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Medvedev: “Non penso al numero 2”

Daniil Medvedev

Questo contenuto è stato pubblicato 3 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Daniil Medvedev non ha mai vinto una partita agli Internazionali BNL d’Italia. Il suo tennis, ammette, non funziona bene su questa superficie. Ma dei miglioramenti, anche nel Masters 1000 di Madrid si sono visti. Nella conferenza stampa della vigilia del torneo, il finalista dell’Australian Open riconosce che la strada è ancora lunga.

“Per me giocare sulla terra rossa è difficile, fisicamente e mentalmente. Il mio gioco non è adatto a questa superficie, devo forzare il mio corpo, i miei muscoli, e anche i miei colpi – ha detto -. Penso che alla fine Madrid è stato un buon torneo per mw, ho giocato bene anche con Garin pur avendo perso”.

In questo momento, non penso ai punti che mi separano da Nadal in classifica

Essendo un Top 3, ha aggiunto Medvedev, l’obiettivo iniziale in un torneo non può che essere alzare il trofeo. Anche sulla terra battuta. “Ho giocato due buone partite a Madrid – ha sottolineato -. Ho vinto con Alejandro Davidovich-Fokina, che aveva battuto Berrettini a Montecarlo, e Berrettini è in finale a Madrid. Ho perso con Garin, che poi è stato avanti di un set e un break contro Matteo”. Agli Internazionali BNL d’Italia, il suo percorso inizierà contro il serbo Miomir Kecmanovic o il connazionale Aslan Karatsev, che aveva definito “l’arma segreta” della Russia in ATP Cup a inizio stagione.

Per andare avanti sul rosso, ha spiegato, degli adattamenti rispetto ai suoi schemi abituali sul duro sono inevitabili. “Se gioco esattamente come faccio sul duro anche sulla terra, non vincerò mai sul rosso. Ma non sarò mai come quei giovani spagnoli che da sempre sono abituati a girare intorno al rovescio, a colpire con molto spin, a giocare profondo e alto sopra la rete”.

Infine, ha detto Medvedev, soprattutto nei tornei sulla terra rossa non guarda tanto alla classifica, “Non penso ai punti che mi separano da Rafa, che dovrei guadagnare per poter essere numero 2 del mondo. Ogni partita in più che vinco nei tornei sulla terra, è bene per la mia fiducia”.

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