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MUGURUZA, SI PUO’ DARE DI PIU’
Garbiñe vince la battaglia con “Coco” Gauff

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Fa parte delle brave (e belle) che potrebbero dare di più Garbiñe Muguruza. Anche se può sembrare follia definire così una che ha vinto Roland Garros, Wimbledon ed è stata pure sul trono mondiale. Il problema è che dalla valchiria di Caracas, che il prossimo 8 ottobre spegnerà 27 candeline, ci si aspettava, e ci si aspetta molto di più. Il suo tennis aggressivo è fatto per comandare gli scambi ma necessita di una perfetta condizione fisica per ammortizzare gli alti e bassi di concentrazione da sempre cruccio della spagnola.

Alla ripartenza dopo il lock-down ha dovuto saltare sia Lexington che il “Western and Southern Open” per un problema alla solita caviglia sinistra mentre agli Us Open è uscita di scena già al secondo turno per mano della bulgara Pironkova, poi approdata in semifinale. Intanto però a Roma Miguruza è approdata agli ottavi per la quarta volta, in sette partecipazioni. Anche senon è stata una passeggiata: come spesso le capita, infatti, Garbiñe si è complicata abbastanza la vita. Al secondo turno la 27enne di origini venezuelane, n.17 WTA e nona favorita del seeding, ha battuto 76(3) 36 63, dopo quasi due ore e mezza di lotta, la statunitense Cori “Coco” Gauff, n.53 del ranking, alla sua “prima volta” in un torneo così importante sulla terra.

Nel loro primo confronto “Coco” prova subito l’allungo (3-1) ma si fa riprendere concedendo il contro-break a zero (3-3). Aggrappate ai rispettivi turni di servizio Gauff e Muguruza si giocano tutto al tie-break dove Garbiñe fa valere la sua maggiore esperienza e, dopo essersi fatta recuperare dall’1-3 al 3 pari infila gli ultimi quattro punti. La 16enne afroamericana prende un break di vantaggio anche nel terzo gioco della seconda frazione, concedendo il bis nel quinto e salendo 4-1. Muguruza recupera uno dei due break e si riavvicina (4-3) ma Gauff si rimette a spingere, capisce che non deve far giocare da ferma la spagnola e pareggia il conto dei set (6-3). Americana sugli scudi anche in avvio di frazione decisiva: centra il break con la complicità di Muguruza che sotterra la volée di rovescio (2-0). Garbiñe reagisce immediatamente (4-2) e difende il vantaggio fino al definitivo 6-3.

Due volte semifinalista a Roma – nel 2017 costretta al ritiro contro la Svitolina (poi vincitrice del titolo) e nel 2016 fermata da Madison Keys – Muguruza giovedì si giocherà un posto nei quarti con la britannica Johanna Konta, n.13 del ranking e 7 del seeding, finalista dodici mesi fa: in parità il bilancio dei precedenti (2-2) ma le due non si sono mai affrontate sulla terra.

“Ha vuelto”: con due semplici parole (“E’ tornata) il quotidiano spagnolo “AS” ha salutato il suo ritorno su palcoscenici importanti con la finale raggiunta a Melbourne, dove contro Kenin è andata davvero vicino a vincere il suo terzo trofeo Major. La scelta definitiva in favore di Conchita Martinez (già al suo fianco nel trionfo a Wimbledon 2017) come coach al posto di Sam Sumyk, maturata lo scorso novembre, si è rivelata azzeccata e dopo due stagioni in cui, anche a causa di ripetuti infortuni, aveva recitato il ruolo di comparsa, nemmeno molto brillante, eccola di nuovo protagonista.

A frenarla, però, è sempre un atteggiamento in campo spesso negativo, lei che è stata anche in vetta al ranking per 4 settimane e che è stata (ed è) la prima e unica giocatrice ad aver battuto entrambe le Williams sisters in una finale Slam: Serena a Parigi 2016, Venus a Wimbledon 2017.

“Era tanto tempo che non mi capitava di giocare sulla terra a settembre ma è la superficie sulla quale sono nata – racconta la spagnola che sfoggia alla catenina un piccolo ciondolo a forma di corno rosso –. Lo stop per la pandemia è arrivato in un momento in cui stavo giocando davvero bene però ho apprezzato il fatto che era davvero tanto tempo che non mi capitava di non sentire dolorini vari o di sentirmi stanca”, aggiunge sorridendo.

“Ho trascorso il lock-down in Svizzera, a Ginevra: ed il primo torneo che ho disputato dopo l’infortunio sono stati gli Us Open dove ho giocato solo due partite. Oggi è stato un match duro ma me l’aspettavo. Nel set decisivo sono stata solida nonostante il break subìto in avvio e non mi sono lasciata sfuggire le occasioni che ho avuto come invece avevo fatto nel secondo set. Lei è molto atletica, è una grande combattente ed ha mantenuto alta la concentrazione per tutto il match anche se ha solo 16 anni”.

Anche per Garbiñe è una sensazione strana giocare in un Foro Italico vuoto: “Adoro l’Italia e i tifosi italiani ed è dura per me fare a meno del loro entusiasmo”.

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