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Gulbis Rovina La Festa Spagnola

Questo contenuto è stato pubblicato 14 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Solo pochi mesi fa sarebbe stato del tutto impensabile che il giocatore deputato a fermare l’apoteosi ispanica, potesse essere il lettone Ernests Gulbis. La discontinuità fatta tennista. Troppo ricco e benestante per poter sacrificare tante ore della sua vita dietro una pallina di tennis, sudando le proverbiali sette camicie per poter essere competitivo sulla superficie meno adatta alle sue caratteristiche tecniche, sebbene sempre sul mattone tritato abbia ottenuto l’unico risultato di spicco sinora, il quarto di finale di Parigi 2008.
A livello di Masters1000 “rossi”, il baltico non era mai andato oltre il secondo turno. Quest’anno, però, le cose sono cambiate con l’apporto decisivo del nuovo coach, l’argentino Hernan Gumy, che ha saputo infondere al suo pupillo la voglia di ripartire da zero, per risollevarsi dalla posizione numero 101 in cui era precipitato nell’agosto 2009. Con la prima semifinale in carriera in un Masters1000, raggiunta qui a Roma, il lettone salirà dalla 40° alla 35° posizione (suo best ranking), lui che solo due mesi fa, era ancorato al 99° posto.
Eppure il match contro il quarto spagnolo in gara quest’oggi (Feliciano Lopez), che sulla carta lo vedeva ampiamente favorito, si rivela più complicato del previsto, per colpa di un dritto molto alterno e di un Lopez inedito, dal punto di vista difensivo. Il lettone ha molte più frecce al proprio arco e, un po’ come contro Volandri, si dimentica di giocare sul colpo più debole del suo avversario, il rovescio. Dopo aver tenuto agevolmente i primi 2 turni di battuta, “Ernesto” si incarta, cedendo inopinatamente il servizio. Il vantaggio del madrileno (4-2) dura molto poco. Il tempo che il suo avversario sistemi il mirino e punisca il suo avversario con due splendide smorzate.
Continua, però, a giocare a sprazzi il lettone e, così, lo spagnolo riesce a procurarsi un setpoint sul 4-5, in un game in cui Gulbis conduceva per 40-0. Un ace consente al numero 40 del mondo di rimandare al tiebreak l’epilogo del primo set. L’illusorio vantaggio dello spagnolo (2-0) non scompone più di tanto Gulbis che, ricucito lo strappo, si procura 2 setpoint sul 6-4. Uno smash in corridoio ridà ossigeno allo spagnolo, trafitto, sul 6-6, da un cross di rovescio chirurgico, che manda in visibilio il numeroso pubblico sugli spalti.
Archiviato il primo set con il punteggio di 8-6 nel tiebreak, Gulbis si libera definitivamente della tensione iniziale, sovrastando un avversario un po’ abbacchiato per aver sprecato una grossa chance nel primo set. Gulbis vola sul 4-0, annulla in scioltezza una palla del controbreak, chiudendo in suo favore il quinto gioco, con un passante di dritto in corsa, che mette definitivamente la parola fine ad un match ben giocato dallo spagnolo solo nella prima ora.
Finisce 6-1 un secondo set senza storia, che regala al lettone l’opportunità di sfidare in semifinale quel rullo compressore che risponde al nome di Rafael Nadal, contro cui, nel 2008, diede vita a due match molto combattuti, a Wimbledon e a Madrid quando il Masters1000 si giocava ancora sul cemento.

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