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Martic rinasce e ringrazia Schiavone: “Lei è tutto ciò che vorrei essere”

Questo contenuto è stato pubblicato 3 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

La storia più dolce della quarta giornata degli Internazionali BNL d’Italia parte da Spalato, passa da Milano e arriva sul Campo n. 1 del Foro Italico. Petra Martic, numero 25 del mondo, è per la prima volta nei quarti di finale a Roma. Dopo l’esordio in lotta con l’americana Shelby Rogers e la vittoria più agevole con Kiki Mladenovic, la 30enne croata ha battuto in rimonta Nadia Podoroska (giustiziera al secondo turno di Serena Williams) con il punteggio di 3-6 6-1 6-2.

La sfida con Jessica Pegula (sarà la quinta in totale considerando anche il circuito ITF), sulla strada verso una prestigiosa semifinale, vorrà giocarla e vincerla per due. Per lei, chiaramente, e per chi ai quarti degli Internazionali BNL d’Italia ci è arrivato quattro volte senza mai riuscire a spingersi oltre: coach Francesca Schiavone. La “leonessa” del tennis italiano, dopo aver lottato e vinto con il cancro, ha scelto di rimettersi in pista. Non aveva ancora ventun anni quando nel 2001, da qualificata, conquistò per la prima volta un posto tra le migliori otto del torneo prima di cedere alla spagnola Conchita Martinez. Ci riuscì di nuovo nel 2004 e nel 2005 (sconfitta in entrambe le occasioni da Zvonareva), prima dell’ultimo, vano, tentativo del 2011, con Sam Stosur.

“Oggi è stata dura – le parole di Martic in conferenza stampa – sono partita lentamente anche questa volta. Devo iniziare i match con maggiore attenzione e lucidità, anche se sono orgogliosa del modo in cui mi sono ripresa e ho continuato a combattere. Dal secondo set in avanti credo di aver giocato il mio miglior tennis del 2021”. I frutti del lavoro con Francesca Schiavone iniziano già a farsi sentire. “Mi sono sempre allenata duramente ma sento che ora è cambiata qualcosa. La voce di Francesca, il suo modo di pensare e di vedere il tennis mi hanno fatta svegliare. Sono una che tende alla perfezione e con il suo supporto riesco a calmarmi e a rilassarmi un pochino di più. Lei è tutto ciò che io vorrei essere in campo: combattente, intensa e positiva. Sempre. Ho seguito la sua cavalcata al Roland Garros nel 2011, non avevo mai vestito nessuno metterci tutto quel cuore. Spero di continuare a lungo con lei”.

“Mi sento pronta per questa nuova sfida – aveva detto Schiavone all’alba della collaborazione con la croata – e per mettere a disposizione quella che è la mia esperienza sui campi da tennis”.Le due hanno vissuto insieme il loro primo torneo ad Istanbul e collaboreranno almeno fino al Roland Garros. “Conosco Petra da molto tempo, anche perché ho avuto modo di giocarci contro (a Marrakech nel 2013 e a Rio de Janeiro nel 2016, ndr.). In lei vedo tante possibilità di miglioramento e credo che ci sarà modo di alzare l’asticella del suo tennis e lavorare sulle sue potenzialità ed il suo gioco. Mi entusiasma e mi stimola tantissimo ricominciare questo percorso perché so che c’è tanto che si può sviluppare e portare avanti”.

Chi ha avuto il privilegio di poter vivere il torneo in questi giorni le ha viste unite come fossero insieme da anni. Sguardi complici, ricchi di passione e voglia di fare bene. Parigi, questa volta, val bene una scommessa.

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