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FEDERER C’E’, ZVEREV CI SARA’
Il primo faccia a faccia tra il Re e uno dei principi ereditari

Questo contenuto è stato pubblicato 8 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Mezzogiorno sul campo centrale. Non è la sua ora. Roger Federer non fa mai da antipasto in un ricco menù. E di questo si è discusso a lungo prima delle 12.04 ora in cui ha fatto il suo ingresso sul campo insieme ad Alexander Zverev, tedesco di 19 anni appena compiuti, additato dai più come uno dei prossimi pretendenti al trono. Tema musicale scelto per la loro promenade verso le rispettive panchine: Guerre stellari.

Per un vero confronto da Star Wars però è ancora presto: questo il verdetto del primo confronto tra il grandissimo di oggi e probabile grande di domani. Per ora Zverev è sicuramente molto alto (un metro e 98) e ha personalità. L’atteggiamento di fronte a Sue Maestà era di chi ci voleva provare sul serio. Del resto domenica sera il tedesco aveva facilmente demolito quello che nel circuito passa per il clone di Federer, cioè il talentosissimo ma per ora incompiuto Grigor Dimitrov.

Roger Federer (Foto Giampiero Sposito)

Roger Federer (Foto Giampiero Sposito)

Il vero Roger però è un ‘altra cosa, anche nella versione morbida e prudente di oggi. Il 17 volte “Slammer”ha dato la sensazione di aver scelto l’ora più calda a vantaggio della sua schiena, di non voler spingere più del dovuto sul piano fisico, quello dell’esplosività, non si sa se per prudenza post acciacchi o per evitare di “fare a botte” con uno che ha 15 anni meno di lui. Di fatto nel primo set ha sempre tenuto bene il suo turno di servizio lavorando più sulle rotazioni che sulla potenza.

Era Zverev che ogni tanto impressionava con le sue saette oltre i 210 chilometri orari. Ma sui “piumini” slice, di Federer, specie con angolazione esterna da destra, Zverev non ha mai trovato contromisura e ha offerto sempre punti facili. Così, sul 3-2, con una dolcissima smorzata direttamente sulla risposta al servizio, l’attuale n.2 del mondo ha fatto il break che serviva per incamerare, poco dopo, il primo set.

Roger Federer (Foto Giampiero Sposito)

Roger Federer (Foto Giampiero Sposito)

La sensazione è che, in questo primo vero faccia a faccia Federer – Zverev (i due ogni tanto si allenano insieme), il tedesco abbia sofferto il ritmo e le variazioni del Migliore di sempre. E che colui che con la racchetta in pugno “puote tutto quello che vuole” stesse praticando un buon allenamento con connotazione agonistica.

Non a caso è arrivato un nuovo break a favore dello svizzero all’inizio del secondo set, con il povero Zverev stizzito al punto da spaccare la sua Wilson Blade 98, picchiandola di testa sulla terra rossa del campo centrale (che Djokovic ha sussurrato essere veloce e adatta a Roger…).

Poi, chissà perché, Federer si è messo a esagerare con i ricami. Smorzatine, palle in back come se provasse a vedere quanto riusciva a confondere l’inesperto avversario. Il quale, siccome è tosto e ben convinto di rappresentare il futuro di questo sport, ne ha approfittato per fare il controbreak (2-2), agitare il pugno e incitarsi a voce alta.

Alexander Zverev (Foto Giampiero Sposito)

Alexander Zverev (Foto Giampiero Sposito)

Non è stata una buona idea. Da quel momento Sua Maestà si è rimesso in modalità “alta concentrazione” e non gli ha lasciato un solo quindici nei successivi tre game di battuta. In compenso si è procurato più di una palla break, arretrando umilmente sulla “seconda” di Zverev, molto alta al rimbalzo, per poter spingere e arrotare la risposta in profondità. Risultato: break decisivo sul 5-5, con Federer disposto a tutto, anche a rincorrere in fase difensiva davanti al naso dei giudici di linea, come il più tipico dei Nadal. E’ finita dunque 6-3 7-5, in un’ora e 27 minuti, con la standing ovation dello stadio (pieno come per una finale) e il classico lancio di bandana e polsino in tribuna. Roger c’è. Ed è sempre uno spettacolo.

Quello che i 10.000 del campo Centrale non sapevano è che fino a stamane il campione di 237 settimane consecutive da n.1 del ranking, dubitava di poter giocare. Ha deciso solo un’ora prima del match. Lo ha spiegato nella successiva conferenza stampa in cui ha fatto il punto sulla sua condizione attuale.

Roger Federer (Foto Giampiero Sposito)

Roger Federer (Foto Giampiero Sposito)

“Ho giocato con prudenza perché dopo i problemi alla schiena di Madrid sono ancora un po’ a rischio. – ha spiegato – Ma è stato un rischio calcolato: per ritrovare la condizione, con Parigi alle porte e il resto della stagione in prospettiva, ho bisogno di giocare partite. E oggi è andata bene. Sono molto contento perché Zverev è un giocatore di talento ed esprime un buon livello. Vedremo domani.”

Vive un po’ alla giornata il Federer di oggi: così a chi gli chiede se pensa di poter vincere qui a Roma uno dei pochi grandi tornei che ancora gli manca, risponde cauto. ” Quest’anno, per come mi sento, no. Magari l’anno prossimo”.

E anche noi viviamo alla giornata: ci accontentiamo per il momento di aspettarlo per la sfida con un altro grande emergente, l’austriaco Dominik Thiem.

 

 

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