
Questo contenuto è stato pubblicato 5 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.
La passione per “King Roger” è trasversale. Va dai 7 ai 70 anni senza soluzione di continuità e con immutato entusiasmo. Ecco allora 11 minuti netti di autografi e selfie con i fan stamane al Foro Italico, all’uscita del Centrale dopo il primo allenamento e la rituale conferenza stampa pre-torneo. Quella firma la si vorrebbe su tutto: cappellini, magliette, programmi del torneo, palline da tennis di ogni colore e dimensione. C’è il ragazzino che corre verso i compagni sventolando orgoglioso la T-shirt autografata come se avesse vinto il trofeo di Wimbledon. Una follia collettiva che “King Roger” scatena più o meno in ogni angolo del globo oramai da anni. E che cresce in misura direttamene proporzionale all’età del “Magnifico”.
11 minuti a fare autografi✍️ e selfie🤳
La grandezza di un campione come @rogerfederer e l’infinito amore❤️ dei suoi fan#tennis #ibi19 pic.twitter.com/Ws8OpHi8kY
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) 14 maggio 2019
Del resto non sono mica tanti i tennisti che possono vantare agganci letterari: ebbene al “Magnifico” sono stati dedicati tanti libri tra cui anche un cult book, “Il tennis come esperienza religiosa” (2006), a firma di David Foster Wallace. E sì perché veder giocare il fuoriclasse di Basilea, recordman di trofei Slam (20 mentre sono 101 i titoli complessivi), porta lo spettatore ad interrogarsi su cose che vanno ben oltre il tennis: il confine tra eleganza del gesto e perfezione del movimento, le leggi della fisica, l’emozione del colpo inimitabile. I Federer moments sono “ancora più intensi se hai abbastanza esperienza diretta di gioco da comprendere l’impossibilità di quanto gli hai appena visto fare”.
Il primo contatto del “Divino” con la terra rossa del Foro Italico è avvenuto stamane sul Centrale. Vista l’ora, le nove del mattino, invece del bagno di folla pazzesco di tre anni fa, atmosfera più intima, quasi surreale. Anche se non sono mancati gli applausi a sottolineare i colpi di “King Roger”. Lo svizzero si è allenato per un’oretta con Andreas Seppi sotto lo sguardo vigile di coach Ivan Ljubicic. Poi via in conferenza stampa. Quello degli Internazionali BNL d’Italia è uno dei pochissimi trofei a mancare nello straordinario palmares del 37enne fuoriclasse di Basilea che qui a Roma ha giocato 4 finali (2015, 2013, 2006, 2003). Mercoledì l’esordio nel torneo, nella sessione diurna, direttamente al secondo turno contro il portoghese Joao Sousa.
Grazie per il training 😄🤜🤛 pic.twitter.com/vpl7phGDep
— Roger Federer (@rogerfederer) 14 maggio 2019
Lunedì, poco dopo il suo arrivo a Roma Federer si era allenato un po’ in un circolo sul lungo Tevere con Jannik Sinner, il 17enne altoatesino che domenica agli Internazionali BNL d’Itlia aveva vinto il primo match in un main draw di un Masters 1000 (“‘Un bravo ragazzo, migliora in fretta. Piatti sta facendo un buon lavoro”).
The day after winning his first match on a @atptour Master 1000 at the age of 17, #janniksinner also had the privilege to practice with the great @rogerfederer 🙌
Some moments you remember forever 🎾
That’s why you should frame it 📸💪#tennis #legend #roma #rf @PiattiTennis pic.twitter.com/FVZTZei0LD— Riccardo Piatti (@RPiatti) 14 maggio 2019
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