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Fabio cerca un’altra settimana da sogno

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“L’anno scorso questa settimana è stata la più bella della mia vita. Questa volta vediamo”. Le parole di Fabio, subito dopo la sua splendida vittoria su Dominic Thiem, riportano subito alla mente la combinazione fiabesca tra la sua vittoria sul numero 1 del mondo e la nascita del suo primogenito, dodici mesi fa. Flavia Pennetta, che lo scorso anno seguiva da casa e con il pancione le gesta di suo marito, questa volta ha potuto seguire ogni minuto delle due ore e zero quattro che sono servite a Fabio per avere ragione di uno dei più temibili giocatori da terra battuta sul pianeta.
Già il punteggio, fermato infine sul 64 16 63, dice qualcosa di una vittoria fondamentale per Fabio, oltre che bellissima. Il numero 1 d’Italia si era presentato qui con evidente atteggiamento pessimista: “Non sto bene, sto giocando male, mi devo ritrovare” aveva detto dopo la pur ottima prestazione con Gael Monfils. Il primo turno, vinto in meno di un’ora, gli aveva permesso di spezzare una striscia di tre sconfitte consecutive iniziata a Monte Carlo e proseguita a Monaco di Baviera e Madrid. La prestazione successiva, con due set di straordinaria intensità intervallati da 27 minuti di reazione austriaca, gli ha permesso di rompere anche un’altro filotto negativo: dalla vittoria su Andy Murray degli scorsi Internazionali non era più riuscito a battere un top10, cadendo ognuna delle sei volte in cui si era ritrovato di fronte un big.

La cosa positiva, in prospettiva, è che Fabio non ha avuto bisogno di una prestazione irripetibile per battere l’unico uomo capace di battere Nadal sul rosso tra lo scorso anno e questo. “Ho giocato bene. A un livello più alto di lunedì, magari più discontinuo, ma sicuramente più alto” ha detto in conferenza stampa, gremita di giornalisti, “Penso di aver meritato, inutile girarci attorno”. Difficile che qualcuno possa aver da ridire su questa affermazione. Eppure, la frustrazione e la sconfitta sono state vicine sia nel primo set che nel terzo. Prima di chiudere per 6-4 un primo parziale giocato a ritmi eccezionali, Fabio si era fatto recuperare da 4-2 a 4 pari, un vantaggio che aveva costruito sul break conquistato nel terzo game dell’incontro. Lì, sul turno di servizio nuovamente strappato a Thiem sul 4-4, Fabio ha probabilmente capito che la partita si poteva portare a casa: Dominic ha sbagliato un paio di rovesci non da lui, accusando vento e una certa lentezza nel gioco di gambe; da parte sua, Fabio è rimasto concentrato, non si è lasciato andare a nessun tipo di sfogo, e dopo un paio di minuti si è ritrovato a servire per il set. Nel terzo set, è riuscito a neutralizzare il kick mostruoso dell’austriaco (“Ce ne sono pochi al mondo, di kick così”, ha confermato Fabio in conferenza stampa) con una combinazione di risposte bloccate e altre invece colpite da molto dietro la linea di fondo campo. “Ho rotto qualche fiore, ma il presidente li può ricomprare” ha scherzato con Diego Nargiso subito dopo il match point, a proposito proprio dell’ultima, fenomenale risposta di rovescio che gli ha consegnato il break decisivo, allo scoccare delle due ore di gioco. Colpendo letteralmente dalle fioriere di bordo campo, ha depositato una palla carica e pesante negli ultimi 20 centimetri di campo, costringendo la sesta testa di serie all’errore. Dopo cinque palle break viste passargli davanti nel sesto gioco, annullate con merito da Thiem, Fabio si era ritrovato su un potenziale baratro: 3 pari, 15-40. Due palle break che sapevano di beffa, oltre che di sconfitta. “Mi sono venute in mente un paio di immagini negative” ha ammesso poi. Lì per lì ha scagliato una palla su viale dei Gladiatori, mantenendo però una certa calma interiore. Da quel momento ha infatti messo a segno un parziale fenomenale di 12 punti a 2 che gli ha messo la partita in mano: da 3-3 15-40, in meno di dieci minuti si è ritrovato ad avere tre match point sul proprio servizio. Dopo due brividi (un doppio fallo e un attacco vincente di Thiem), ha chiuso una delle più belle partite della sua carriera. Bella in termini puramente sportivi, ma splendida per motivi prettamente personali. Sotto gli occhi di Flavia e del resto del suo team, “della mia famiglia” per dirla con le parole di Fabio, questo ragazzo pieno di talento e di passione ha finalmente trovato un modo per comunicare all’esterno esaltazione e sofferenza, gioia e frustrazione.

“Ci siamo capiti finalmente. Mi capiscono, li capisco” ha detto con sollievo a proposito del suo rapporto con il pubblico del Foro. “Nel 2014 arrivavo qui da Top15, dopo la vittoria su Murray a Napoli. Le aspettative erano tante, e giocai una partita orribile. Non dimenticherò mai che sono uscito tra i fischi” ha ricordato Fabio, a proposito della brutta sconfitta di quell’anno contro Lukas Rosol. Dall’anno successivo le cose sono gradualmente migliorate. Ora, Fabio è portato in palmo di mano da questo pubblico, esigente e severo ma entusiasmante. “Connettiamo, finalmente”, riassume lui con grande efficacia. E’ una diretta conseguenza del fatto che Fabio veste meglio, e con più agio, i propri panni. Di questo, è certo, sono responsabili anche i suoi due pilastri emotivi, Flavia e Federico. “Festeggeremo il suo primo compleanno qui a Roma” ha detto Fabio, con l’espressione più dolce che gli si potrà mai vedere sul viso. Quella che non si è mai vista durante le sue peggiori sconfitte, tra parolacce e imprecazioni. Quella che non si è mai vista nemmeno durante le sue vittorie più esaltanti, tra punti clamorosi e rimonte impossibili: contro Gael Monfils nel 2010 a Parigi, contro Berdych e Gasquet a Monte Carlo nel 2013, nel 2014 contro Murray a Napoli, nella doppietta del 2015 contro un certo Rafa Nadal (a Rio e Barcellona), giusto per citare le più belle su terra battuta. Fabio non ha una faccia sola, Fabio è tante cose diverse. Le rivedremo tutte, o quasi, durante il suo terzo turno contro Peter Gojowczyk. Delle tante una, però, è certa: Fabio è il miglior giocatore maschile che l’Italia ha avuto negli ultimi 40 anni. Lo dovrebbe tenere a mente, mentre cerca di eguagliare la settimana più bella della sua vita.

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