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Nadal mago della pioggia
Ottavo titolo per Rafa
Ma Zverev è il nuovo protagonista

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Un acquazzone primaverile durato poco più di mezz’ora ha dato una svolta decisa a una vicenda, la finale maschile della 75esima edizione degli Internazionali BNL d’Italia, dall’andamento del tutto anomalo. Fino alle 17.54 di questa calda domenica pomeriggio, Rafael Nadal e Alexander Zverev avevano giocato una partita strana, fatta di due set assolutamente dominati. Il primo dal favorito, lo spagnolo: “Uno dei migliori set di tennis che ho giocato in questa stagione”, secondo le sue stesse parole. Poi, mentre inattesi nuvoloni neri occupavano il cielo sopra il Centrale, il secondo parziale è andato in un lampo al giovanissimo tedesco che, con un altrettanto inatteso break in apertura di terzo set, sembrava aver messo Rafa sulle corde, per davvero. A quel punto, il fato è giunto in soccorso di una divinità: dopo la pioggia Zverev, che nel terzo conduceva per 3-1 dopo la prima interruzione (10 minuti) e per 3-2 dopo la seconda (poco meno di un’ora), non ha più fatto un game.

La partita, dopo tre ore e un quarto dalla prima discesa in campo e dopo due ore e nove minuti di gioco effettivo, si è conclusa con il punteggio di 61 16 63. Si era partiti con un break a freddo in favore di Sascha, che nei sei giochi successivi però non l’avrebbe più vista. Nel primo set, la tattica piuttosto inevitabile (cercare il rovescio di Rafa con il proprio, fenomenale, rovescio lungolinea) che ha cercato di mettere in pratica è stata rivoltata come un calzino dal campione di Manacor, che per mezz’ora ha trovato costantemente il modo di girarsi sul diritto. Il tedesco dal sangue russo, gli occhi di ghiaccio, l’età di un ragazzino e il carisma di un leader ha però dimostrato, una volta di più, come e perché meriti appieno di stare tra i giganti. Questo ragazzo è nato nell’aprile del 1997 ed è alto 198 centimetri, eppure ha la sicumera di un veterano e sembra due spanne più basso ogni volta che, con i suoi piedi fulminei, rincorre una smorzata o cambia direzione. Con l’iniziare di secondo set e il rannuvolarsi del cielo, ha iniziato a prendere le misure alla palla di Rafa, riuscendo finalmente a salirci sopra e a trovare con terrificante continuità l’ultimo metro di campo: nel primo game ha giocato una smorzata pazzesca sul 15-30 (“Una smorzata che non esiste” ha detto Rafa in conferenza stampa, ancora girato di scatole per quel singolo colpo), vincendolo poco dopo con una veronica. Difendendo così il suo primo turno di battuta ha ripreso fiato e fiducia, e iniziato una corsa che nel giro di pochissimo l’ha portato sul 5-0 e quindi sul 6-1. Quando il suo ennesimo rovescio lungolinea vincente ha portato la finale al terzo set, erano trascorsi appena 71 minuti dal primo punto. Le prime gocce d’acqua hanno iniziato a cadere nel primo gioco del capitolo decisivo, mentre Rafa cercava di difendere senza successo un turno di servizio che si era complicato con un paio di colpi frettolosi. Alla fine, con un uso sapiente e alternato di colpi lungolinea e smorzate, Sascha aveva conquistato il preziosissimo break e l’aveva confermato fino al 3-1, facendo grandinare sui rettangoli del servizio di Nadal prime sopra i 215 chilometri l’ora. La pioggia, che ama bagnare le finali del Foro Italico, a quel punto è però diventata troppo pesante. La partita si è fermata per 10 minuti, è proseguita per un altro game, quindi si è fermata per un’ora. “Sono stato fortunato a conquistare il break immediatamente” ha detto Rafa analizzando la ripresa dell’incontro. Sul 3 pari, dopo che un errore di diritto di Zverev gli aveva restituito il turno di battuta smarrito, uno smash con la schiena rivolta alla rete ha messo il punto esclamativo sulla sua rimonta, facendo capire a Zverev e agli oltre 10.000 del Centrale che la partita era appena girata in modo definitivo. Sul 4-3, attaccando pazientemente e inesorabilmente il tedesco, ha conquistato l’ultimo break del suo torneo. Ha chiuso al 2° match point con una splendida volèe corta incrociata. Il suo sorriso, mentre spalancava le braccia in un gesto di vittoria, trasmetteva genuina gioia.

Nadal è un personaggio su cui sono stati spesi milioni di aggettivi e versati fiumi d’inchiostro e, a questo punto della sua carriera, solo i numeri riescono a dire qualcosa su di lui: 78 titoli carriera, uno più di John McEnroe; 56 sul rosso e 32 Masters 1000, più di chiunque altro; ottavo titolo agli Internazionali BNL d’Italia; 174esima settimana al numero 1, quella che lo condurrà a Parigi, dove cercherà l’undicesimo titolo. Si può proseguire, citando ad esempio il suo record in carriera sul rosso: 408 partite vinte su 446 disputate, una percentuale di successo del 92% di media, la più alta di sempre per distacco (Borg, che giocò oltre 150 partite in meno nel corso della sua carriera, si ferma all’86 percento).

Fortunatamente, però, molte cose sfuggono alla scienza statistica: “La mia vittoria qui nel 2005 è uno dei ricordi più belli della mia carriera” ha detto Rafa durante la premiazione, con la voce che – per una frazione di secondo – gli si è incrinata. Aveva 18 anni all’epoca, e per quanto roseo apparisse il suo futuro, nessuno poteva immaginare che quel demonietto di Maiorca sarebbe divenuto un immortale monumento di (e a) questo sport. All’epoca lo ammirammo stroncare in cinque set un campione già esperto come Guillermo Coria. Oggi è il protagonista di una leggenda ancora in divenire che a Parigi, dal prossimo weekend, potrebbe conoscere un ulteriore incredibile capitolo.

Zverev saluta Roma dopo aver vista interrotta la sua incredibile striscia che, dal 2 al 20 maggio, l’ha visto vincere 13 partite in fila. Da lunedì è il primo giocatore della classifica relativa al 2018, e a Parigi sarà la seconda testa di serie. “Che non abbia ancora ottenuto grandi risultati negli Slam è solo una coincidenza temporanea. Aspettate due anni e poi ne riparliamo” è stata la sentenza di Rafa su Sascha, che oggi gli ha strappato il suo primo set su terra battuta. Gli Internazionali BNL d’Italia si sono chiusi con ciò che potrebbe essere l’inizio di una nuova storia, con un giovane e bellissimo protagonista.

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