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HALEP SI RIPRENDE LA SCENA
Batte Muguruza e centra la 3ª finale al Foro

Simona Halep (foto Sposito)

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Zitta zitta Simona Halep si riprende la scena. Grazie alle sue geometrie estreme e ad una grande tenuta mentale centra la sua terza finale in quattro anni agli Internazionali BNL d’Italia in corso al Foro Italico.

Alla ripresa dopo il lock-down aveva mantenuto un profilo basso. Aveva disputato un solo torneo, il WTA International di Praga, lo aveva vinto pur non giocando in maniera esaltante e poi era sparita di nuovo, rinunciando alla trasferta negli States. L’incognita era dunque capire se a Roma la rumena potesse essere una candidata al successo. La risposta è arrivata, ed è stata abbastanza eloquente.

Simona Halep (foto Sposito)

In semifinale la  Halep, numero due del ranking e prima favorita del seeding, ha battuto 63 46 6, dopo oltre due ore e un quarto di lotta, la spagnola Garbine Muguruza, n.17 WTA e nona testa di serie, per la terza volta costretta a salutare il Foro Italico al penultimo atto (le era già accaduto nel 2016 e nel 2017).

Muguruza è avanti 4-2 nei precedenti e si è imposta anche nell’ultima sfida, in semifinale agli Austalian Open a gennaio. Forse per questo Halep inizia subito a disegnare le sue geometrie, determinata a spostare il più possibile la sua avversaria, a farla colpire sempre in affanno (2-0). La spagnola non sembra brillantissima anche perché per arrivare al penultimo atto del torneo è stata in campo più del doppio della rumena (7 ore e mezza contro 3 ore e 38 minuti). In più proprio nei quarti Simona ha beneficiato del ritiro di Putintseva dopo poco più di tre quarti d’ora mentre Garbiñe ha sudato le proverbiali sette camicie con Azarenka.

Garbine Muguruza (foto Sposito)

Nel terzo gioco Muguruza evita il doppio break ma nel game successivo fallisce tre opportunità consecutive di rientrare nel set e poi è lei a cedere nuovamente la battuta con Halep che ringrazia e vola 4-1. Nell’ottavo game Garbiñe strappa per la prima volta nel match il servizio a Simona, addirittura a zero, ma in quello successivo cede di nuovo la battuta. Ed il set (6-3).

Nella pausa Muguruza chiede l’intervento della trainer ed esce dal campo: al rientro sfoggia una vistosa fasciatura alla coscia sinistra, probabile conseguenza di una settimana piuttosto faticosa. Nel terzo game Halep annulla una palla-break e poi è lei a strappare il servizio alla 26enne nata a Caracas (3-1) che però se lo riprende subito (3-2). Nonostante due net molto spagnoli Garbiñe – che di tanto in tanto si dà delle leggere racchettate sulle gambe, insoddisfatta del loro contributo – fallisce la chance di riagganciare la sua avversaria che allunga ancora (4-2). Il servizio è sempre più un optional, ed il quarto break consecutivo permette alla spagnola di rifarsi sotto (4-3): Muguruza annulla una palla per il 5-3 e la rimonta è completa (4-4).

In tribuna si incrociano gli sguardi dei due coach, Darren Cahill (Halep) e Conchita Martinez (Muguruza), che a Roma ha firmato il poker 1993-1996. Intanto Garbiñe prosegue nel suo mood positivo, gioca un turno di servizio perfetto, infila il quarto gioco consecutivo e pareggia il conto dei set (6-4).

Simona Halep e Garbine Muguruza (foto Sposito)

In avvio di frazione decisiva Simona salva una palla-break, si scuote e toglie la battuta alla spagnola per due volte di fila allungando sul 4-0. Garbiñe ci prova ancora dando fondo a tutte le sue energie: riesce a recuperare dall’1-5 al 4-5 infiammando gli spettatori del Centrale ma rovina tutto sul più bello cedendo la battuta con due doppi falli di fila, ed il match ad Halep che chiude 6-4 con un sospiro di sollievo. Per la rumena  21 vincenti contro due gratuiti, due ace a fronte di due doppi falli ed il 68% di prime in campo. Proprio il servizio ha tradito invece la spagnola: per lei nessun ace e ben otto doppi falli (compresi i due consecutivi che le sono costati la sconfitta) ed una percentuale di prime del 57% (per lei 35 vincenti contro 37 gratuiti).

“Le partite contro Garbiñe sono sempre complicate, perché è davvero un’ottima giocatrice – spiega Halep – solo dopo mi sono resa conto che avrei potuto chiudere più in fretta e più facilmente. Complimenti a lei che ha lottato fino alla fine. Io sono soddisfatta per come ho giocato. E poi è stato bello rivedere il pubblico in tribuna anche se facevano più il tifo per Garbiñe…,” sottolinea ridendo. “E’ la mia terza finale a Roma e grazie a Dio non affronterò la Svitolina”,  scherza ancora Simona .

L’ultimo ostacolo per la Halep, nella finale che si giocherà lunedì, sarà infatti la ceca Karolina Pliskova, 28 anni da Louny, n.4 Wta e seconda favorita del seeding, che si è aggiudicata per 62 64 il derby contro la connazionale Marketa Vondrousova, 21 anni da Sokolov, n.19 WTA e dodicesima testa di serie. Nel bilancio dei precedenti la 28enne rumena di Costanza è in vantaggio per 7 a 4.

Roma per Simona è speciale. E’ sulla terra del Foro Italico che è esplosa quando nel 2013, partendo dalle qualificazioni, si è arresa solo in semifinale a Serena. Con gli Internazionali BNL ha un conto aperto visto che ha giocato e perso due finali, nel 2017 e nel 2018, entrambe contro l’ucraina Elina Svitolina (con parecchio rammarico per la prima delle due che stava dominando prima che un infortunio alla caviglia le impedisse di giocarsi fino in fondo le sue chance).

Simona Halep (foto Sposito)

Ha vinto tanto la Halep (21 trofei), che grazie a coach Cahill è diventata la regina del tennis mondiale (per la prima volta il 9 ottobre 2017). Nella sua bacheca luccicano anche due trofei Slam: il primo conquistato al Roland Garros nel 2018, il secondo lo scorso anno a Wimbledon battendo Serena. Rientrata in patria dopo il trionfo sull’erba londinese – 1ª rumena a riuscire nell’impresa – è stata nominata Cavaliere della Repubblica e ha festeggiato con 10mila fan all’Arena Nationala di Bucarest, con “papà” Ion Tiriac a condurre le danze.

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