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BERRETTINI, URLA NEL SILENZIO
Travaglia lotta ma non basta: 7-6 7-6

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

L’urlo liberatorio di Matteo Berrettini e il rammarico di Stefano Travaglia. Ecco le due facce del derby tricolore, che ha promosso per la prima volta ai quarti di finale in carriera agli Internazionali BNL d’Italia (seconda volta in carriera) il 24enne romano: 76(5) 76(1) il punteggio con cui il numero 8 della classifica mondiale e quarta testa di serie, ha superato in un’ora e 59 minuti il 28enne marchigiano, numero 84 Atp, in tabellone con una wild card. Non è stata una sfida spettacolare, come del resto capita quando si affrontano due tennisti che si conoscono bene e quindi non hanno segreti uno per l’altro, comunque l’allievo di Vincenzo Santopadre pur se contratto nel suo gioco ha saputo far valere sangue freddo e maggior abitudine ai momenti chiave del match facendo pendere la bilancia dalla sua parte, senza rischiare un terzo set che poteva nascondere tantissime insidie.
Dal canto suo il marchigiano, maglia gialla fiammante, incitato in tribuna dalla fidanzata Maria Paola, ha disputato una prova di buon livello (curiosamente stesso numero di vincenti, 17, e di errori non forzati, 28), reggendo il confronto con il numero uno azzurro (come il completo sfoggiato sul Centrale del Foro Italico, purtroppo deserto). Insomma, “Steto”, capace in passato di superare tante battute d’arresto dettate dalla cattiva sorte, a cominciare da quella drammatica caduta sulle scale di casa che gli provocò nel 2011 la lesione dei tendini del braccio sinistro o della frattura dello scafoide della mano sinistra nel 2015, a cui seguì una frattura da stress alla colonna vertebrale (complessivi sette mesi di stop), può guardare al futuro con tanto ottimismo, ora che si è ritagliato uno spazio tra i top 100 del mondo, nel tennis che conta.

“BENE NEI MOMENTI CHIAVE DEL MATCH”

Sapevo che sarebbe stata una partita difficile, lui è un lottatore, si muove davvero bene bene in campo, non ha grossi punti deboli e per caratteristiche è un avversario che mi dà fastidio, non a caso non ci avevo mai vinto prima e quindi nutrivo qualche dubbio – ha ammesso a caldo Berrettini -. Ho dovuto giocare il mio miglior tennis per aggiudicarmi la partita in due tie-break, riuscendo ad esprimermi bene nei momenti chiave dopo esser rimasto concentrato dopo aver perso il servizio, senza farmi destabilizzare da questo sul piano psicologico. Cosa è successo quando ho servito per il match? Stefano ha risposto bene e io non sono stato abbastanza pronto nel primo colpo dopo il servizio.  Comunque sono contentissimo per il risultato fin qui, la mia prima volta nei quarti a Roma, per nulla scontata come cosa”.

TENSIONE DA AMBO LE PARTI, MATTEO FA SUO IL TIE-BREAK

Avvio contratto da ambo le parti, con un break in avvio del capitolino (due doppi falli Travaglia), che però nel quarto game pasticcia affossando in rete un paio di dritti e restituendo il favore. Nel quinto game il marchigiano, anche con un pizzico di fortuna su una palla all’incrocio delle righe veramente al limite, ha fronteggiato tre palle break consecutive, con Berrettini un po’ in confusione e ad accusare sul piano psicologico il derby e probabilmente lo 0-3 nei precedenti, anche se tutti piuttosto datati e a livello di Futures (ultimo incrocio in ordine di tempo nella semifinale ITF di Santa Margherita di Pula 2016).
“Steto” è tatticamente lucido e mantiene i suoi turni di battuta senza grossi patemi (a 30 nel nono game e a 15 nell’undicesimo) assicurandosi il tie-break. “Gioco decisivo” che si apre con due errori gratuiti di Travaglia che consentono a Matteo di issarsi 3-0 e 4-2, però nonostante il vantaggio il numero uno azzurro non si è del tutto scrollato di dosso la tensione, riuscendo a chiudere per 7 punti a 5 dopo un’ora un tie-break giocato più sui nervi che su aspetti tecnico-tattici.

TRAVAGLIA SALVA 1 MATCH POINT MA NON BASTA

Nonostante il vantaggio di un set Berrettini (20 errori non procurati, di cui 13 con il dritto) non si è sciolto fino in fondo e sul 3-3 si è trovato 15-30, situazione in cui una bella mano gli è venuta proprio dall’avversario, con tre gratuiti di fila a consegnare il 4-3 al padrone di casa. Che nel gioco seguente, con l’aiuto di due regali iniziali dell’allievo di Simone Vagnozzi e di un nastro sulla seconda palla break, ha piazzato lo “strappo” però quando è andato a servire per il match ha ceduto per la prima volta il servizio (4-5), affossando in rete un rovescio sotto la pressione di “Steto” (bravissimo prima a piazzare un vincente di dritto in corsa).

Dopo il riaggancio sul 5-5, il romano ha saputo cavarsi d’impaccio da una situazione delicata (0-30). Un doppio fallo dell’ascolano ha regalato il primo match point a Berrettini, che ha affossato in rete la risposta di dritto, con Travaglia solido a portare al tie-break anche questo set. Un errore di rovescio di “Steto” frutta il mini-break per Matteo (2 a 1), che poi allunga per il cambio campo sul 5 a 1 e chiude 7 a 1 quasi allo scoccare delle due ore di gioco.

“MOLTO CONTENTO DELLA MIA CONDIZIONE FISICA”

Sulla strada di Matteo ora di nuovo il norvegese Casper Ruud, numero 34 Atp. “Con il norvegese ho giocato due settimane fa a New York e ieri l’ho visto battere Sonego per cui lo conosco piuttosto bene. In ogni caso chi arriva ai quarti è comunque in forma e ha vinto match prima, sarà in ogni caso una partita difficile. Ogni match è una lotta “, afferma il romano, che giudica positiva la notizia dell’apertura a mille persone sugli spalti per domenica e lunedì. “E’ molto positivo avere pubblico per semifinali e finale, anche se sarebbe stato meglio averlo dall’inizio: fa male vedere lo stadio vuoto, anche se mi ci sto un po’ abituando… Mille persone non sono poche e si fanno sentire. In ogni caso gli stimoli sono comunque forti per andare più avanti possibile“.

Dopo aver elogiato i “ragazzi terribili azzurri” (“Musetti e Sinner sono impressionanti per la loro precocità e la capacità di gestire i momenti chiave con avversari di spessore, alla loro età io avevo molto meno tennis di loro…”), Berrettini guarda anche avanti, in direzione Roland Garros. “Devo dire che sono molto contento della mia condizione fisica, segno che con il mio team abbiamo lavorato bene. Inoltre ogni partita che faccio sto alzando il livello e mettendo dentro cose positive, ci siamo detti di avere pazienza ma con questa forma in crescendo ho tanta fiducia in vista dello Slam parigino“.

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