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FABIO ALL’ATTACCO DEL NUMERO 1
Fognini sfida Murray. Ricordando Napoli…

Questo contenuto è stato pubblicato 7 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

La speranza degli appassionati è che il telefonino di Fabio Fognini non squilli nei prossimi 4-5 giorni. Dopo il successo su Matteo Berrettini, il numero 1 azzurro ha spiegato come sta vivendo l’imminente paternità. Fabio è pronto a correre accanto a Flavia Pennetta, in ogni momento. E’ giusto e sacrosanto. Tuttavia, il main event di martedì lo vedrà impegnato contro Andy Murray in una sfida tanto affascinante quanto possibile. Lo stesso Fabio ha ammesso che può essere un buon momento per affrontare lo scozzese, attuale numero 1 ATP. La campagna “rossa” di Murray non è stata entusiasmante. In particolare, a Monte Carlo e a Madrid ha ceduto ad avversari buoni ma non irresistibili come Albert Ramos e Borna Coric. E poi c’è un ricordo, ancora vivo nella mente degli appassionati, che può alimentare l’ottimismo. Il 6 aprile 2014, sul lungomare di Napoli, dove era stata costruita una bella arena per il match di Coppa Davis tra Italia e Gran Bretagna, Fabio era chiamato all’impresa contro Murray dopo che il giorno prima i britannici (Colin Fleming e lo stesso Murray) avevano superato Fognini-Bolelli, dando al Team GB l’importante punto del 2-1. Insomma, una partita da vincere a tutti i costi. E Fognini, a detta di molti, ha giocato il suo miglior match in carriera. Un 6-3 6-3 6-4 in cui non ha lasciato scampo a Murray, costringendolo sulla difensiva dalla prima all’ultima palla. In verità, Andy era salito 3-1 nel primo set, ma un parziale di cinque giochi di fila fece capire chi comandava in quell’assolata mattinata napoletana. Non solo Fabio costrinse Murray a una difesa strenua e affannosa, ma impressionò i giornalisti britannici presenti a Napoli. Barry Flatman, uno dei più esperti, disse: “Non ricordo di aver mai visto un tennista veloce come Fognini…”. Un dominio netto, tanto che il punteggio avrebbe potuto essere ancora più severo: soltanto l’immensa classe di Murray gli ha consentito di contenere il passivo. Fabio mise in mostra tutte le sue qualità: dritto penetrante, rovescio profondo e una mano molto delicata. E poi, quel colpo che ha sancito il suo periodo più felice: un gran dritto incrociato, in corsa, da far sobbalzare anche gli appassionati più freddi. “Onestamente stavo bene, complimenti a lui” disse Murray, in risposta a chi ipotizzava un problema fisico. No no, il merito di quel risultato fu soltanto di Fabio.

Quel successo sembrò poter lanciare Fognini verso l’agognato traguardo dei top-10, ma non andò esattamente così. Anzi, un mese dopo fece una brutta apparizione agli Internazionali BNL d’Italia, uscendo dal campo accompagnato da qualche fischio dopo la sconfitta contro Lukas Rosol. L’anno dopo, Fabio si è riappacificato col pubblico. Oggi il destino gli offre una bella chance di rivincita. I top-10 sono lontanissimi: parlare di nuovo inizio fa un po’ ridere, specie quando stai per virare sugli “enta” (li compirà subito dopo la fine del torneo, il 24) e hai un figliolo in arrivo. Però le indicazioni sono discrete. Nascono a Madrid, dal partitone giocato contro Rafael Nadal, la cui portata è stata ingrossata dal titolo di Rafa (l’ennesimo). E hanno trovato concretezza nell’autorità con cui ha messo fine ai sogni di Matteo Berrettini. Nella storia, è capitato cinque volte che un tennista italiano abbia battuto un numero 1 ATP. Ci siamo appuntati nomi, date e circostanze, ma la scaramanzia consiglia di tenerle in naftalina fino a nuova indicazione. Fognini scenderà in campo con la consapevolezza di potercela fare, anche perché Murray evoca ricordi interessanti, come quel successo a Montreal nel 2007. Reduce dalle qualificazioni, un 20enne Fognini (spinto a giocare tanto sul cemento dal coach di allora, Leonardo Caperchi), lo punì addirittura in due set. Da allora sono passati dieci anni e le carriere dei due non sono paragonabili, ci mancherebbe. Però è rimasta lì, latente, la sensazione che Fabio abbia nelle corde, nel cuore e nel braccio, l’impresa contro Andy. Non resta che sperare che il telefonino taccia, salvo dargli una gran bella notizia tra qualche giorno

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