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DEL POTRO, RITORNO COMMOSSO
Rimonta Dimitrov dopo una lunga assenza e la perdita del nonno

Questo contenuto è stato pubblicato 7 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Sono poche, quasi uniche, le occasioni in cui un primo turno riesce ad offrire così tanto. Emozioni, qualità, agonismo, storie personali: sono state due ore e otto minuti in cui tutte queste cose si sono intrecciate per uno spettacolo intenso e a tratti splendido. Juan Martin del Potro iniziava, di fatto e suo malgrado, la stagione su terra battuta in questa tiepida serata romana. L’ha fatto vincendo, con il punteggio di 36 62 63, una partita che potrebbe pesare non poco in questa stagione.

Poche gocce di pioggia avevano bagnato il campo poco prima che lui e Grigor Dimitrov si apprestassero a calcarlo. Il cielo si è rischiarato in fretta, e ne sono uscite delle condizioni pressoché perfette per giocare a tennis. La qualità dell’incontro è stata adeguata ai nomi in campo e al palcoscenico: quando Dimitrov riesce ad ottenere il primo break dell’incontro, facendo girare un turno di battuta di Del Potro con uno scambio letteralmente memorabile, il pubblico ha già le mani arrossate per gli applausi. Compatto, composto e controllato nei movimenti, Dimitrov per tutto il primo set riesce a mettere il suo peso sulla palla, che restituisce un secco “pop” ogni volta che viene colpita dal bulgaro. E’ un rumore inconfondibile, una garanzia di qualità del colpo che è appena stato giocato. Qui Grisha era il numero 10 del seeding, nella classifica ATP è il numero 11, ma il suo livello di gioco è superiore. La scorsa settimana, ha mancato una vittoria di assoluto valore mancando diversi (troppi) match point contro Dominic Thiem. La bontà del lavoro che lui e Dani Vallverdu, ex coach di Murray, del resto è evidente già dagli Australian Open conclusi con la splendida semifinale (persa) con Nadal. Ancora, però, manca a Dimitrov quel margine di tranquillità che completerebbe la dose straordinaria di talento che la natura gli ha messo nel braccio. Al termine di un primo set impeccabile – costruito su servizio e diritto, cesellato con rovescio e gioco di volo – Dimitrov è carico, giustamente convinto del suo tennis e di ottimo umore. Mandando avanti il nastro di un’ora, l’immagine che vi si parerà davanti sarà quella di lui che si avvicina alla panchina con lo sguardo vuoto e una racchetta fatta a pezzi, frantumata, tra le mani. Si possono riassumere con questo episodio le magagne che ancora affliggono la sua testa: la conclusione del primo set, infatti, si rivela il prologo di un secondo set in cui mostrerà troppi cedimenti. Dopo aver subito un break in apertura, per un po’ sembra in balia dell’argentino (4-0 in un lampo), che lo lascia rientrare sul 4-1 per poi chiudere comunque 6-2, arrivando a set point con un passante di diritto terrificante. E del Potro rimane tranquillo, nonostante tutto. Nonostante la morte del nonno Francisco che, una decina di giorni fa, lo ha colpito duramente: dall’Estoril era salito immediatamente su un volo per l’Argentina, per poi saltare Madrid la settimana successiva e farlo presentare qui senza nessuna certezze e con parecchia malinconia addosso. Il terzo set è splendido fino al 3 pari. Meglio: è splendido fino al diritto lungolinea sublime, colpito indietreggiando e fuori dal campo, che Dimitrov riesce a depositare nell’ultimo fazzoletto di campo di Del Potro. L’argentino rimane a guardare. Rimarrà a guardare anche nei tre punti successivi: dopo aver costruito, Dimitrov disfa con due errori regalati e un doppio fallo disastroso. La reazione è quella descritta poche righe più sopra, la partita invece è finita.

Del Potro, che non giocava a Roma dal 2013, ha accolto l’applauso del pubblico come se fosse un abbraccio, e il suo sorriso quasi commosso può servire d’ispirazione a chiunque. “Non ho preparato questo torneo” ammette candidamente in sala stampa dopo l’incontro, prima di farsi venire gli occhi lucidi un’altra volta, parlando del nonno. Al secondo turno giocherà contro Kyle Edmund, da favorito, ma con questa partita ha già dato un ulteriore significato alle giornate che ha appena vissuto.

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