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HURKACZ, LA SOSTANZA AL POTERE
Il polacco batte Rublev, sfiderà Schwartzman per i quarti

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Hubert Hurkacz continua a stupire. Alla sua prima partecipazione agli Internazionali BNL d’Italia, ha battuto di forza e costanza il russo Andrey Rublev, numero 12 del mondo 76(6) 36 62. Nel suo quinto ottavo di finale in un Masters 1000, sfiderà Diego Schwartzman. Dovesse batterlo, raggiungerebbe i quarti di finale per la seconda volta in questa categoria di tornei dopo quello perso a Indian Wells contro Roger Federer.

Allenato da Craig Boynton, che in passato ha seguito anche John Isner e prima Jim Courier, il polacco gioca una palla profonda e pesante che ha messo in difficoltà il russo, dal braccio veloce ma non così continuo da fondo.

Nel primo set il polacco, protagonista alle Next Gen ATP Finals del 2018, va a servire per il primo set sul 5-3, subisce la rimonta del russo poi recupera da sotto 3-5 nel tiebreak. Nei punti decisivi, ha mostrato una maggiore lucidità, costringendo l’avversario a giocare di corsa e rischiare di più-

Rublev, chw allo US Open ha eliminato Matteo Berrettini, vola 4-1 nel secondo set imponendo un ritmo forsennato che il numero 31 del mondo fatica a tenere. Nel terzo, però, si vedono tutti i miglioramenti di Hurkacz, che nel 2019 a Winston-Salem, sul duro, è diventato il primo polacco
a vincere un titolo nel circuito maggiore dal 1982. L’ultimo era stato Wojtek Fibak, primo top 10 nazionale e manager di Ivan Lendl negli anni della sua trasformazione in campione implacabile, al WCT di Chicago nel 1982.

Il suo terzo set, infatti, è un capolavoro di intensità ad alto ritmo. Non rischia, ma gioca profondo, vicino alle righe, con una palla pesante che fa indietreggiare il russo, costretto a difendere e affrettare le esecuzioni. Nonostante gli incitamenti di Abraham Gonzalez, il coach dell’accademia dell’ex pro spagnolo Fernando Vicente presente sulla Next Gen Arena, l’esplosività si perde in una nuvola di errori.

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