
E poi arriva lei, tra un acquazzone e l’altro, vestita di bianco: una divinità del tennis, Martina Navratilova. 66 anni e 59 titoli del Grande Slam: 18 in singolare, 31 in doppio e 10 in doppio misto.
Arriva sul Campo centrale perché gli Internazionali BNL d’Italia vogliono assegnarle il massimo riconoscimento destinato a un campione: la Racchetta d’Oro.

Ha l’aria segnata: nei primi mesi di quest’anno le sono stati diagnosticati un tumore alla gola e uno al seno. Uno shock. Diagnosi precoce, prognosi immediata. E conseguente, immediata chemioterapia. Ora la battaglia sembra vinta. E la grande Martina, quando sorride, si illumina ancora come quando sollevava i trofei più prestigiosi del mondo, ricevendoli magari dalle mani della Duchessa di Kent.
La classe e la personalità sono intatte e non stupisce che per l’occasione Navratilova abbia preparato colpo di classe alla sua maniera, un breve discorso rivolto al pubblico che aspetta la finale, in italiano.
“E’ stato un anno molto difficile per me, ma adesso sto bene. Grazie. Sono grata per ovvie ragioni di essere qui con voi. Ho sempre amato venire in Italia. Il mio primo torneo qui risale al 1973”.

“Ho sempre amato mangiare il gelato”, proseguire. Poi guarda il cielo che minaccia temporale e aggiunge: “Oggi forse no…. Il tennis mi ha dato una vita sorprendente per la quale sono molto riconoscente: ho sempre cercato di ricambiare mentre giocavo e anche dopo che mi sono ritirata. Questo meraviglioso sport è abbastanza difficile e per questo motivo è una scuola di vita. Ti insegna la pazienza, la perseveranza, il continuare a lottare, a essere giusti, a essere umili. Perché nessun giocatore è più grande dello sport e sarà sempre così. Anche se non ho mai vinto questo torneo ho sempre amato competere qui, per il pubblico, per tutti voi. La passione che mostrate per lo sport è esattamente quello che provo io. E’ per questo che mi sono sempre sentita a casa qui in Italia”.

E’ commossa mentre legge il suo foglietto, che il vento vorrebbe strapparle di mano. E contagia chi la ascolta. Alla fine degli applausi Nicola Pietrangeli le prende il microfono e racconta: “Quando Martina ha annunciato il ritiro le ho telefonato chiedendole sa faceva sul serio. Lei me lo ha confermato e io le ho detto: se tu smetti di giocare, io smetto di guardare”. Oggi c’era tutto lo stadio ad applaudirla mentre simulava per i fotografi una delle sue indimenticabili volée con in pugno la racchetta d’oro, difficile da vedere in mani altrettanto degne.
"Mi sono sempre sentita a casa qui in Italia"
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) May 21, 2023
♥️ @Martina Navratilova Racchetta d'Oro 2023#IBI23 | #tennis | @InteBNLdItalia pic.twitter.com/JtwPM4ZWpX
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