Questo contenuto è stato pubblicato 3 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Un’ora e venti minuti. Tanto (o poco…) sono durati gli Internazionali BNL d’Italia di Fabio Fognini, in completo fucsia, uscito di scena all’esordio per mano del giapponese Kei Nishikori: 63 64 il punteggio con cui sulla Grand Stand Arena il 33enne di Arma di Taggia, numero 28 del ranking mondiale, ha ceduto al 31enne di Shimane, numero 45 ATP, che ha così colto la terza affermazione in quattro “head to head” (il nipponico aveva vinto nel 2011 al primo turno degli Australian Open e nel 2016 al secondo turno del “1000” di Madrid, mentre Fognini nel 2017 aveva fatto suo il confronto nei quarti al “1000” di Miami).

Fognini – alla 13esima partecipazione a questo torneo, con miglior risultato i quarti nel 2018 – ha stentato ad ingranare, trovandosi subito costretto ad inseguire (0-3), però ha reagito e con un paio dei suoi cambi di ritmo d’autore ha piazzato il contro-break nel quinto gioco, per poi completare il riaggancio sul 3-3. All’ottavo game altro momento delicato per l’azzurro: nervosismo, anche un certo vento a complicare gli scambi, un errore provoca il break e la rabbia di Fabio, che se la prende con la racchetta, distruggendola. Kei ringrazia e chiude la prima frazione.

Copione analogo anche nel secondo set: Nishikori, molto più ordinato sul piano tattico e continuo nel rendimento, sale 3-2 e servizio (break nel terzo game). Anche se non brillante sul piano fisico come al solito (i suoi piedi non sono veloci come nelle giornate migliori nella ricerca della palla, e questo nell’economia del suo tennis brillante è un enorme problema), il ligure prova a rimanere aggrappato alla partita e con una volée alta di rovescio da applausi accorcia (3-4). Nishikori però è giocatore esperto e di livello (non è stato numero 4 del mondo con i Fab Four a caso), non regala nei suoi turni di servizio tenendo una velocità di crociera praticamente costante e stacca il pass per il secondo turno.