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NOLE: DEDICA ALLA FAMIGLIA
“Ma ora voglio Parigi”

Questo contenuto è stato pubblicato 9 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Il re di Roma è ancora lui. Quarto trionfo al Foro Italico, Novak Djokovic si è confermato il più forte, il numero uno. Un cannibale della racchetta, che non ha lasciato scampo a Roger Federer. Il primo grazie è per Roma: “Questo è un torneo speciale per me e sento ogni anno delle sensazioni troppo belle, grazie a tutti. Questa è come se fosse casa mia, mi sento così, è uno dei miei tornei preferiti“.
La dedica però è tutta per la famiglia: “La mia famiglia, i miei genitori, mio fratello, mia moglie e mio figlio. Non ci vediamo spesso. Non vedo l’ora di unirmi a loro e stare insieme qualche giorno prima di andare a Parigi”.
Si può dire che la svolta della finale arrivata con il break point annullato nel primo set. Sul 4-4….
“Sì, può darsi. Roger ha messo molta pressione sul mio servizio sul 4-4. Io comunque sono riuscito a rispondere bene, a muoverlo per il campo. Ho giocato un paio di ottimi colpi che mi hanno fatto vincere il set. Sono momenti in cui capisci che stai giocando bene”.
Cosa significa per te essere un campione?
“Non penso che un campione lo si definisce solo per i risultati. Per essere chiamato campione  devi essere una persona completa, con un carattere forte, dei valori, senso della responsabilità dentro e fuori dal campo, e devi essere grato alle opportunità che ti si presentano giorno dopo giorno”
Come fai a gestire la pressione?
“Negli anni sono riuscito a capire come gestire la paura e come superarla. Nella mia vita e sul campo mi sono trovato ad affrontare diverse situazioni e quando fallivo mi venivano dei dubbi su me stesso.  Ma questi fallimenti mi hanno fatto diventare quello che sono oggi. È importante credere in sé stessi e superare la paura”.
22 vittorie di fila nel 2015, ma Djokovic non si accontenta…
“Il fatto di aver vinto tanti incontri di fila è una cosa che mi fa credere che posso farlo  ancora. Io continuerò ad andare avanti finché ce la faccio. Non voglio pensare alla paura, non voglio che questa interrompa la mia striscia. Cerco di fare sempre il meglio, non importa quale sia il torneo. Questo modo di pensare mi ha aiutato ad arrivare dove sono adesso”.
Cosa serve di più per vincere a Parigi?
“Mi dà una grande soddisfazione l’aver vinto questi tornei Non credo di dover cambiare qualcosa per far bene a Parigi. Sono andato molto vicino a vincere il Roland Garros, giocando diverse finali”.

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