
Dove ha fallito Taylor Fritz n.9 del mondo da San Diego California è riuscito Francesco Maestrelli, n.182 del mondo da Pisa, da stasera a Roma per tutti “Checco”. Il ventenne allenato a Tirrenia da Gabrio Castrichella ha infatti messo al tappeto il n.1 di Cina, quel Zhizhen Zhang che per primo tra i suoi connazionali nella storia è riuscito ad abbattere la Grande Muraglia della Top 100 e la settimana scorsa si è arrampicato fino ai quarti di finale dell’ATP Masters 1000 di Madrid, battendo il fortissimo statunitense (dopo aver superato anche il n.13 Cameron Norrie).
I RISULTATI: 4 ITALIANI AL TURNO DECISIVO
Per essendo salito così al n.69 del mondo il 26enne di Shanghai ha dovuto affrontare gli Internazionali BNL d’Italia partendo dalle qualificazioni: l’impegno contro il giovane italiano che come miglior classifica poteva vantare il n.167 di 2 mesi fa non doveva impensierirlo più di tanto. Invece ha scoperto subito che quel ragazzone di un metro e 96, che ha cominciato a giocare quando aveva 4 anni per emulare la sorella Valentina e che quando digrigna i denti per la grinta sembra un eroe dei fumetti, era un osso durissimo.
Sul campo 13 l’urlo è: “Checco, Checco”
Servizio pesante, grande aggressività da fondocampo Maestrelli ha picchiato a tutto braccio sin dal primo punto, su un campo n.13, uno dei due nuovi manti di argilla rossa posati al Foro Italico per questa prima edizione degli IBI “formato Slam”, appesantito da una pioggerella leggera ma insistente.
Zhang, che sul mattone tritato di Madrid ha dimostrato di cavarsela benissimo, ha subito la pesantezza dei colpi dello studente di Economia toscano (non di solo tennis vive l’uomo intelligente e curioso…) e ceduto il primo set 7-5. Poi però ha preso le misure e cominciato a rendere colpo su colpo: una palla meno carica ma veloce e profonda, sulla quale, picchia e ripicchia, Maestrelli ha cominciato a perdere controllo, un po’ anche per stanchezza.
Il match è diventato una battaglia, con il pubblico catturato dall’intensità sulle nuove tribunette, presto gremite. Quasi tutti per “Checco” ma qualcuno anche dalla parte del cinese emergente che prendeva il largo nella secondo partita e la chiudeva 6-2.
Sembrava ormai padrone del campo quando sprintava all’inizio del terzo set, volando 2-0 e 0-30 sul servizio di Maestrelli.
Checco però è uno che non molla. E soprattutto non perde spinta e controllo dei suoi forcing. Ha continuato a tirare a tutto braccio, fino all’ultimo respiro. Salvando il turno di battuta e controbrekkando l’avversario.

La grande rimonta dal 3-5 al terzo set
Zhang ha reagito con l’impassibilità. Ha di nuovo strappato la battuta al nostro Next Gen salendo 4-2 e poi 5-3, ribattendo colpo su colpo, prevalendo spesso alla fine di scambi interminabili. Si è concesso una pausa, lasciando facile all’italiano (che lo scorso anno di questi tempi era n. 511 del mondo) il turno di servizio del 5-4 per andare a servire per il match. Errore gravissimo.
“Checco” alla risposta lo ha aggredito da tutte le parti, con quella sua smorfia di grinta che lo ha reso un beniamino, e non ha sbagliato più niente fino alla fine. Tre game picchiando tutto, servizi, diritti, rovesci. Una tempesta di pallettoni bagnati di pioggia che ha travolto Zhang e fatto esplodere il campo n.13. Un gran battesimo romano per questo nostro tennis proiettato al futuro.
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