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IL TORNEO FEMMINILE

TIMING E PRECISIONE: LA HALEP VOLA IN FINALE
Bertens ko in due set

Questo contenuto è stato pubblicato 7 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Il colpo assassino non ce l’ha, ma sulla terra battuta è dura da battere. Se poi arriva l’aiutino del meteo, che ha rallentato le condizioni di gioco, Simona Halep diventa la favorita numero 1 per il titolo agli Internazionali BNL d’Italia. Intanto ha acciuffato la finale, per la prima volta in carriera. Le sono bastati 77 minuti per superare Kiki Bertens: un 7-5 6-1 che lascia qualcosa da raccontare soltanto per il primo set, in cui l’olandese ha provato a restarle attaccata, cercando di replicare alle geometrie rumene con un tennis muscolare e un pizzico di fantasia. Ma per lei è stata una gara a handicap, in cui non ha mai dato la sensazione di potercela fare. Il primo set ha avuto un andamento “a elastico”: 2-0 Halep, 2-2, di nuovo 4-2 Halep, poi 5-3. La Bertens ha prodotto il massimo sforzo per riacchiappare la rumena sul 5-5. Ce l’ha fatta, passando indenne da cinque setpoint e spingendo a volontà. Appena ha agguantato la parità, tuttavia, si è spenta. Ha raccolto soltanto due punti negli ultimi due game del set e la partita è finita lì, come se Kiki avesse bisogno di giocare sovraritmo per restare a galla contro un’avversaria in fiducia, la famosa “confidence” di cui nessun tennista sembra poter fare a meno. Lo si nota punto dopo punto: Simona non tira mai indietro il braccio, appena può cerca l’angolo per aprirsi il campo, se non direttamente il colpo vincente. Quando la Bertens ha provato ad alzare la traiettoria, lei non è mai arretrata e ha colpito quasi di controbalzo. Solo chi è in grandi condizioni può permettersi un atteggiamento così spavaldo. La superiorità di Simona è deflagrata nel secondo set, in cui ha perso appena due punti al servizio. Il gioco della Halep non folgora al primo sguardo, anzi. Però produce tennis ad alta intensità, ricorda un po’ il primo Lleyton Hewitt. Senza un colpo killer, l’australiano batteva tutti asfissiandoli punto dopo punto, aiutato da un timing eccezionale. Stessa cosa per la Halep: sui campi veloci la si può contrastare – e magari sovrastare – con la potenza, ma sulla terra battuta è molto più complicato. Quest’anno non ce l’ha ancora fatta nessuna, ad eccezione di Laura Siegemund a Stoccarda, ma il torneo tedesco si gioca indoor, in condizioni ben diverse rispetto ai tradizionali tornei sul rosso. Lei non ama essere un personaggio: quando parla in inglese sembra un robottino, da ricordare Super Vicky, personaggio di una nota sit-com americana che ha avuto successo in Italia nei primi anni 90. A differenza di Vicky, Simona non ha prese elettriche sul braccio o strumentazioni in grado di spegnerla. Anzi, oggi è più accesa che mai. E Roma potrebbe renderla, definitivamente, la favorita per il Roland Garros. Ammesso che non la sia già.

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