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A un certo punto, mi sono detto che mi dovevo divertire, lasciare andare il braccio e sperare”. Holger Rune si trovava in svantaggio di un set e un break, quando ha ripreso per i capelli il match. Ha vinto il secondo per 6-4 e poi ha dominato il terzo contro un Ruud ormai senza energie fisiche e nervose.
“Casper stava giocando molto bene e per me era davvero difficile restare in partita – continua il danese – anche pensando al record negativo che avevo contro di lui (0-4, ndr). Dunque mi sono detto che avrei dovuto cambiare qualcosa, essere più aggressivo. Mi sono detto di provare a rilassarmi e godermi quella che sarebbe potuta essere la mia ultima partita a Roma quest’anno”.
In realtà, l’ultima sarà la finale. “Contro un gran giocatore, chiunque sia. Medvedev sta dimostrando di poter giocare bene anche sulla terra, Stefanos sul rosso si è sempre espresso alla grande. Sarà divertente, io proverò a fare del mio meglio”. Il punto è che proprio contro i grandi, Holger riesce a dare il massimo: “Più si alza il livello, più mi diverto. Mi piace affrontare i top players, mi mettono alla prova. Inoltre è proprio in quei momenti che è il caso di tirare fuori tutto il potenziale a disposizione, se li si vuole battere”.
Molti, tuttavia, non gradiscono l’atteggiamento spavaldo di Rune in campo. Alcuni gli contestano pure dei medical time-out strategici, in momenti chiave dei match: “Io chiamo il fisioterapista – sottolinea il danese – solo quando mi serve, solo quando sento dolore. Lo chiamo per risolvere un mio problema, non per dare fastidio al mio avversario. So che ci sono momenti quando è meglio non chiederlo, e infatti non lo chiedo, a meno che non ne abbia strettamente bisogno”.
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