso in piedi l’incontro la 31enne siberiana ha salvato due palle-break in avio di frazione decisiva e poi ha allungato sul 3-0 a suon di diritti e rovesci, lungolinea o incrociati, che hanno ridisegnato le righe del Centrale. Diventata assolutamente in-giocabile nei turni di servizio, Masha ha chiuso 6-2 strappando addirittura a zero la battuta alla Cibulkova. Prima di regalare al pubblico il più radioso dei sorrisi.

Masha è una che non molla e con Roma ha un rapporto speciale: fattasi attendere non poco dagli appassionati, lei che diceva di sentirsi sulla terra come una “mucca sul ghiaccio”, ha improvvisamente scoperto il “rosso” inanellando al Foro Italico due successi back-to-back (2011-2012) – preludio ai due trionfi del Roland Garros del 2012 e 2014 – e poi nel 2015 ha concesso il tris. Proprio sulla terra capitolina la Sharapova potrebbe trovare l’alchimia giusta per riprendersi un posto da protagonista assoluta nel tour, lei che è riuscita a mettersi alle spalle pure i 15 mesi di qualifica (era stata trovata positiva al Meldonium in un controllo antidoping durante gli Aus Open 2016). Il problema è che dal rientro, poco più di un anno fa a Stoccarda, ha alternato grandi match a sconfitte inattese, ha accusato diversi infortuni e soprattutto, nonostante un successo a Tianjin lo scorso ottobre, non è ancora riuscita a riguadagnare una classifica accettabile, almeno per lei (attualmente è numero 40).

Personaggio unico, simpatica o antipatica la si possa trovare, Maria non è solo una campionessa (nel suo palmares figurano 36 titoli, tra cui 5 Major) che è riuscita ad arrivare al numero uno del ranking e a completare il Career Grand Slam, vincendo il suo primo Roland Garros nel 2012, ma è anche un’icona dello star system e soprattutto una grande promotrice di sé stessa. E’ stata l’atleta donna più pagata al mondo ed è la più seguita sui social: più di 15 milioni di follower su Facebook, quasi 9 milioni su Tweetter ed oltre tre milioni su Istagram sono numeri da mettere paura. Ma non a Maria.

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