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Hanno detto

«Salve, mi chiamo Fabian. E ho giocato la partita perfetta»

“Non credo – spiega Marozsan – che cambierà qualcosa nella mia vita. Sarò sempre lo stesso ragazzo di prima, solo che magari adesso mi chiederanno qualche autografo e qualche foto in più. Fino a ieri potevo girare il Foro Italico serenamente senza essere fermato da nessuno…”

Questo contenuto è stato pubblicato 12 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Il mio nome è Fabian Marozsan, salve a tutti”. Si conquista subito la simpatia della sala stampa, l’ungherese che ha appena giocato la partita della vita. 23 anni, nato a Budapest, Fabian ha eliminato dal torneo il favorito Carlos Alcaraz eppure non tradisce una emozione particolare.“Non credo – spiega – che cambierà qualcosa nella mia vita. Sarò sempre lo stesso ragazzo di prima, solo che magari adesso mi chiederanno qualche autografo e qualche foto in più. Fino a ieri potevo girare il Foro Italico serenamente senza essere fermato da nessuno…”.

“Ho cominciato a giocare a 5 anni – prosegue – e devo tutto a mio padre, che mi ha messo in mano una racchetta e mi ha insegnato i primi colpi. Il mio obiettivo qui a Roma era vincere un match nelle qualificazioni, adesso sono andato più avanti e sono felice di quello che ho ottenuto. È il mio primo torneo in tabellone nel Tour e meglio di così non poteva andare. Contro Alcaraz ho giocato un match perfetto, c’è poco altro da dire. Mi è uscito tutto quello che volevo, niente altro da aggiungere”.

Tra i vari colpi eccezionali giocati dall’ungherese, spicca uno splendido drop shot. “La palla corta è un colpo che uso spesso, è sempre stato nel mio repertorio. Sulla terra la uso maggiormente rispetto ai campi veloci, ma oggi non l’ho utilizzata più del solito. In certe occasioni mi è tremato un po’ il braccio, ma forse anche il mio avversario non era tranquillo. Quando ero sotto per 1-4 nel tie-break ho cercato solo di mettere la palla in campo e vedere cosa accadeva”.

Non veniva da un periodo brillantissimo, Fabian. “Ho giocato il Challenger 175 di Cagliari, perdendo contro Shelton ma giocando un buon tennis. In precedenza invece avevo avuto qualche problema, non stavo giocando particolarmente bene. Ero confuso, non sapevo bene cosa fare in campo. Ho pensato che avrei dovuto cambiare qualcosa, anche nel mio team forse. Qui a Roma in realtà mi è andata bene, perché nelle qualificazioni avevo quasi perso contro Skatov, ero sotto 5-4 e il mio avversario ha servito per il match. Poi qualcosa è cambiato, ed eccomi qui”.

“Il mio idolo? È sempre stato Rafael Nadal. So bene che abbiamo degli stili di gioco molto diversi, ma per lui era e rimane il migliore in questo sport”.

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