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Super Djokovic al Foro: numeri da numero 1

Novak Djokovic completa la rimonta su Stefanos Tsitsipas nel match dell’anno. Raggiunge la 12ma semifinale agli Internazionali BNL d’Italia

Questo contenuto è stato pubblicato 3 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Novak Djokovic vince la partita dell’anno. Ha vinto da numero 1, contro Stefanos Tsitsipas, numero 1 della Race to Turin, che al momento dello stop per la pioggia di ieri era avanti di un set e di un break. Ha chiuso 46 75 75, ha fatto la differenza negli scambi di media lunghezza, fra 5 e 9 colpi, dove la sua superiorità è spesso più evidente. Ha raggiunto così la dodicesima semifinale a Roma.

Il serbo è riuscito a ribaltare il match giocando un gran tennis, per precisione e intelligenza. Ha ritrovato via via la profondità e il pubblico che ha assistito alla più bella partita del torneo. Tutti e due giocano sulle righe, in attacco e in difesa, ricorrono a tutte le soluzioni, a tutti i colpi possibili. Accendono il Centrale con un tennis di livello altissimo. Nei momenti importanti, poi, è raro vedere esecuzioni o scelte sbagliate. E’ un duello di testa, di braccio, di forza, di intelligenza e carattere. Djokovic ha chiuso con 42 vincenti a 38, ha commesso 35 gratuiti contro 41.

Tsitsipas, nel terzo set, ha avuto una chance per il doppio break e ha servito per il match ma, come nella finale di Barcellona contro Nadal in cui è arrivato a un punto dalla vittoria,

Djokovic la gioca da guerriero, più vecchio ma non per questo disposto a lasciar strada al numero 1 del futuro. Dove non arriva il fisico, sopperiscono l’esperienza, la flessibilità, il cambiamento competitivo. Da “Djoker”, cambia strategie e tattiche: lo sfida di ritmo e velocità, oppure rallenta, giocando basso e centrale, più lento e più corto, mira alle righe laterali e prova a sfiancare Tsitsipas con le palle corte.

Il greco gioca la partita da giovane torero venuto a “matare” il campione, a marcare il territorio. Energico, veloce, elastico, applica un pressing costante perché riesce a stare vicino alla riga con i piedi in attacco e in difesa.

Il campione di Monte-Carlo gioca un’altra partita rispetto ai 13 game di ieri. La qualità rimane alta, ma Djokovic ha un altro passo e occhi diversi alla ripartenza.

Djokovic vince più punti con la prima di servizio nel secondo set e tiene un complicatissimo turno di battuta per salire 5-4. Risale più di testa che di braccio. E’ una power unit, come i motori della Formula 1: recupera una parte dell’energia dissipata e si ricarica.

I 12 vincenti pari dopo dieci game del secondo set sintetizzano il rinnovato equilibrio e certificano lo spostamento dell’asse della partita. Djokovic gioca da numero 1, Tsitsipas subisce di più, non è più lui a determina l’andamento degli scambi. L’ultimo game è un manifesto. Il greco salva tre set point al servizio, ma è più frequentemente in difficoltà nello scambio.

Djokovic, re dei “mind games”, punta il rovescio di Tsitsipas in risposta contro la seconda di servizio. Sono spesso corte, poco angolate, ma aumentano la precarietà del greco nello scambio. Il serbo lo fa giocare e colpire tanto in manovra.

Tsitsipas accetta, prende qualche rischio di troppo con il diritto lungolinea, ma guadagna anche il primo break del terzo set. Djokovic vede la sua palla corta danzare sul nastro e rimbalzare al di qua della rete, lancia la racchetta contro il telone vicino alla panchina e sbotta contro il suo staff.

Il greco è di nuovo padrone della partita, anche se il numero 1 del mondo lo fa correre da un angolo all’altro. Il top spin, un’arma da contro-pressing, difensiva e offensiva insieme, gli consente di non arretrare e reggere il ritmo elevato.

Nel duello per l’occupazione territoriale del campo, Tsitsipas sta più vicino alla riga. Può colpire con più anticipo, anche in controbalzo, andare in contropiede o aprirsi gli angoli: variazioni che confermano in pieno lo status di numero 1 del 2021.

Djokovic, come nel primo set di ieri, torna a perdere il controllo della partita. Prova a riprendere il filo interrotto del match con un ricorso più frequente alla palla corta per sorprendere e spezzare il ritmo.

I due giocano sulle righe, si sfidano sul piano delle accelerazioni e delle palle corte spezza-gambe. Tsitsipas non lascia un punto, non si risparmia. Djokovic non vince punti facili, ma nella lotta si esalta. Di nuovo, come nel secondo set, recupera il break di svantaggio. Chi la dura, la vince. E la vince Tsitsipas, che firma il break del 5-4 con il punto del match e forse del torneo. Ma non è ancora finita. Il vero numero 1 si vede in momenti come questo. E il numero 1 è ancora Djokovic.

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