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Djokovic il filosofo è pronto per Roma: “Non è necessario essere perfetti”

Alla vigilia del debutto agli Internazionali BNL d’Italia, venerdì alle 19 sul Centrale contro l’argentino Etcheverry, il numero uno del mondo ha parlato delle sue condizioni, di Alcaraz e della possibile assenza di Nadal al Roland Garros, ma anche dell’importanza di mostrare le proprie emozioni. Debolezze comprese

Questo contenuto è stato pubblicato 12 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Martedì a Roma, per iniziare a prendere confidenza con i campi del Foro Italico. Poi mercoledì a Milano, per assistere – purtroppo per lui – alla sconfitta del suo Milan contro l’Inter nell’euroderby di Champions League. Poi di nuovo Roma, giovedì, per riprendere la rifinitura alla vigilia del debutto agli Internazionali BNL d’Italia. Venerdì sera per Novak Djokovic ci sarà l’argentino Tomas Etcheverry, che da tempo aggiorna simpaticamente i suoi follower di Instagram sulla distanza che lo separa nel ranking ATP proprio da Novak. È ancora tanta, ma negli anni è calata continuamente e oggi i due frequentano gli stessi tornei. “Non lo conosco molto – ha detto il serbo nella sua conferenza stampa pre torneo –, ma ho visto spesso i suoi post sui social. Mi sembra un bravo ragazzo, uno che lavora duro e lotta in campo. Gli auguro il meglio, eccetto domani sera (ride, ndr)”.

Per Djokovic il ritorno in Italia è sempre un enorme piacere, in particolare a Roma dove ha già vinto sei volte: la prima 15 anni fa e l’ultima nella passata stagione. C’è qualche interrogativo sulle sue condizioni, visto che negli ultimi due mesi ha disputato appena 4 incontri vincendone 2, ma invece di giocare a Madrid ha lavorato sulla messa a punto nella sua Belgrado, e nella Capitale punta ad andare in fondo spinto dall’affetto di un pubblico che lo ama sempre di più. “Sono molto felice di essere qui – ha detto ancora – e mi sento bene. La competizione mi è mancata. Dal punto di vista fisico c’è sempre qualcosina che potrebbe funzionare meglio, ma a questi livelli è normale. Storicamente Roma è sempre stato per me un torneo importante, il migliore fra quelli sulla terra: qui ho vinto tante volte e ho giocato tante finali. Mi auguro che anche quest’anno si possa rivelare un trampolino prezioso in vista del Roland Garros”.

Finalmente con Alcaraz, aspettando Nadal

Gli Internazionali BNL d’Italia sono il primo torneo del 2023 nel quale sono presenti nello stesso tabellone sia Djokovic sia Carlos Alcaraz, arrivato oggi nella Città Eterna (per la prima volta). “È strano che non fosse ancora successo di trovarci nello stesso torneo – ha detto Novak – ma per questioni legate all’uno o all’altro è andata così. Al termine di questo torneo, indipendentemente da come finirà, Alcaraz sarà numero uno del mondo e se lo merita. Sta giocando a un livello impressionante e al momento su questa superficie è il giocatore da battere. Resta da vedere se Nadal giocherà o meno a Parigi, ma non ci sono dubbi sul fatto che Carlos sia uno dei favoriti. Ci siamo affrontati una sola volta nel 2022 a Madrid (vinse lo spagnolo per 6-7 7-5 7-6, ndr), e se dovessimo ritrovarci qui sarebbe in finale. Farebbe piacere a entrambi, ma il torneo è ancora lungo e ci sono tanti giocatori competitivi”.

Per i due pretendenti al trono, Roma è l’ultima grande occasione per rifinire la condizione in vista del Roland Garros, dove però potrebbe spuntare il terzo incomodo Nadal, Re indiscusso di Parigi. “La sua presenza o meno – ha spiegato Nole – non influenzerà la mia preparazione. Io penso solo ad arrivare preparato al meglio. Senza dubbio per il mondo del tennis un Roland Garros senza Nadal non sarebbe la stessa cosa, visto il successo che ha avuto in quel torneo e l’impatto delle sue vittorie sulla storia del nostro sport. Sono sicuro che chiunque voglia vederlo di nuovo competere, e lo voglio anche io, perché quando ci sono tutti i più forti la sfida è ancora più stimolante. So che si sta allenando e sta provando a prepararsi. Non so come stia in questo momento, ma sono certo che farà il possibile per essere a Parigi”.

Internazionali BNL d’Italia 2023 Roma 11/05/2023 Novak Djokovic in conferenza stampa Foto Giampiero Sposito

«Essere deboli non è un peccato»

Nella parte finale della sua conferenza stampa, stuzzicato da una domanda sul fatto che Holger Rune sceglierebbe lui fra i Fab Four per uscire a cena, ammirato dalle decisioni difficili prese nella sua carriera, il serbo si è lasciato andare a una riflessione filosofica molto interessante. In pieno Djokovic style. “Nella mia vita – ha spiegato – sono stato molto fortunato. I successi sono frutto anche dei sacrifici quotidiani, ma non ho intenzione di sedermi qui a raccontarvi quanto sia difficile la mia vita, perche non lo è. C’è gente che attraversa difficoltà enormi in confronto alle mie. Credo sia importante rendersi conto che ogni persona ha quotidianamente a che fare con le proprie sfide e i propri ostacoli. Da qualche parte ho letto la frase ‘it’s okay not to be okay’ (in italiano diventa qualcosa come ‘va bene non andare bene’, ndr), e credo siano parole molto sagge. Ogni giorno sentiamo parlare di quanto dobbiamo essere forti e fare sempre il massimo, e a chiunque, quando attraversa una difficoltà, capita di essere giudicato per i sentimenti che esprime. Come se non si potesse mai fare vedere le proprie debolezze. Invece, a volte, piangere e avere la possibilità di lasciarsi andare è una liberazione”.

“Credo – ha continuato – che molta gente mi possa capire, perché non conosco nessuna persona perfetta, che non deve affrontare ogni giorno qualche difficoltà. Indipendentemente da chi siamo, da che lavoro facciamo o da che ruolo abbiamo nella società, tutti dobbiamo attraversare certe difficoltà. Credo che a volte sia importante ripartire dalle basi e ricordarsi come mai abbiamo iniziato a fare certe cose. Nel mio caso, faccio il tennista perché è ciò che sognavo da bambino. Un bambino nel 99% dei casi inizia a praticare uno sport perché gli piace e gli dà gioia. Ricordarselo nei momenti difficili aiuta a superarli. E aiuta anche a rimanere con i piedi per terra. Lui l’ha sempre fatto e continua a farlo, in attesa di spostarli da per terra a sulla terra. Quella del Centrale, venerdì alle 19. Il pubblico romano non vede l’ora.

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