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La giornata al Foro. Aspettando
Giorgi-Collins, sfida affascinante

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

E’ il giorno della grande partenza: alle 12.00 andranno in campo i primi incontri del primo turno del tabellone principale maschile degli Internazionali BNL d’Italia. Edizione storica n.75. E l’onore (e l’onere) di aprire il programma sul Campo centrale del Foro Italico toccherà a un italiano molto atteso: Lorenzo Sonego.

Non è un nome che tutti conoscono ma è il nome del giovane emergente che gli addetti ai lavori hanno visto progredire più velocemente ad alto livello in questo inizio di stagione. Era n. 212 del mondo il primo gennaio 2018 questo ragazzone di Torino (oltre un metro e 90) che proprio l’altro ieri ha compiuto 23 anni. Va in campo contro l’estroso francese Adrian Mannarino, n. 27 del mondo e singolarista in Davis secondo il capitano Yannick Noah, con il n. 142 sulle spalle. E la consapevolezza di aver attraversato da vincitore il torneo di Pre-qualificazione ma soprattutto di aver già dimostrato nel circuito di poter giocare alla pari con i migliori. E di poter battere sulla terra battuta anche un campione del calibro di Richard Gasquet, come ha fatto recentemente al torneo di Budapest, dove il francese, n. 29 del mondo, era  tra le prime teste di serie.

E’ una bella inaugurazione del torneo in chiave italiana, con un giocatore emergente che pensa in grande (merito sicuramente della mentalità trasmessa dal suo storico allenatore Gipo Arbino), gioca un tennis aggressivo, moderno , con gran servizio e diritto come tutti quelli che sognano il successo nel tennis mondiale. Comunque vada il futuro è suo. E il grande palcoscenico se l’è conquistato e meritato colpo dopo colpo. Ora tocca agli appassionati di casa nostra cominciare a conoscerlo e sostenerlo.

Dopo di lui un altro momento da non perdere: il ritorno di Stan Wawrinka. Il suo ginocchio (e lo stato di forma del suo rovescio da museo) verranno messi alla prova dallo statunitense Steve Johnson, n.55 del mondo. Un giocatore solido, poco appariscente ma duro da battere, buono anche in doppio. Sarà un test che i tifosi di Stan The Man (o  Stanimal, come lo chiama chi ama enfatizzare la sua potenza fisica) osserveranno con trepidazione. Ritrovare un campione come lui sarebbe un grande regalo per il tennis di vertice che in questo momento vive una sorta di frattura tra il duo Rafa/Roger (che  è tornato n.1 a discapito del grande rivale) e il Resto del mondo.

Va detto che questo ‘first sunday’ degli IBI18 è all’insegna degli Statunitensi. Nei sei incontri domenicali del main draw, ben quattro vedono impegnati atleti a stelle e strisce (Johnson, Ryan Harrison, Sock e Sam Querrey). In particolare spicca il confronto che chiuderà il programma sul Centrale tra Jack Sock, testa di serie n.13 , e il veterano dei guerrieri spagnoli, David Ferrer.

Gli altri match caldissimi della giornata sono tra i turni decisivi dei tornei di qualificazione. E vanno tutti i campo a mezzogiorno. Un mezzogiorno davvero di fuoco. Sul campo Pietrangeli il grande protagonista della giornata di ieri, il giovane azzurro Filippo Baldi, n.368 del mondo, proverà ad appoggiare il suo tennis esplosivo sulle spalle dei tifosi che sicuramente affolleranno i gradoni di marmo bianco accessibili con un semplice biglietto ‘ground’. Il suo avversario è lo scafatissimo spagnolo Guillermo Garcia Lopez, 34 anni n.69 del mondo,  che annuserà il profumo dei 17.350 dollari che spettano a chi riesce semplicemente a entrare nel main draw. Un osso duro.

Il campo n.2 a mezzogiorno è quello che ospita invece il match più affascinate sul versante femminile. La nostra Camila Giorgi, 26 anni, n.56 della classifica Wta, affronta infatti l’ancora sconosciuta al grande pubblico ma interessantissima americana Danielle Collins, 24 anni, n.49. Entrambe potrebbero sfilare come modelle, entrambe esprimono un tennis di notevole qualità tecnica. Della Giorgi e del suo tennis a 200 all’ora, ‘o la va o la spacca’ su ogni palla ormai sappiamo tutto. Nel bene e nel male. Una volta si pensava che in giornata potesse battere chiunque. Ora gli anni sono passati e le ‘grandi cose’ tanto attese ancora latitano. Le speranze però restano, specie se nel suo tennis esplosivo entrassero anche nuove venature di raziocinio.

La Collins invece potrebbe essere il volto nuovo del 2018 e ha una storia dove il raziocinio ha un posto molto importante. All’inizio di quest’anno era solo n.167 del mondo, con un’esperienza internazionale ridottissima. Questo perché, non provenendo da una famiglia con ampi mezzi, aveva scelto il percorso universitario per crescere, tennisticamente e non solo. Ebbe la possibilità di allenarsi in un Accademia solo a 15 anni, quando dimostrò di essere una delle più forti giocatrici Under 18 d’America. Un tennis costruito giocando con il padre e con tanti giocatori della domenica sui campi pubblici di Tampa. la bravura le permise di ottenere una borsa di studio all’Università della Virginia di Charlottesville. La brava Danielle sfrutto l’occasione per vincere due titoli universitari NCAA e contemporaneamente laurearsi in Scienze della Comunicazione. Che la ragazza abbia una testa molto pensante è dimostrato dal fatto che quando nel 2014, in quanto campionessa universitaria, ebbe una wild card per gli Us Open sfrutto l’occasione sul piano sportivo ( perse al primo turno con Simona Halep ma le strappò un set) rinunciando a quello economico, i 45.000 dollari che le spettavano per non perdere lo status di studentessa che la stava portando a una laurea molto desiderata.

Una scelta che le costò successivamente parecchia fatica per arrivare al circuito che conta. Sempre povera di mezzi dovette aspettare l’opportunità del Oracle Us Award: nel 2017 il premio da 100.000 dollari destinato dal miliardario Larry Allison ai migliori tennisti universitari del Paese andò a lei e a Mackie McDonald. Questo le ha permesso di costruirsi una programmazione di ampio respiro, e di fare riferimento oltre ai suoi coach dell’Università Mark Guilbeau e Troy Porco anche a un tecnico come Pat Harrison, il padre del pro Usa Ryan Harrison.

La storia di questi primi mesi del 2018 ha i toni della favola. Prima Danielle trionfa nel torneo da 125.000 dollari di Newport Beach ( battendo in finale un ‘altra grande emergente come la russa Sofya Zhuk). Poi  raggiunge gli ottavi a Indian Wells superando tra le altre Madison Keys, n. 14 del mondo. Due settimane dopo arriva addirittura in semifinale a Miami, passando dalle qualificazioni, e battendo nel percorso Coco Vandeveghe, n. 16 del mondo, e Venus Williams, n.8.

Non sappiamo come la dottoressa Collins si adatterà alla terra battuta del Foro Italico. Ma siamo sicuri che quella tra lei e Camila Giorgi sarà una gran bella partita.

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