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Al Foro Italico

Una lunga (e bella) giornata da spettatore

IBI 2013 foro 2

Questo contenuto è stato pubblicato 10 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Quando ti alzi all’alba, sai già che sarà un giorno speciale. Lungo e faticoso, certo. Ma dovrai fare spazio nel cassetto dei ricordi, perché al ritorno avrai mille cose da raccontare. E’ il giorno in cui vai a Roma per assistere agli Internazionali BNL d’Italia. La posizione strategica della Capitale, la bellezza della città e le migliorie del Foro Italico spingono sempre più appassionati ad affrontare il viaggio. Passeggiando per Viale delle Olimpiadi si ascoltano dialetti ed inflessioni di ogni tipo, dal siciliano al piemontese, passando per l’umbro e il campano. Fossero appassionati di tennis, i creativi di Benetton troverebbero grandi spunti per le loro campagne. Noi prendiamo in prestito il loro slogan e diciamo che il Foro Italico, durante il torneo, è un vero e proprio United Colors of Tennis. Ma torniamo al nostro racconto, un po’ reale e un po’ fantastico. Ci sono tre modi per arrivare al Foro Italico. Il più gettonato è il pullman. Si parte al mattino, da qualsiasi zona dell’Italia peninsulare, e si arriva a Roma in tempo per i primi match. Da quando è stato istituito il “combined”, la levataccia è ancora più severa: bisogna essere sul posto alle 11 e non più alle 13. Ma ne vale la pena, perchè ci sono più partite e più storie da vivere. Al mattino, il Lungotevere intitolato al Maresciallo Cadorna (quello che ci stava facendo perdere la Prima Guerra Mondiale: dopo il Ponte Duca d’Aosta, la strada cambia nome e glorifica Armando Diaz, che la Guerra ce la fece vincere) è uno spettacolo. Decine di pullman parcheggiati e frotte di appassionati, grandi e piccini, che si fiondano verso i campi da tennis. C’è poi chi preferisce andare in treno: fino a qualche anno fa, il percorso era obbligatorio: dalla Stazione Termini si prende la metropolitana, poi da Piazzale Flaminio c’è il tram numero 2 che conduce a Piazzale Mancini, con il solo Ponte Duca D’Aosta da attraversare a piedi. Adesso ci sono le navette che portano direttamente al Foro Italico. Un modo come un altro per avvicinare il tennis al centro della città. Chi viene in macchina avrà certamente avuto qualche problema per la scarsità di parcheggi.  

GLI STAND COMMERCIALI – Appena arrivati, dopo ore di viaggio, c’è la necessità di rifocillarsi. Dentro il Parco del Foro Italico ci sono un mucchio di luoghi di ristoro. Ristoranti, bar, pizzerie, ce n’è per tutti i gusti. E se i nostri idoli non scendono subito in campo, è opportuno fare un giro per gli stand commerciali. Ce ne sono moltissimi: tutti i brand più importanti (non solo tennistici) hanno scelto il Foro Italico per promuoversi e vendere i propri prodotti. Una goduria. Prendete l’appassionato che arriva dalla provincia, dove il negozio di articoli sportivi non è sempre in grado di soddisfare tutte le richieste, alimentate dalla sovraesposizione mediatica del tennis. Negli stand trovate i completi dei vostri idoli, feticci assoluti come le palline giganti o anche materiale più tecnico. Gli stessi indossati dai campioni. Vuoi mettere la soddisfazione di tornare al proprio club con l’abbigliamento di Federer o Nadal, mentre il vostro compagno schiatta d’invidia? E poi ci sono tanti gadget, oltre alle visite di tanti protagonisti. Il contatto con i campioni è una delle cose più emozionanti. E quando l’eroe compare, a bordo di una macchinetta elettrica simile a quelle che si usano nel golf, si scatena l’entusiasmo. Nei primi giorni, quando ci sono ancora tanti giocatori in gara, momenti di questo tipo sono molto numerosi. 

I CAMPI SECONDARI – Non c’è niente di più bello che girare i campetti sotto i pini. Con l’order of play sottomano, ci si affaccia in cima ai gradini e si scorgono gli allenamenti. Ancor più che i campi principali, è il luogo adatto per scambiare quattro chiacchiere con altri appassionati. E incontri persone di ogni tipo. C’è il super-competente che snocciola dati e statistiche come se fosse un computer umano. Più il giocatore è sconosciuto, più ci prova gusto a raccontarti vita, morte e miracoli. E’ persino in grado di spiegarti come mai il coach di Jie Zheng si piazza a un angolo del campo e riprende alcune fasi dell’allenamento con una videocamera. Se poi scende in campo Alexia Virgili, preparati a scoprire tutto sul fratello Adelchi. Ma c’è anche chi non conosce il tennis come vorrebbe fare credere. Anni fa, sul campo numero 2 si giocava un anonimo match di qualificazioni. Arrivano due signori eleganti, trafelati. Uno dei due dice: “Se vuoi vedere come si gioca a tennis, devi vedere questo giocatore. Mi stupisco che ci sia così poca gente. E’ la testa di serie numero 2 del tabellone…”. Il tennista in questione era John Van Lottum, e il distinto signore lo aveva visto come ultimo nome del tabellone, convinto che fosse la seconda testa di serie…se poi siete dei curiosoni, il parco del Foro Italico è l’unica zona dove gli accreditati non hanno spazi riservati, quindi si mischiano al pubblico pagante. Ed è divertente seguire i match accanto a un allenatore, cercando di carpirne parole e sensazioni. Se non lo riconosci, sbirciare il pass nel tentativo di leggerne il nome è un must che ogni appassionato deve fare almeno una volta nella vita. Per un Eric Deblicker che ti guarda malissimo, c’è Karen Isner (mamma di John) sempre disponibile a chiacchierare.  

LA TROUPE DI SUPERTENNIS – Da quando è nato, il canale televisivo della FIT segue il torneo molto da vicino. Negli anni, i vari studioli di SuperTennis si sono dislocati un po’ ovunque, dalla SuperTennis Arena fino al Campo Centrale. Lo scorso anno, una torretta a due piani spiccava tra il Centrale e il Pietrangeli. Durante le dirette, decine di appassionati si piazzavano dietro ai conduttori per un saluto o un sorriso. E c’è sempre la possibilità di essere intervistati per raccontare da dove si viene, se si gioca, per quale tennista si fa il tifo…perché saremo pure nell’era di internet, ma l’ebbrezza di rivedersi nella cara e vecchia TV è ancora impagabile. 

LO STADIO PIETRANGELI E I CAMPI LIMITROFI – La ristrutturazione del Foro Italico ha eliminato alcune barriere che lo facevano sembrare più piccolo. Su tutte, le recinzioni che separavano il Campo Pietrangeli dal resto dell’impianto. Adesso vi si può accedere con un semplice biglietto “Ground” e il pienone è assicurato. La bolgia infernale per i due incontri di Andreas Seppi contro Isner e Wawrinka è già un “classico” di tutti i tempi. Più in generale, tutta l’area del Pietrangeli ha un nuovo appeal. Tra il campo e l’ex bar del Foro Italico, sono stati realizzati due nuovi campi per soddisfare le esigenze di un torneo combined. Per accedervi, i giocatori devono passare per forza dalle aree pubbliche, e soprattutto si possono vedere da due passi. Osservarli più da vicino di così è impossibile. Senti il loro respiro, il suono dell’impatto con la palla…uno spettacolo. L’anno scorso, un allenamento di Pennetta e Schiavone fece quasi più spettatori che gli incontri ufficiali. Dopo l’impresa a Indian Wells, sospettiamo che Flavia dovrà chiedere 3-4 guardie del corpo….

I RITUALI DEL CAMPO CENTRALE – Bene, vi siete fatti un giro, avete raccattato un paio di autografi e acquistato un gadget. Adesso è giunto il momento di respirare dal vivo il tennis che vedete in TV. L’arbitro microfonato, i maxi-schermi, la musica ai cambi di campo…. Entrare sul Campo Centrale (inaugurato nel 2010) è come trasportarsi in una realtà parallela. La sacralità del luogo è sublimata dall’obbligo di entrare solo ai cambi di campo. Chi è già stato a Roma, avrà sperimentato almeno una volta la frenesia di entrare mentre si sta giocando un game lunghissimo, interminabile. E’ il destino di ogni appassionato: quando finalmente decide di entrare, si gioca inevitabilmente un game che non finisce mai. Una volta dentro, i top-players e i migliori italiani vi stanno aspettando. E anche tu, spettatore pagante, fai parte dello spettacolo. Durante i cambi di campo, le telecamere indugiano sugli spalti e potresti avere il tuo attimo di gloria in mondovisione. Se non sei troppo timido, potresti anche sperare di essere ripreso dalla kiss-cam…

LA CACCIA ALL’IDOLO – Ognuno di noi ha un tennista preferito. E abbiamo sempre avuto il sogno di incontrarlo. La possibilità dipende molto dalla popolarità del giocatore. Se sogni di conoscere Garcia Lopez non dovresti avere problemi. Magari lo trovi a passeggio per i campi secondari, come faceva l’anno scorso la francese Pauline Parmentier, a totale disposizione di eventuali fan. Peccato che non la considerasse nessuno. Se invece puntate più in alto, la faccenda può essere complicata. Fino al 2012, i grandi nomi (Federer, Nadal, Djokovic, Sharapova…) dovevano attraversare Viale delle Olimpiadi per recarsi alle conferenze stampa. Al loro passaggio si scatenavano scene di giubilo. Impressionava Roger Federer: attorniato a un cordone di guardie del corpo (anche otto persone!) proseguiva tranquillo, totalmente a suo agio. E firmava anche qualche autografo. Adesso è più complicato, poichè le press conference si tengono nella pancia del Campo Centrale. “Ma i giocatori dovranno pur uscire da qualche parte!”, starete pensando. Vero. Sbucano dal lato nord del Centrale ed effettuano un vialetto che li conduce a Viale dei Gladiatori, dove sono attesi dalla transportation. Quei 15-20 metri sono la speranza di ogni fan. Abbiamo visto bambini (e non solo) aspettare per ore l’uscita del loro idolo, armati di pennarelli, palline giganti e qualsiasi tipo di strumento elettronico. Volete mettere la soddisfazione di tornare a casa e dire: “Ho toccato la spalla di Nadal nonostante l’occhiataccia della security!”.

IL DILEMMA DEL SERALE –  Questo punto è correlato al precedente. Avete aspettato un anno per vedere dal vivo il vostro campione, vi siete accordati con il vostro club…ma poi viene collocato in sessione serale. Che fare? Arrendersi e salire mestamente sul pullman (di solito le partenze sono previste alle 19, massimo alle 20, specie se vivete a oltre 300 chilometri da Roma) oppure inventarvi qualcosa? Ci sono persone che pur di seguire il proprio idolo sono rimaste a Roma per una notte, oppure – ancora più coraggiose – sono piombate via dal Foro Italico per poi prendere gli ultimi mezzi (ma davvero gli ultimi!), con la prospettiva di un viaggio notturno. Ma ne vale la pena, perchè la sessione serale ha un fascino tutto suo. Ricordatevi soltanto di portarvi un maglione, perchè la temperatura si abbassa drasticamente e il caldo del pomeriggio sarà soltanto un ricordo. Se invece siete della zona e non avete problemi di questo tipo, alla sera si accendono le luci del Villaggio Ospitalità, sempre molto frequentato e divertente. Musica, balli, danze…uno spettacolo nello spettacolo. E se siete fortunati, troverete senz’altro qualche giocatore in borghese. Pensate al divertimento nel raccontare, nella club house del vostro club, di aver visto tizio che beveva una birra di troppo oppure tentava approcci con qualche hostess…

Lo spot di avvicinamento al torneo del 2014 recita: “Tutti hanno il tennis, solo noi abbiamo Roma”. Il bello è che solo noi abbiamo il Foro Italico. A parte le meraviglie della città, il torneo offre esperienze uniche, quasi impossibili da vivere in altri tornei. Noi vi abbiamo raccontato cosa potrebbe succedervi, ma è solo una piccola parte del ventaglio di possibilità: nei primi giorni, può accadere di tutto. Quando tornerete a casa, fateci sapere come andata. Ma non veniteci a dire che non vi siete divertiti. In quel caso, ci sono due possibilità: o non amate il tennis, o ci state prendendo in giro. Il Foro Italico vi aspetta.

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