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BERRETTINI UNA VITTORIA PER LA NONNA
“Fa strano giocare in uno stadio vuoto”

Matteo Berrettini (foto Adelchi Fioriti)

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Non ha più la barba da “Cast away”. Ha un accenno di codino, semi-nascosto dalla visiera del cappellino da baseball indossato al contrario, e il tennis efficiente che serve per entrare in ritmo sul rosso senza spendere troppo. Matteo Berrettini, numero 8 del mondo, inaugura i suoi Internazionali BNL d’Italia con un 7-5 6-1 a Federico Coria, fratello di Guillermo e numero 104 del mondo. Il punteggio  dà la misura di una partita che può permettersi di giocare a due velocità. Il primo set è come un lungo giro di ricognizione, l’ultima messa a punto prima di entrare nel torneo.

Ero un po’ disorientato all’inizio, il campo vuoto è stato difficile da digerire. Fa strano la tua voce che rimbomba, la palla che fa un rumore sordo. Sul 5-5 mi sono detto che era normale sentirmi strano, dovevo stare lì, sul pezzo. Dal 6-5 credo di aver liberato il mio tennis. Ho cominciato a fare più male” ha detto in conferenza stampa.

“E’ vero che il pubblico aiuta molo però mette anche grande pressione. Entrare sul Centrale pieno mette anche un po’ di tensione” ha aggiunto Berrettini, che ha dedicato la vittoria alla nonna brasiliana, premiata con il messaggio sulla telecamera. “Anche se non so se ha visto la partita, non l’ho ancora sentita” spiega in conferenza stampa.

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La sua nona vittoria in un Masters 1000 non è mai davvero in discussione. E’ passato un anno dall’ultima sconfitta del numero 1 d’Italia contro un avversario fuori dai primi 100, Egor Gerasimov sul duro indoor a San Pietroburgo lo scorso settembre. Ma il bielorusso era un giocatore tutto servizio, volée e gran vincenti da dietro su un campo molto rapido. Coria è un giocatore che arrota da dietro come i sudamericani degli anni Ottanta e Novanta, ma i suoi vincenti a fine partita si contano sulle dita di una mano. Berrettini aspetta Stefano Travaglia, numero 84 del mondo, per un ottavo di finale tutto italiano dopo il 7-6 7-5 dell’azzurro a Borna Coric, numero 26.

Il numero 1 d’Italia, che aveva battuto Coria nelle semifinali del Challenger di San Benedetto del 2017 prima che l’argentino debuttasse nel circuito maggiore, ha messo le ali nelle esibizioni durante il lockdown. A luglio è arrivato a giocare perfino tre partite su tre superfici diverse in 72 ore a luglio. Sabato a Kitzbuhel su terra rossa, domenica a Nizza per battere Stefanos Tsitsipas e vincere la prima edizione dell’Ultimate Tennis Showdown, il torneo di Mouratoglou con i set a tempo e le carte jolly, martedì a Berlino sull’erba.

Ha dato segnali incoraggianti in estate. A Kitzbuhel e Berlino ha battuto due volte Roberto Bautista Agut, che è appena diventato padre e per questo ha saltato gli Internazionali BNL d’Italia. In Austria, è arrivato terzo perdendo contro Karen Khachanov e Andrey Rublev, un cattivo presagio a posteriori. A Berlino, sull’erba nell’hangar dell’aeroporto della capitale, si è fermato a pochi punti dalla vittoria contro Dominic Thiem.

L’ottavo di finale dello US Open resta un fiore non colto, risultato di una serie di sfortunati eventi: un calo di condizione, la testa che gira, il russo che serve e risponde meglio. Berrettini, come i grandi centravanti alla Christian Vieri, ha bisogno di tempo per entrare in forma a inizio stagione. E quello che stiamo vivendo da metà agosto, dopo 177 giorni di sospensione per Covid, è di fatto come un nuovo inizio.

Per sei game, Berrettini e Coria si prendono le misure. Tengono facilmente i turni di battuta, scambiano poco e in diagonale senza azzardi. Appena l’azzurro forza, nell’ottavo game, alla seconda occasione matura il break. Il numero 1 azzurro non lo difende, commette due doppi falli di fila quando serve per il set, ma riesce alla seconda chance ad evitare il tiebreak. Fa più gioco, 17 vincenti a 4 e 12 gratuiti a 9, il maggior peso di palla gli consente di far la differenza negli scambi tra 5 e nove colpi: ne vince 13 su 20 nel primo set.

Nel secondo, Coria tira un solo vincente. Berrettini si scioglie e la partita smette di esistere, se non come buona pratica di allenamento. “E’ passato tanto tempo dal mio ultimo match sul rosso, dovevo essere paziente. Dopo il primo set ho giocato sempre meglio, ho servito meglio, colpito forte di dritto. Sono contento” ha spiegato a caldo l’azzurro dopo il match.

E’ il primo azzurro a centrare agli ottavi. A Roma non ne sono mai arrivati più di quattro. E’ successo nel lontano 1979, erano Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Gianni Ocleppo e Adriano Panatta. L’Italia sogna un nuovo boom.

Che il movimento fosse in salute non era in dubbio, giocare a Roma per noi è speciale, ci dà motivazioni extra. Cerco di dare la versione migliore di me stesso, mi fa piacere pensare che gli altri guardino me perché è così che io sono arrivato qui, guardando Andreas, Fabio, Simone…” ha detto Berrettini, che ancora non ha digerito gli attacchi via social dopo la sconfitta contro Rublev a New York.

“Ho letto cattiverie contro di me, o Thiem e Zverev, come se avessero fatto del male alle famiglie di quelli che scrivevano. Non so cosa ci si aspetti – ha detto -. Mi fa un po’ di tristezza pensare che ci siano persone che insultano professionisti, ci vuole rispetto. Lo sport non è una cosa semplice”

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