
Questo contenuto è stato pubblicato 3 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.
Dall’alto dei suoi 9 trofei romani già in bacheca Rafa Nadal è il re indiscusso del Foro Italico. Quest’anno, però, il maiorchino arriva a Roma dopo uno stop di sei mesi e mezzo, visto che dopo il lockdown ha scelto di saltare la trasferta a New York. L’ultimo match ufficiale giocato dal 34enne mancino spagnolo è stata la finale di Acapulco vinta a fine febbraio contro Fritz.
“Come mi sento? Bene. E sicuramente entusiasta di ricominciare. Del resto l’ultimo periodo è stato complicato per tutti. Ma adesso sono qui: Roma è sempre entusiasmante. E’ come sempre uno degli eventi più importanti del tour: eppure non sarà la stessa cosa senza il pubblico, vivendo nella ‘bolla’ e senza godersi almeno un po’ la città. Ad ogni modo ora c’è un torneo ed è questo ciò che conta”.
“La mia forma è più o meno quella che dovrebbe essere tenuto conto che non gioco da sei mesi. Non ho aspettative: solo scendere in campo fare, del mio meglio ed essere il più possibile competitivo. Del resto competere non è come allenarsi”.
Inseguendo il record Slam di Federer (20) ad una lunghezza di distanza, Rafa è tornato anche sulla scelta di saltare gli Us Open: “Non ho rimpianti. Quando prendi una decisione devi andare fino in fondo. Le alternative erano due, ed ho scelto la migliore per me e la mia famiglia. Del torneo ho seguito quattro set della finale e poco altro”.
Se a Roma Nadal proverà ad andare in doppia cifra, al Roland Garros l’obiettivo sarà fare…13! Ed il neo re di New York Dominic Thiem è un avversario ancora più pericoloso. “Non so cosa succederà a Parigi: vediamo prima di tutto come evolverà la situazione del virus nelle prossime due settimane. Bisogna solo aspettare e vedere. Quanto a Dominic sono felice per lui: è davvero una brava persona e un gran lavoratore e meritava di vincere un titolo così importante. Ma mi dispiace per ‘Sascha’ (Zverev; ndr) che ci è andato davvero vicino: avrà sicuramente altre possibilità in futuro”.
Impossibile non parlare di Novak Djokovic, sia per quanto riguarda la squalifica rimediata a Flushing Meadows che per la nuova associazione giocatori promossa dal serbo. E su entrambe le questioni lo spagnolo ha un’opinione piuttosto chiara. “Le conseguenze di determinate azioni sono sempre le stesse – sottolinea –, c’è un regolamento. E’ stato molto sfortunato e mi dispiace per lui. Non voleva colpire nessuno ma è importante in campo mantenere sempre il controllo”.
Ancora più deciso in merito alla nuova associazione: “Credo che stiamo vivendo un momento di crisi sanitaria che inevitabilmente finisce con l’essere anche economica. E’ un’iniziativa rispettabile e ognuno può avere le sue idee. Solo penso che si debba restare uniti. Ed è una considerazione che abbiamo fatto sia io che Federer. Credo nella struttura dell’ATP e nel lavoro che fa. E in ogni caso, ripeto, non è questo il momento opportuno”.
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