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MI RITORNI IN MENTE / 1992: COURIER TRAVOLGE COSTA E FA SUA ROMA
PER LO STATUNITENSE, ALLORA NUMERO 1 DEL MONDO, PRIMO SUCCESSO AGLI INTERNAZIONALI

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Nel 1992 Jim Courier fa suo il torneo di Roma battendo lo spagnolo Carlos Costa. Per lo statunitense, allora numero 1 del mondo, si trattò del primo di due successi agli Internazionali. “Mi ritorni in mente” è lo spazio dove rivivere le partite più belle degli IBI attraverso la penna di grandi giornalisti che quei match li hanno raccontati dal vivo.

ROMA. Jim Courier è il nuovo re di Roma. In due ore e 32 minuti il numero uno del mondo, sul Centrale del Foro Italico, ha demolito gli attacchi ambiziosi di Carlos Costa, rivelazione dell’ultimo mese. Il ventiquattrenne spagnolo ha tenuto testa a Courier soltanto nel primo set, inchinandosi di schianto alla superiorità di un campione che, ieri, ha dimostrato di essere fortissimo anche su una superfice difficile come la terra battuta.

Per un’ora e 10’, tanto è durata la prima partita, gli spettatori sono rimasti con il fiato sospeso. Carlos con grinta rabbiosa si è aggrappato al forte avversario. E, vi dirò di più, è stato lui ad avere maggiori possibilità di fare il break, addirittura sei occasioni contro una sola di Courier. Dove è girata la partita? Sicuramente sul 4 pari, quando Costa è stato ad un soffio dal compiere la grande impresa: 0-40 sul servizio di Big Jim. Un lob sul quale Costa non ha avuto il coraggio di picchiare, lasciandosi spingere indietro dall’americano. Un diritto giocato con troppa irruenza. Una risposta sballata. Con questi tre errori è andato in frantumi il sogno di una terza vittoria, dopo quella dell’Estoril e di Barcellona, per il ragazzo spagnolo che si avvicina in modo minaccioso alla posizione numero 10 della classifica Atp.

Il secondo set non ha avuto storia, 6-0 per l’americano, in poco più di mezz’ora. Come tutti coloro che si sentono affondare, Carlos è andato fuori giri, cercando soluzioni inverosimili anche perché le gambe non seguivano più gli schemi che mentalmente lui cercava di imporre alla partita. Nel quarto gioco del terzo set è arrivato il break e lo spagnolo ha alzato le braccia al cielo per segnalare il miracolo. Il vecchio campione Jan Kodes, in un orecchio mi ha detto: “Quando un giocatore comincia ad esternare, è perché ha perso la concentrazione e la testa. Costa non ha più chances”. Un pronostico perfetto. La partita si è protratta sino al 6-4, senza regalare altre emozioni. In verità Courier avrebbe potuto chiudere 6-3. Era la prima volta che i due protagonisti si trovavano di fronte: “Dall’inizio dell’anno dovunque mi giri trovo Carlos, vincitore di due tornei, finalista in altri due – ha detto Courier -. Penso proprio che lo vedremo andare molto avanti anche al Roland Garros”. Poi l’americano ha voluto manifestare la sua soddisfazione per questa vittoria: “Il torneo di Roma è uno dei più belli del mondo, soltanto un passo indietro rispetto ai tornei del Grande Slam. L’anno prossimo tornerò per difendere il titolo”.

Più tardi, in conferenza stampa, Courier si è detto soddisfatto della forma: “Al di là della vittoria o della sconfitta, due realtà che nel tennis bisogna affrontare, posso dire che mi sento a mio agio sul campo. Colpisco la palla in modo solido, mi muovo bene. Quindi guardo con impazienza verso il Roland Garros che rappresenta la prova più importante sulla terra”. Parlando di Costa poi ha concluso: “E’ un tipo forte, un ottimo giocatore che ha fatto tanti progressi. Bisognerà vedere cosa sarà capace di ottenere da qui in avanti. Arrivare tra i primi del mondo non è impossibile ma è duro rimanere all’altezza della propria reputazione, della classifica. Da questo momento, sono almeno cento i giocatori del circuito pronti a dare la caccia a Costa”. Più un tennista sale in alto, più numerosi diventano i suoi nemici. E’ una frase che ho sentito pronunciare da Tony Roche, l’amico allenatore di Ivan Lendl: “Non c’è nessuno più solo del campione che diventa numero uno”. Una posizione scomoda che Courier occupa con sicurezza forse perché, non essendo un genio del tennis, è un ragazzo che ha sostituito la mancanza di talento con la forza.

Lea Pericoli (il Giornale, 18 maggio 1992)

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