2000

Magnus  Norman

Country
Magnus Norman

Filipstad 29.05.1976

Esce dalla prolifica fucina svedese e per un anno appare seriamente destinato a seguire le orme di Borg & C.

Nel ’99 conquista cinque titoli e nel 2000 sembra spiccare il volo verso la definitiva consacrazione: vince gli Internazionali d’Italia, è finalista al Roland Garros, battuto solo da Gustavo Kuerten, diventa il. 2 del mondo e si… ferma, precipitando nell’anonimato. Diventerà un ottimo coach. Al Foro Italico nel 2000 si presenta in forma strepitosa, non lascia scampo agli avversari: Grosjean, Moya, Hewitt non riescono a carpirgli nemmeno un set e solo Kuerten in finale lo contrasta nei primi due ma deve arrendersi definitivamente al quarto.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2000

Finale 2000

Magnus Norman (Sve) b. Gustavo Kuerten (Bra) 6-3 4-6 6-4 6-4

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Monica  Seles

Country
Monica Seles

Novi Sad 01.12.1973

La Monica Seles che alza il trofeo a Roma per la seconda volta nell’anno 2000 è una campionessa e una persona diversa rispetto a quella che aveva trionfato al Foro Italico esattamente dieci anni prima. In mezzo c’erano stati gli anni dei grandi successi, la leadership mondiale, gli otto titoli del Grande Slam ma anche la drammatica aggressione sul campo, il 30 aprile del 1993, quando venne colpita alle spalle con un coltello da uno squilibrato tifoso di Steffi Graf. Non sarebbe mai più stata la stessa Monica, ma la sua grandezza le avrebbe permesso di togliersi ancora belle soddisfazioni come questo bis romano colto in un’edizione che mette in luce le doti della sua avversaria in finale, l’emergente francese Amelie Mauresmo che per arrivare fin lì batte Mary Pierce e Arantxa Sanchez. Non a caso la partita, anche se si chiude in due set, è tiratissima.

Finale 2000

Monica Seles (Usa) b. Amelie Mauresmo (Fra) 6-2 7-6

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2001

Juan Carlos  Ferrero

Country
Juan Carlos Ferrero

Onteniente 11.02.1980

Nel dicembre del 2000 un’intera Nazione, la Spagna, è ai suoi piedi, il Cid Campeador deve cedergli il primo posto in popolarità e il Re diventa Juan Carlos II°. Ma cosa è accaduto? Semplice: il “Mosquito” (questo il suo soprannome) nella finale di Davis che si disputa a Barcellona gioca un tennis fantastico, batte Patrick Rafter e, soprattutto, Lleyton Hewitt permettendo al suo Paese di conquistare per la prima volta la storica insalatiera. E’ l’inizio della scalata ai vertici del ranking culminata nel settembre del 2003 con la conquista della prima posizione che conserverà per otto settimane.

Vince i primi Internazionali d’Italia del nuovo secolo scavando voragini sul centrale del Foro Italico con il suo diritto al tritolo che lo porta sparato in finale. Qui se la vede con Gustavo Kuerten, il grande favorito, e lo batte in cinque set.

In carriera conquista un titolo al Roland Garros e due finali, una a Parigi (2002) e una agli U.S. Open (2003). Nei tornei del Tennis Masters Series oltre che a Roma s’impone anche a Monte Carlo (2002 2003) e Madrid (2003).

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2001
  • Campionati Internazionali di Francia 2003

Finale 2001

Juan Carlos Ferrero (Spa) b. Gustavo Kuerten (Bra) 3-6 6-1 2-6 6-4 6-2

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Jelena  Dokic

Country
Jelena Dokic

OsiJek 11.04.1983

E’ nata per giocare a tennis questa graziosa ragazza di famiglia serba ma cresciuta in Australia, nazione della quale ha difeso i colori nella Fed Cup. Professionista dal ’98 in quattro anni mette in bacheca nove titoli e undici finali fra singolo e doppio, una semifinale a Wimbledon 2000 e una finale di doppio al Roland Garros. Nell’agosto del 2002 raggiunge con la quarta posizione Wta, la sua miglior classifica mondiale.

Nel 2000 è battuta da Monica Seles nei quarti di finale degli Internazionali d’Italia. Torna l’anno dopo e firma il primo successo da professionista mettendo in fila le avversarie e riservando a tutte quante il medesimo trattamento: solo la svizzera Patty Schnyder le carpisce un set (al secondo turno). Le altre, compresa Conchita Martinez in finale, dovranno accontentarsi delle briciole, ovvero una manciata di games. Successivamente conquista altri otto titoli (quattro in singolare e quattro in doppio) ed è ancora competitiva fino al 2003 quando firma l’ultimo successo al torneo di Zurigo.

Palmarès

  • Campionati lnternazionali d’Italia 2001

Finale 2001

Jelena Dokic (Jug) b. Amelie Mauresmo (Fra) 7-6 6-1

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2002

Andre  Agassi

Country
Andre Agassi

Las Vegas 28.04.1970

E’ l’Herbert Von Karajan del tennis, in pantaloncini jeans tagliati corti: la linea di fondo campo rappresenta il podio dal quale dirige l’orchestra del suo gioco velocissimo e innovativo usando la racchetta al posto della bacchetta, una racchetta/bacchetta magica con la quale indirizza la palla negli angoli più remoti del rettangolo – rosso, verde o grigio che sia – con incredibili traiettorie, autentiche toccate e fuga soprattutto con la risposta al servizio, l’arma in più, quella che non lascia scampo agli avversari e strappa ammirazione nel pubblico.

E’ anche l’emblema della volontà e della capacità di reazione: dato per finito e quasi dimenticato risorge dalle ceneri e torna a nuova vita come l’Araba Fenice: nel ’94 è n. 2 del ranking, nel ’95 n. 1 per trenta settimane ma nel giro di due stagioni precipita verticalmente fino al n.141 della classifica e sparisce dalla scena. ln circolazione ci sono campioni straordinari come Lendl, Becker, Mc Enroe, Sampras e le nuove generazioni che avanzano a suon di randellate, difficile, quasi impossibile risorgere, ma lui ci riesce, li batte tutti, campioni e aspiranti tali, e torna in vetta alla classifica mondiale e arricchisce la sua bacheca di trofei che contiene otto titoli e sette finali dei tornei dello Slam, un titolo e tre finali del Masters Cup, due Davis Cup.

A Roma si presenta nel 1988 ed è eliminato nei quarti, l’anno dopo è finalista battuto da Alberto Mancini ma tredici anni dopo si fa una passeggiata in riva al Tevere e sui campi del Foro dove conquista il titolo senza perdere un set. Nel 2003 provoca una sorpresissima perdendo da n. 1 al primo turno. Nel 2005 il pubblico sarebbe disposto a caricarselo sulle spalle per portarlo in finale, lui risponde da par suo ma in semifinale deve inchinarsi alla freschezza giovanile di un impietoso Coria.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2002
  • Campionati Internazionali d’Australia 1995 2000 2001 2003
  • Campionati Internazionali di Francia 1999
  • Wimbledon 1992
  • Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1994 1999

Finale 2002

Andre Agassi (Usa) b. Tommy Haas (Ger) 6-3 6-3 6-0

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Serena  Williams

Country
Serena Williams

Saginaw 25.09.1981

Considerata da molti la tennista più forte di sempre, al pari della sorella Venus costituisce un fenomeno di costume oltre che tennistico. Anche Serena nasce programmata da un padre, Richard, che vuole vedere le figlie in cima al mondo e, nonostante gli inevitabili contrasti e le immancabili polemiche con tecnici e critici, ci riesce.

Serena nasce come la fotocopia della sorella maggiore ma sul campo si esprime con un gioco ancora più violento, aggressivo e spettacolare che, però, non lascia il minimo spazio alla fantasia pur regalando emozioni a non finire. Al pari di Venus i suoi interessi non si fermano al rettangolo di gioco ma spaziano dalla moda alla letteratura, allo spettacolo televisivo.

Nei primi anni sul circuito Serena procede nell’ombra di Venus, non sembra possedere la medesima personalità e, soprattutto, la stessa “cattiveria” in campo. Tuttavia alla fine del ’98 è già la n. 20 del mondo e nel settembre del ’99 arriva il colpo d’ala con la strepitosa affermazione agli U.S. Open dove batte la Davenport (n. 2 del world ranking) in semifinale e la Hingis (n. 1) in finale. La definitiva consacrazione si realizza nel 2002 quando vince Internazionali d’Italia (dove cede un solo set a Jennifer Capriati), Roland Garros, Wimbledon e U.S. Open sempre battendo la sorellona in finale.

Da quel momento davanti a lei ci sono solo record assoluti da battere. Detiene quello di settimane consecutive al n.1 del mondo (186) in condivisione con Steffi Graf. E’ l’unica tennista ad aver completato per ben due volte il “Grande Slam virtuale”, vincendo i quattro grandi tornei consecutivamente anche se non all’interno dello stesso anno solare (tra 2002 e 2003, tra 2014 e 2015).

Arriva vicino al record assoluto delle vittorie nei tornei del Grande Slam in singolare: alla vigilia degli Internazionali d’Italia 2017 ha raggiunto quota 23. Davanti a lei c’è solo Margaret Court-Smith con 24.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2002 2013 2014 2016
  • Campionati Internazionali d’Australia 2003 2005 2007 2009 2010 2015 2017
  • Campionati Internazionali di Francia 2002 2013 2015
  • Wimbledon 2002 2003 2009 2010 2012 2015 2016
  • Campionati lnternazionali degli Stati Uniti 1999 2002 2008 2012 2013 2014

Finale 2002

Serena Williams (Usa) b. Justine Henin (Bel) 7-6 6-4

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2003

Felix  Mantilla

Country
Felix Mantilla

Barcellona 22.09.1974

E’ uno dei tanti spagnoli che dagli Anni Ottanta invadono il mondo e fanno gridare al miracolo del tennis iberico. Felix non appartiene alla schiera dei fuoriclasse e, forse, nemmeno a quella dei campioni, ma è un campione di umiltà. Corre dietro alla palla da mane a sera, gronda sudore da ogni poro, si danna l’anima per inseguire il risultato e a volte ci riesce, ma solo nei tornei di seconda fascia. In quelli dello Slam raramente supera il terzo turno, al Roland Garros cattura una semifinale nel ‘98, nei Masters Series una finale nel ’97 e una semifinale nel ‘98 ad Amburgo e ancora una semifinale a Roma nel 2000. E proprio qui pesca la sua settimana di gloria nell’assolatissimo maggio del 2003: quando gli avversari (e anche il pubblico) boccheggiano sotto un sole cocente ed impietoso, lui sembra divertirsi a menare quella palla che riesce a spedire puntualmente a destinazione. Senza dare nell’occhio spedisce anzitempo sotto la doccia un finalista di Wimbledon (David Nalbandian) e due vincitori del Roland Garros (Albert Costa e Yevgeny Kafelnikov). Ciononostante in finale tutti i pronostici sono per Roger Federer. E invece anche il talento svizzero, che sta per esplodere definitivamente, deve inchinarsi alla legge del catalano, sommerso dagli applausi del pubblico che lo ha eletto a beniamino mentre lui in premiazione inonda il campo di lacrime.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2003

Finale 2003

Felix Mantilla (Spa) b. Roger Federer (Svi) 7-5 6-2 7-6

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Kim  Clijsters

Country
Kim Clijsters

Bilzen 07.06.1983

Un visino paffutello e simpatico, da confidente discreta e riservata della porta accanto, un tipetto tranquillo insomma ma solo fuori dal campo. All’interno del rettangolo di gioco si trasforma e pur mantenendo le sue caratteristiche di base diventa potente ed aggressiva e mena botte da orbi su ogni palla, azzanna al collo l’avversaria e non molla la presa fino a che non l’ha ridotta a brandelli. A volte è lei stessa a rimetterci le penne ma nell’uno e l’altro caso alla fine della battaglia smette i panni del killer e si rimette quelli di brava ragazza di campagna.

Questa è Kim Clijsters e ne sanno qualcosa in più le malcapitate che l’hanno affrontata al Foro Italico nel 2000 dove le più fortunate hanno raccattato quattro o cinque games. Perfino una grandissima Amelie Mauresmo – in grande spolvero se aveva battuto in semifinale Serena Williams – è stata costretta ad alzare bandiera bianca. Per non dire delle Williams entrambe battute in due set pochi mesi prima nelle finali del WTA Championships.

La figlia di Leo Clijsters, forte calciatore della nazionale belga negli Anni Ottanta, avrebbe giocato fino al 2012 lasciando agli annali una carriera di altissimo livello, con quattro titoli del Grande Slam nel palmares (tre dei quali a New York) e il n.1 della classifica mondiale raggiunto nel 2003, sia in singolare sia in doppio (vinse tanto a Parigi quanto a Wimbledon in coppia con la giapponese Ai Sugiyama).

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2003
  • Campionati Internazionali d’Australia 2011
  • Campionati lnternazionali degli Stati Uniti 2005 2009 2010

Finale 2003

Kim Clijsters (Bel) b. Amelie Mauresmo (Fra) 3-6 7-6 6-0

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2004

Carlos  Moya

Country
Carlos Moya

Palma de Mallorca 26.08.1976

E’ possibile che uno spagnolo, un terraiolo doc, uno che conquista il Roland Garros e Monte-Carlo, una finale e due semifinali nel Tennis Masters Cup, che arriva al n.1 del ranking mondiale debba attendere otto anni per mettere le mani sugli Internazionali d’Italia? Si, evidentemente è possibile specie quando il suo rendimento è altalenante, anche se i suoi fondamentali sono ineccepibili e a fondo campo si dimostra un mezzo fenomeno perché non sbaglia mai, o quasi mai.

“Don Carlos” è un cliente fisso del Foro Italico dal 1996, ci viene anche quando, infortunato, nonpotrebbe giocare come nel 2005, ma lui scende in campo ugualmente per difendere il titolo dell’anno prima e, naturalmente, è costretto a cedere le armi.

Torniamo indietro: nelle prime quattro partecipazioni lo fanno fuori sempre al terzo turno, nel 2003 è testa di serie n. 3, forse è la volta buona per sfatare la tradizione negativa ma la maledizione del terzo turno lo colpisce ancora per mano del talento russo, anche lui a un certo punto n.1 del mondo, Evgeny Kafelnikov. Il 2004 non promette nulla di buono stante la presenza di un giovane colosso come Roger Federer, ma lo spagnolo arriva in grandissima forma, ha già vinto due tornei e raggiunto tre finali e questa volta sotto i pini di Roma, al pari di Ottorino Respighi, la sua… musica manda in solluchero la schiera di fans al femminile e al tappeto i malcapitati avversari ai quali lascia un solo set in sei incontri.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2004
  • Campionati Internazionali di Francia 1998

Finale 2004

Carlos Moya (Spa) b. David Nalbandian (Arg) 6-3 6-3 6-1

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Amelie  Mauresmo

Country
Amelie Mauresmo

St. Germains en Laye 04.07.1979

Al pari di tante giocatrici del vecchio e nuovo secolo anche Amelie passa giovanissima al professionismo ma, al contrario di molte meteore e qualche fenomeno, la sua escalation è molto lenta e solo nel ’98 inizia a fare capolino nel tennis che conta guadagnando la finale negli Open di Germania. L’anno dopo è finalista agli Australian Open e al Paris Indoor. A fine stagione mette piede fra le Top ten e qui sembra fermarsi: il suo tennis è bello a vedersi, il suo rovescio a una mano è entusiasmante ed è pure coraggiosa, però le manca il colpo del k.o., l’elemento indispensabile per completare la propria maturazione. Ma è caparbia e volitiva e a piccoli passi – settembre 2004 – riesce perfino a conquistare la prima posizione del ranking mondiale pur non riuscendo a centrare ancora alcun titolo nei tornei dello Slam. Quelli arriveranno più avanti nel 2006 quando conquisterà gli Open d’Australia e i Championships di Wimbledon battendo in entrambe le occasioni una grande campionessa come la belga Justine Henin.

A Roma Amelie si trasforma, forse perché lei ama Roma o perché il pubblico del Foro Italico l’adora. Quando scende sul centrale diventa quasi imbattibile: dopo una semifinale infila tre finali e, finalmente, due titoli, consecutivi. Il primo lo conquista nel 2004, suo primo anno d’oro, battendo Jennifer Capriati a conclusione di un match giudicato fra i più belli ed emozionanti di sempre; il secondo a spese della sorprendente e talentuosa svizzera Patty Schnyder al termine di tre set altrettanto entusiasmanti.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’ltalia 2004 2005
  • Campionati Internazionali d’Australia 2006
  • Wimbledon 2006

Finale 2004

Amelie Mauresmo (Fra) b.Jennifer Capriati (Usa) 3-6 6-3 7-6

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2005

Rafael  Nadal

Country
Rafael Nadal

Manacor 02.06.1986

Quando arriva a Roma per disputare i suoi primi Internazionali d’Italia Rafael non ha ancora 19 anni ma è già n. 7 dei mondo nonché freschissimo vincitore degli Open di Monte-Carlo e di altri cinque titoli più la Coppa Davis conquistata a spese degli Stati Uniti. Il grande pubblico che gremisce il Foro Italico non lo ha mai veduto all’opera dal vivo ma in due minuti lo elegge a proprio beniamino perché il “Rafa” ha la faccia pulita del bravo ragazzo però sul campo è una furia, corre come un disperato da un capo all’altro del campo e mena botte da orbi (ma lui ci vede benissimo) con quel suo diritto arrotatissimo per giocare il quale rincorre la palla perfino sulle tribune.

Combattendo con l’argentino Guillermo Curia disputa una delle più belle finali di tutti i tempi, sicuramente la più lunga in termini di durata: cinque ore e quattordici minuti di battaglia senza quartiere e di suspence che tiene inchiodato il pubblico sulle gradinate come se stesse assistendo ad un film di Hitchcock.

Da lì ad un mese Rafael Nadal centrerà anche il suo primo Roland Garros. E darà inizio a una grande storia che lo porterà a infrangere tutti i record che un tennista può battere sulla terra battuta, senza negarsi imprese strepitose anche sull’erba di Wimbledon o sui campi duri di New York e Melbourne. Diventando uno dei campioni più vincenti della storia e, insieme a Roger Federer, simbolo di un’epoca d’oro del tennis.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2005 2006 2007 2009 2010 2012 2013 2018 2019 2021
  • Open d’Australia 2009 2022
  • Campionati Internazionali di Francia 2005 2006 2007 2008 2010 2011 2012 2013 2014 2017 2018 2019 2020 2022
  • Wimbledon 2008 2010
  • US Open 2010 2013 2017 2019

Finale 2005

Rafael Nadal (Spa) b. Guillermo Coria (Arg) 6-4 3-6 6-3 4-6 7-6

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Amelie  Mauresmo

Country
Amelie Mauresmo

St. Germains en Laye 04.07.1979

C’era tutto il gotha del tennis femminile a Roma nell’anno del bis di Amelie Mauresmo, con la star Maria Sharapova testa di serie n.1. e Serena Williams n.3. Ma l’americana avrebbe subito all’esordio l’aggressività di Francesca Schiavone, poi giunta di slancio sino ai quarti di finale. E la russa non sarebbe venuta capo in semifinale dell’elvetica Patty Schnyder, capace di rimontarle un set di svantaggio. La finale tra una grande attaccante come la Mauresmo e una coriacea contrattaccante come la Schnyder va in archivio come una delle più spettacolari, chiusa dalla francese in tre set allo scoccare della seconda ora di gioco.

Finale 2005

Amelie Mauresmo (Fra) b. Patty Schnyder (Svi) 2-6 6-3 6-4

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2006

Rafael  Nadal

Country
Rafael Nadal

Manacor 02.06.1986

Nel 2006 Rafa Nadal si presenta al Foro Italico da campione in carica e re della terra battuta. Ha saltato l’Australian Open per un infortunio al piede, ha inflitto a Federer la prima sconfitta stagionale a Dubai e trionfato sul rosso a Montecarlo e Barcellona. Agli Internazionali BNL d’Italia cede solo un set fino alla finale, al primo turno contro l’amico Carlos Moya. È la seconda volta nella storia del torneo che all’esordio si affrontano i vincitori delle due precedenti edizioni: era già successo nel 1978 quando Adriano Panatta, campione nel 1976, esordì contro Vitas Gerulaitis, che si era imposto nel ‘77. Nadal batte poi Volandri, Henman, Fernando Gonzalez e Monfils cedendo appena 18 game. La finale è consegnata ormai alla leggenda. Nadal salva due match point al quinto set, batte Federer per la quinta volta in sei confronti diretti e dopo cinque ore e sei minuti diventa il quarto nella storia dopo Drobny, Courier e Muster a conquistare il titolo al Foro Italico per due anni di fila. Con questo trionfo eguaglia due primati in un colpo solo: i 16 tornei vinti prima dei vent’anni da Bjorn Borg e le 53 vittorie consecutive sulla terra rossa di Guillermo Vilas.

Finale 2006

Rafel Nadal (Spa) b. Roger Federer (Svi) 6-7 7-6 6-4 2-6 7-6

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Martina  Hingis

Country
Martina Hingis

Kosice 29.09.1980

La seconda carriera di Martina Hingis riparte da Roma. A dieci anni dalla sua prima finale al Foro Italico, a otto dal suo trionfo del 1998, la svizzera riprende il discorso lasciato sospeso al momento dell’annuncio del ritiro, nel febbraio 2003. Al Foro Italico, in quell’edizione, Hingis è diventata la bestia nera delle italiane. Ha battuto Sara Errani al primo turno, Francesca Schiavone al terzo e Flavia Pennetta nei quarti, senza perdere un set. Non è più la padrona rimasta al numero uno della classifica per 209 settimane non consecutive tra il 1997 e il 2000. Ma riesce a rimontare il 6-0 subito nel primo set della semifinale contro Venus Williams che sognava la rivincita dopo la finale persa otto anni prima. La finale contro Dinara Safina prende vita solo nella parte finale. Hingis vola sul 6-2 4-1 con palla break per il 5-1, subisce il ritorno della russa fino al 5-5, salva tre palle break nell’ultimo game e chiude 6-2 7-5.

Due gli altri momenti chiave che scandiscono la sua rinascita nel 2006: i quarti di finale all’Australian Open e la vittoria su Maria Sharapova, a Tokyo, dove quattro anni prima aveva conquistato il suo quarantesimo titolo, l’ultimo della prima parte della sua carriera. Martina completerà la stagione da numero 7 del mondo, con un secondo titolo a Calcutta e la qualificazione ai WTA Championships.

Finale 2006

Martina Hingis (Svi) b. Dinara Safina (Rus) 6-2 7-5

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2007

Rafael  Nadal

Country
Rafael Nadal

Manacor 02.06.1986

Rafa Nadal completa un tris da record al Foro Italico. A Roma, il maiorchino si presenta dopo aver conquistato il titolo a Montecarlo e Barcellona. Ha riscattato sulla sua superficie un avvio di stagione sul duro segnato dall’uscita nei quarti all’Australian Open e da un solo titolo, a Indian Wells, in finale su Djokovic. Ritrova proprio il serbo nei quarti agli Internazionali BNL d’Italia, dopo le vittorie su Daniele Bracciali e Mikhail Youzhny. Mostra un tennis migliorato, più ordinato, vince 6-2 6-3 e raggiunge le 75 vittorie consecutive sulla terra battuta. Eguaglia, e poi batterà, il primato di successi su una sola superficie al maschile di John McEnroe e lancia l’inseguimento al record assoluto, le 125 di Chris Evert, una serie interrotta proprio a Roma il 12 maggio 1979.

Il match del torneo rimane la semifinale contro Nikolaj Davydenko: 3 ore e 38 minuti di battaglia epica. Nadal vince il primo set al tiebreak dopo aver salvato un set point, cede il secondo sempre 7-6, con il russo che rimonta da 5-3 e chiude 10-8 alla settima occasione, e completa 6-4 al terzo grazie al guizzo decisivo sul 4 pari. La finale contro Fernando Gonzalez è una formalità. Nella prima finale del torneo al meglio dei tre set nella storia, il maiorchino diventa il primo a vincere al Foro Italico per tre volte di fila.

Conquisterà presto per la terza volta di fila “lo Slam sul rosso” ovvero i titoli a Montecarlo, Roma e al Roland Garros, come riuscito nella storia solo a Ilie Nastase nel 1973 e Thomas Muster nel 1996.

Finale 2007

Rafael Nadal (Spa) b. Fernando Gonzalez (Chi) 6-2 6-2

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Jelena   Jankovic

Country
Jelena Jankovic

Belgrado 27.02.1985

Jelena Jankovic è una campionessa fragile. Ha vinto 13 titoli WTA e perso 21 finali, anche per i troppi dubbi che l’hanno frenata nei momenti importanti. Nel 2008, il suo anno migliore, ha raggiunto la sua unica finale Slam, agli US Open, e toccato per la prima volta il numero 1 del ranking, mantenuto per 18 settimane. Terzogenita di due economisti, cresciuto nell’accademia di Nick Bollettieri, ha ottenuto il suo primo titolo a Dubai nel 2004. A Roma, nel 2007, si presenta forte del titolo a Auckland (su Zvonareva dopo aver salvato due set point nel primo parziale) e soprattutto a Charleston, il suo primo in carriera in un torneo Tier I, dopo la rivincita su Mara Santangelo che l’aveva battuta a Miami, una splendida semifinale vinta su Venus Williams e il doppio 6-2 a Dinara Safina in finale. Al Foro Italico, la serba veleggia fino al titolo senza perdere un set battendo Alona Bondarenko, Elena Dementeva, Patty Schnyder in semifinale (concedendole solo 4 game) e Svetlana Kuznetsova in una finale equilibrata nel primo parziale. In quel 2007 vincerà anche a Birmingham, perderà all’atto conclusivo a Toronto e Pechino e chiuderà la stagione con la sua prima qualificazione ai WTA Championships. Preludio alla sua migliore stagione, quel 2008 in cui sarà semifinalista in Australia e a Parigi, finalista a New York e raggiugerà per una settimana il rango di n.1 del mondo.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’ltalia 2007 2008

Finale 2007

Jelena Jankovic (Srb) b. Svetlana Kuznetsova (Rus) 7-5 6-1

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2008

Novak  Djokovic

Country
Novak Djokovic

Belgrado 21.05.1987

Novak Djokovic ha trascorso tutta la vita con un unico, grande obiettivo: diventare numero 1. Un sogno che ha realizzato il 4 luglio 2011 con la prima delle infinite settimane passate in vetta al ranking. È il 1993 quando il giovane Djokovic vede Sampras trionfare a Wimbledon. Da allora comincia ad allenarsi con Jelena Gencic, leggenda della pallamano jugoslava che ha scoperto Monica Seles. Lo fa allenare anche sotto i bombardamenti, lo allieta con i versi di Puskin e, quando Novak ha 13 anni, lo segnala a Nikki Pilic che ha aperto un’accademia a Monaco di Baviera. Per sostenere la sua carriera, papà Srdjan si indebita fino al collo ma ne viene ripagato. Nel 2006, è già il più giovane in top-100. Rifiuta un’offerta della federazione britannica e incontra l’uomo che gli cambierà vita e carriera, il suo storico allenatore e cioè l’ex giocatore slovacco Marian Vajda. Così conquista a Amersfoort e Metz i primi due tornei di una carriera strepitosa dove spiccano 22 titoli dello Slam.

Già nel 2007 aveva mostrato che sarebbe stato lui in prospettiva il grande rivale di Nadal sul ‘rosso’ di Roma: non deve trarre in inganno il 6-2 6-3 con cui lo spagnolo lo superò nei quarti di finale: fu partita durissima. Parola di Rafa. Nel 2008, infortunato e fuori al primo turno lo spagnolo, Djokovic arriva in finale in modo rocambolesco, grazie all’indigestione che colpisce (e costringe al ritiro) Radek Stepanek (che aveva battuto Federer nei quarti di finale). Il ceco è costretto a scendere in campo contro di lui in anticipo, a stomaco pieno, causa il forfait di Roddick, infortunatosi dopo tre game della prima semifinale, che promuove Stan Wawrinka, n. 24 del mondo, alla prima finale in un Atp Masters 1000. Nole batterà poi lo svizzero in tre set, in una sfida che negli anni si sarebbe riproposta anche in finali da Slam.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 2008 2011 2014 2015 2020 2022
  • Open d’Australia 2008 2011 2012 2013 2015 2016 2019 2020 2021 2023
  • Campionati Internazionali di Francia 2016 2021
  • Wimbledon 2011 2014 2015 2018 2019 2021 2022
  • US Open 2011 2015 2018

Finale 2008

Novak Djokovic (Srb) b. Stan Wawrinka (Svi) 4-6 6-3 6-3

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Jelena  Jankovic

Country
Jelena Jankovic

Belgrado 27.02.1985

Jelena Jankovic adora Roma. Le piace la storia, il cibo, la possibilità di fare shopping. Nel 2008, la stagione che la porterà al numero 1 del mondo e alla prima finale Slam, si presenta al Foro Italico per difendere il titolo vinto dodici mesi prima senza aver ancora alzato un trofeo. È arrivata in semifinale all’Australian Open (dopo aver piegato Serena Williams), ha giocato a Miami la prima finale dell’anno ma sulla terra battuta non è andata oltre i quarti a Charleston e Berlino.

Agli Internazionali BNL d’Italia, però, ritrova stimoli e gioco. In tutta la settimana perde solo un set, nel quarto di finale contro Venus Williams che pure chiude il primo set 7-5 e sale 2-0 con due chances per il 3-1 nel terzo. Nel giorno del forfait di sua sorella Serena, però, a Venus non bastano 33 discese a rete contro una delle giocatrici che difendono meglio nel circuito WTA, soprattutto dalla parte del rovescio, anche perché è una mancina abituata a scrivere e giocare con la mano destra. In finale, l’ancora inesperta francese Alize Cornet raccoglie appena quattro game e Jelena regala l’unica vera emozione quando chiama il fisioterapista sul 4-1 nel secondo set.

Finale 2008

Jelena Jankovic (Srb) b. Alizé Cornet (Fra) 6-2 6-2

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2009

Rafael  Nadal

Country
Rafael Nadal

Manacor 02.06.1986

E’ Rafa Nadal il vero imperatore di Roma, il principe del Foro Italico. È il primo a conquistare quattro titoli agli Internazionali BNL d’Italia. È l’ultimo acuto di una stagione monca per l’infortunio al ginocchio. Un anno cominciato con l’epico trionfo all’Australian Open, dopo le 5 ore e 14′ di semifinale contro Fernando Verdasco e la prima vittoria su Federer in uno Slam sul duro. Diventa il quarto giocatore dopo Jimmy Connors, Mats Wilander e Andre Agassi a vincere almeno un major su tre diverse superfici, e conquista a Indian Wells il suo tredicesimo Masters 1000. Dopo i quarti a Miami, sulla terra rossa scrive la storia. È il primo, a Montecarlo, a vincere un 1000 per cinque anni di fila.

Estende il suo dominio a Barcellona e agli Internazionali BNL d’Italia. Arriva in finale perdendo appena 18 game. Batte Andreas Seppi, che gli strappa il primo game di servizio del torneo ma poi nulla può fare. Domina 6-1 6-0 Soderling, che poche settimane dopo sarà il primo a batterlo nel suo regno, al Roland Garros. Supera 6-3 6-3 Verdasco, all’ottava sconfitta consecutiva, e Fernando Gonzalez, che ha vinto tre dei primi quattro confronti diretti ma per la quinta volta non gli toglie nemmeno un set. La finale, di fatto, dura fino al tiebreak del primo set. Novak Djokovic si inchina all’ottava sconfitta su otto sulla terra rossa. Deve accontentarsi di fare l’imitazione di Nadal nella cerimonia di premiazione. E osservare il quarto trionfo dell’imperatore di Roma.

Finale 2009

Rafael Nadal (Spa) b. Novak Djokovic (Srb) 7-6 6-2

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Dinara  Safina

Country
Dinara Safina

Mosca 26.04.1986

Per anni, Dinara Safina è stata solo la sorella minore di Marat Safin, carismatico n.1 del ranking Atp a fine 2000. Ha vinto 12 titoli WTA, è diventata numero 1 del mondo pur senza Slam all’attivo, ma con tre finali perse, ma le è rimasta l’etichetta di promessa non del tutto mantenuta. Figlia del direttore del Tennis Club Spartak di Mosca, cresce nel mito di Steffi Graf e Martina Hingis, ma presto deve abbandonare l’idea di seguire le geometrie della svizzera. Col suo tennis fatto di forza e non di sottigliezze tattiche, a Roma nel 2006 batte Kim Clijsters, Elena Dementieva e Svetlana Kuznetsova, prima di essere sconfitta in finale proprio da Hingis. La svolta arriva nel 2008. Vince a Berlino, battendo anche Justine Henin che avrebbe annunciato il ritiro dopo una settimana, e si lancia verso la finale al Roland Garros, salvando un match-point a Sharapova e Dementieva, e l’oro olimpico di Pechino.

Il 2009 è la sua stagione migliore, incastonata dalla finale all’Australian Open e a Parigi, dalla semifinale a Wimbledon e dalle 26 settimane al numero 1 del mondo. Agli Internazionali BNL d’Italia, Dinara piega in semifinale Venus Williams nel match del torneo: tre ore e nove minuti di battaglia segnata da 70 vincenti e 93 errori complessivi. Safina è una lottatrice, odia la sconfitta, e in finale, dopo tre vittorie al terzo set, lascia cinque game a Svetlana Kuznetsova che si prenderà poi la rivincita al Roland Garros. Diventa così la prima russa nell’albo d’oro del torneo e smette di essere solo la sorellina di Marat.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’ltalia 2009

Finale 2009

Dinara Safina (Rus) b. Svetlana Kuznetsova (Rus) 6-3 6-2

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