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MI RITORNI IN MENTE / ROMA 1993:
MARTINEZ STRAPPA LO SCETTRO ALLA SABATINI

Questo contenuto è stato pubblicato 6 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Nel 1993 Conchita Martinez conquista a sorpresa il titolo nel torneo di Roma battendo in finale la favorita Gabriela Sabatini. Per la spagnola si trattò del primo di quattro successi consecutivi agli Internazionali d’Italia.  Ripercorriamo il match nel racconto scritto allora su il Giornale da Lea Pericoli. “Mi ritorni in mente” è lo spazio dove rivivere le partite più belle degli IBI attraverso la penna di grandi giornalisti che quei match li hanno raccontati dal vivo.

ROMA. La spagnola Conchita Martinez in 2 ore e 5 minuti di gioco ha sorprendentemente fermato Gabriela Sabatini nella cosa al suo quinto successo negli Internazionali d’Italia. Conchita ha vinto per 7-5, 6-1, gettando nello sconforto i numerosi fan accorsi per celebrare una grande festa. Il Foro Italico ha la sua nuova regina, una usurpatrice che ha ottenuto un prestigioso successo ma non è riuscita a conquistare il cuore dei romani. Se vogliamo dire la verità dobbiamo confessare che ha avuto una delle finali meno entusiasmanti degli ultimi anni. Tuttavia lo stadio era esaurito in ogni ordine di posto. Un vero trionfo per il tennis femminile e per le qualificazioni maschili che ieri si concludevano sugli altri campi.

Il match tra Conchita e Gabriela è iniziato con interminabili scambi. Pensate che per arrivare su 2-1 in favore della Sabatini ci sono voluti 33 minuti. Ma c’è di più, nel terzo game sono stati giocati ben 32 “quindici”. Gabriela avrebbe confessato dopo il match che quel durissimo braccio di ferro le era costato la prima botta di stanchezza. Chi conosce bene il tennis sa che una prima partita conclusa per 7-5, in un’ora e 26 minuti, può precedere una caduta verticale. E Gabriela, perso il primo set, ha dato la sensazione di non avere più energie da spendere. Da un punto di vista squisitamente tecnico, la Sabatini può essere accusata di non aver utilizzato la giusta strategia. Ancorata a fondo campo, Gabriela come mezzo per colpire ha usato la regolarità, ma i suoi colpi arrotati non riuscivano a fare male all’avversario. Non si capisce perché l’argentina abbia abbandonato Carlos Kyrmayr, che l’aveva aiutata a completare il suo tennis, in favore di Dennis Ralston, il coach americano almeno in apparenza incapace di suggerire una impostazione più aggressiva.

Con questo non vogliamo togliere meriti a Conchita, che nel 1993 ha vinto due tornei: Brisbane (contro la Maleeva), Houston (battendo la Sabatini), più due finali a Linz e a Barcellona. Un avvio di stagione fantastico che le farà fare un ulteriore passo avanti in classifica. Sei sorpresa? Le abbiamo chiesto. “Non più di tanto – ha risposto la Martinez – Con Gabriela abbiamo sempre combattuto feroci battaglie”.

A premiare le giocatrici è scesa in campo Lucia Valerio, leggendario nome del tennis italiano. Lucia vinse gli Internazionali nel lontano 1931. La Valerio, congratulandosi con Conchita, le ha rivelato di aver giocato con Lilli Alvarez, grande campionessa spagnola di tanti anni fa. Conchita ha annuito distratta: non sempre ai giovani interessa la storia del loro sport. Dopo la sconfitta, Gabriela Sabatini, sommersa dagli applausi, ha preso il microfono per ringraziare. Ha giustificato la sconfitta dando meriti all’avversaria ed ha promesso: “L’anno prossimo tornerò con la speranza di non deludere”.

Gli Internazionali femminili si concludono confermando il successo di pubblico, dettaglio importante considerando che molti altri tornei in Europa hanno subito battute d’arresto da addebitarsi alla crisi. Basti pensare al torneo di Barcellona che per la finale ha registrato la presenza di poche centinaia di spettatori, nonostante in campo ci fossero Arantxa Sanchez e Conchita Martinez. Per quanto riguarda le nostre ragazze ricordiamo che a Roma quest’anno è nata una stella, Francesca Bentivoglio, alla quale ora il tennis offre il difficile compito di confermare tre strepitose vittorie.

Lea Pericoli (il Giornale, 10 maggio 1993)

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