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La Capitale vuole diventare la città del tennis. Binaghi: “È uno dei miei sogni. L’altro è un azzurro re di Roma”

Il presidente della FIT al brindisi per la ‘Notte romana del tennis’: “Ogni anno a Parigi, New York e Londra che ospitano i tornei dello Slam, troviamo città colorate di tennis, dalle vetrine ai ponti. Quest’anno siamo riusciti anche noi”. Il patto con Sport e Salute, l’assessore Onorato e le associazioni di categoria per la prossima edizione. Quella degli 80 anni

Questo contenuto è stato pubblicato 2 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

“Per noi ogni anno è un colpo al cuore passare per gli Champs Elysées a Parigi e vedere che parlano tennis, ogni vetrina, ogni lampione. E così la Fifth Avenue a fine agosto quando New York ospita l’ultimo slam dell’anno. Per non dire di Wimbledon. Guido da 21 anni questa Federazione e ho sempre vissuto con grande cruccio il distacco tra il torneo e la città che lo ospita. Dopo 21 anni però stasera siamo qua, forse non è un caso visto proprio in questi minuti gli Internazionali Bnl d’Italia stanno superando tutti i record, di pubblico e di incassi. Dunque mi sembra un ottimo inizio”. 

Angelo Binaghi, presidente della Fit, parla in uno di quegli angoli nascosti di Roma che sanno di magia e storia. E’ un cortile di via Condotti che si schiude tra volte, rampicanti, statue, pietra e cotto. Qui ha casa la maison Battistoni, una sartoria storica della Capitale. Davanti a Binaghi, tra flute di champagne e assaggi di street food, lo ascoltano gli store manager e i fondatori delle migliori boutique della Capitale, delle principali associazioni di categoria (Confesercenti, Confcommercio, Federalberghi) e delle associazioni di strada. 

La notte romana del tennis in via Condotti (Foto Adelchi Fioriti)

Prima di arrivare qua, la brezza dei tramonti romani accarezza gonfaloni, stendardi, totem: tutto lungo i ponti e le strade del centro della Capitale parla di tennis, dalla fermata metro di piazza di Spagna (che sembra quella di Southfields di Wimbledon), alle vetrine dei negozi (una menzione speciale per via Margutta, Via Crispi e via Sistina che in pochi giorni hanno inventato gioielli), ai giocatori ‘altezza uomo’ che punteggiano le strade del Tridente. 

La “Notte romana del tennis” è un vecchio sogno mai realizzato. “Pensate – aggiunge il presidente Fit – che da quando guido questa federazione ho due sogni: incontrare voi in un brindisi come questo; vedere un italiano che vince gli Internazionali”.  

La ‘Notte romana del tennis’ (circa 400 negozi aperti fino alle 22) è l’avvio di una nuova sfida. La spiega Alessandro Onorato, assessore allo Sport, Grandi Eventi e Moda di Roma Capitale, padrone di casa con Binaghi e Diego Nepi Molineris, direttore generale di Sport e Salute.

“Veniamo tutti da un periodo difficile che sembra non finire: prima la pandemia, poi la guerra. – riflette Onorato –  Tutti noi abbiamo voglia di far ripartire il paese. Crediamo, sono convinto, che contaminare, mescolare la Capitale con i grandi eventi che ospita sia il modo migliore per crescere tutti insieme e amplificare il potenziale di ciascun avvenimento”. Inutile, quasi un insulto, avere per due settimane l’anno, una media di trentamila persone che vanno al Foro Italico senza metterle in condizione, come orari e come logistica, di arrivare nel centro della Capitale.  

Al brindisi erano invitati anche Flavio Cobolli, un’altra giovane promessa del tennis azzurro (“a noi giocatori piace arrivare nelle città dove sentiamo che siamo accolti, ci stiamo più volentieri”), e Tathiana Garbin, la capitana della Billie Jean King Cup, la Coppa Davis femminile:  “E’ proprio facendo squadra e andando a sollecitare, raccordandole, le migliori qualità di ciascuno che si  ottengo i risultati più inattesi”. E’ quello che certamente ha saputo fare lei portando, dopo otto anni, le azzurre del tennis nella fase finale della Billie Jean King Cup. 

Sorrisi, speranze, progetti: non era scontato trovarle in questo cortile. Da Gianni Battistoni, che è un tennista con i ricordi ancora vivi della Davis conquistata in Cile (“fu Andreotti a mettere in soffitta i dubbi e a voler festeggiare la Coppae la squadra”) ed è rimasto colpito piacevolmente dall’approccio imprenditoriale della Federazione; a Grazia Marino, vicepresidente dell’associazione internazionale di via Margutta, e a Maria Letizia Repetti, presidente della Nuova associazione Babuino: tutti, ciascuno a suo modo, voigliono iniziare a progettare la prossima edizione degli IBI. Che avrà tante novità. A cominciare da un compleanno molto speciale: quella del 2023 sarà l’ottantesima edizione. 

Roma e il Grande tennis sono due perfetti singolaristi: giocano le loro partite da soli. Vivono di luce propria e già così vincono. E però ne può venire fuori anche un grandissimo doppio. Vincente.    

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