
Giove Pluvio ha provato a fermarlo ma ha fallito persino lui: il nuovo dio del tennis, Carlos Alcaraz è riuscito a compiere la missione. Ha riconquistato la prima posizione nella classifica mondiale, fatto che sarà sancito lunedì 22 maggio, all’indomani della finale degli Internazionali BNL d’Italia 2023.
Il compito di per sé in effetti non era particolarmente complicato: gli bastava scendere in campo per conquistare in automatico i 25 punti assegnati al secondo turno del Masters 1000 romano e così scavalcare Novak Djokovic, solo 5 punti avanti a lui, che essendo campione uscente al Foro Italico può al massimo confermare il suo attuale bottino (Per riuscirci però deve conquistare il settimo titolo).
Carlito invece, prontissimo a non far rimpiangere l’assenza di Rafael Nadal, aveva solo da guadagnare, a cominciare dall’esordio contro il connazionale Albert Ramos- Vinolas, avversario più noioso e fastidioso della pioggerella sotto la quale ha preso avvio l’incontro.
Il mancino di Barcellona, dall’espressione triste, è uno dei giocatori più regolari dell’ultimo decennio, nel quale è praticamente sempre rimasto tra i primi 100 del mondo, mediamente meglio piazzato del posto n.72 che occupa attualmente. Quattro titoli all’attivo, tutti sulla terra battuta, oltre 10 milioni di dollari vinti e un tennis talmente poco brillante da rendere la sua presenza nel circuito semitrasparente.

Eppure quando te lo ritrovi davanti, specie su un campo di argilla rossa bello inzuppato come il Centrale di Roma oggi, improvvisamente si materializza come uno dei tuoi incubi peggiori.
Alcaraz lo aveva già incontrato tre volte, uscendone sempre vincente ma mai divertito, anzi. L’ultima sfida, quella del Roland Garros 2022, è stata particolarmente sofferta, chiusa al quinto set dopo essere stato 2-1 in svantaggio.
Così, la partenza in salita, cedendo subito il servizio all’avversario, non deve aver particolarmente rallegrato il povero Carlito, che dà il meglio di sé quando il gioco è spumeggiante e può mettere in mostra tutta la “cazzimma” pirotecnica che ne fa il nuovo astro esplosivo del tennis mondiale.
Quando affronti uno come Ramos Vinolas di spumeggiante non c’è mai niente, al massimo puoi schiumare di rabbia quando sbagli cercando di uscire dalla ragnatela di scambi nella quale il catalano avvolge i suoi avversari. I fuochi artificiali che avevi in tasca si bagnano e ti devi mettere lì, con tanta pazienza, e andarti a prendere i “quindici” uno per volta, raccogliendoli nella poltiglia rossa, macinando chilometri e chilometri. Devi andare a scavare la voglia di farlo, che non sempre è facile perché tutti danno per scontato che tu, se sei Carlito, vinca. Se lo fai non dimostri niente di nuovo ma per riuscirci ti tocca sgobbare come un mulo.

Carlos Alcaraz è già un campione anche per questo, perché dopo essere partito sotto 0-2, si è messo lì a remare, come si dice in gergo (con una similitudine che rende bene l’idea) con l’umiltà necessaria a far capire a Ramos Vinolas che, volendo, era più regolare e inesorabile di lui anche nel pantano. Controbreak subito e poi strappo decisivo sul 5-4 per chiudere la prima partita. La seconda diventa una formalità per il 6-4 6-1 finale.
E’ così che si diventa n.1 del mondo. E oggi Carlos Alcaraz lo è ridiventato.
Condividi