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Kalinina, testa e cuore per l’Ucraina: il messaggio per i tifosi di Roma

Kalinina ringrazia i tifosi e spiega perché non ha stretto la mano a Veronika Kudermetova dopo la vittoria in semifinale

Questo contenuto è stato pubblicato 11 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

L’emozione è tanta, evidente. E scendono pure le lacrime. Ma purtroppo la vittoria nella prima semifinale femminile degli Internazionali BNL d’Italia non c’entra nulla con tutto questo. Anhelina Kalinina, ucraina nata in Donbass e poi trasferitasi a Kiev con la famiglia, non si sottrae alle domande sulla guerra in corso nel suo Paese. Partendo dalla mancata stretta di mano a fine match contro l’avversaria, Veronika Kudermetova. Russa.

“Non è un segreto, il motivo per cui non le ho stretto la mano. La Russia ha attaccato l’Ucraina, capisco che qui parliamo di sport ma in un certo senso è comunque sempre qualcosa di politico. Niente di personale con la mia avversaria, ma semplicemente non ritengo questa situazione accettabile”.

La giocatrice ucraina sta aiutando molto il suo Paese, non solo la sua famiglia. “Non mi piace molto rendere pubbliche queste cose, sono vicende personali. Non sono tantissime persone, diciamo una decina, tra amici e parenti”.

Gli alti e bassi della partita? Non c’entrano con il fatto che lei è russa, c’entrano con il fatto che lei è una ottima giocatrice. Mi sono sentita nervosa quando nel secondo set sono andata a servire per il match, poi lei ha preso il controllo della situazione. Ma sono orgogliosa di come ho reagito nel terzo: sono stata forte, sono tornata concentrata come all’inizio, e alla fine ho vinto”.

Il tema della conferenza stampa, tuttavia, scivola di nuovo verso la guerra. “La mia intera famiglia è a Kiev adesso, e proprio qualche giorno fa una bomba è caduta molto vicina all’Academy dove lavorano mio padre e mia madre, insegnanti di tennis. L’accademia è a circa 300 metri da un aeroporto, che oggi non c’è più. Ecco come stanno vivendo”.

La città di origine di Anhelina è Nova Kakhovka, nel Sud dell’Ucraina, dove i russi hanno cominciato l’invasione nel febbraio del 2022. “C’erano anche i miei nonni lì, fino a due mesi fa, in un territorio occupato dai soldati russi. Ma sono riusciti a fuggire a Kiev prima che la città fosse attaccata. Laggiù non era più possibile stare: troppe armi, troppe bombe, troppi soldati. Ora non ho più connessioni con quel luogo perché tutti i componenti della mia famiglia sono a Kiev. I miei nonni sono persone anziane, che hanno vissuto nello stesso posto per 60, 65 anni. Li abbiamo spinti ad andare via, ma è stato doloroso. No, non è una vita normale. Quando una bomba è arrivata a pochi metri dalla loro casa, si sono decisi che era meglio fuggire”.

Infine, un applauso ai romani, a tutti gli italiani in tribuna che l’hanno sostenuta dall’inizio del torneo. “Il pubblico di Roma mi ha supportato molto durante queste due settimane, e per me questo significa molto. Non ho mai sperimentato un tifo del genere in tutta la mia carriera, per questo voglio ringraziare la gente, che mi sta dando una grossa mano: mi danno una straordinaria energia, anche quando penso di non averne più”.

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