
Ha allungato le maniche della maglietta e accorciato i pantaloncini. Nel frattempo ha macinato chilometri su chilometri e perso per strada le fluenti chiome. Era il 2005 quando giocava la sua prima partita al Foro Italico lasciando due game al russo Youzhny, step d’avvio della marcia verso il primo titolo. Diciassette anni e dieci trionfi romani dopo il favorito è ancora lui, Rafael Nadal Parera, il “defending champion”.
Ingresso in gara regale per lui, direttamente al secondo turno, agli Internazionali BNL d’Italia (quinto ATP Masters 1000 stagionale – montepremi5.415.410 euro) sulla terra rossa del Foro Italico: il 35enne di Manacor, n.4 del ranking e 3 del seeding, ha battuto 63 61, in un’ora e 16 minuti, lo statunitense John Isner, n.27 ATP, inanellando la 23esima vittoria di questo 2022 (a fronte di sole due sconfitte).

L’unica chance del 37enne del gigante di Greensboro (208 centimetri d’altezza), autentica macchina da ace, era sperare in una gran giornata al servizio, la sua arma migliore, e magari un una versione sbiadita di Rafa. Ma così non è stato. Eppure nel primo set il primo ad avere palle-break, due nel settimo gioco, è stato “Long John” ma non le ha sfruttate ed è stato regolarmente punito nel game successivo dal mancino di Manacor, che ha centrato il break alla seconda opportunità (5-3), chiudendo poi 6-3 con cinque punti di fila.
Lo spagnolo ha preso un break anche in avvio di seconda frazione confermando poi il vantaggio (2-0) ed allungando a cinque la striscia di giochi consecutivi. Lo statunitense ha frenato l’emorragia (2-1) ma ha ripreso a martellare prendendosi un altro break (4-1) e poi chiudendo 6-1 al secondo match-point con l’ennesimo diritto vincente. Troppo poco per Isner un ace (e due doppi falli) ed appena il 55% di prime in campo.
Arrivato in conferenza stampo dopo un po’ di allenamento supplementare il maiorchino: “L’ho detto chiaramente fin da subito: ora che sono rientrato sono un po’ in affanno, devo ritrovare il prima possibile le sensazioni giuste, quegli automatismi che ho perso per via dell’infortunio – ha ribadito Rafa -. Ho la necessità di lavorare il più possibile per essere al meglio nel giro di un paio di settimane. Ovviamente la mia priorità di oggi è il match di domani, ma se voglio dare a me stesso una possibilità di ritrovare il livello che voglio o che desidero raggiungere l’unica cosa che posso fare è lavorare. Il match di oggi non è stato troppo duro dal punto di vista mentale o psichico così ho voluto allenarmi un altro po’. Per me ogni torneo con la sua storia, la sua tradizione, è importante: non gioco un torneo solo per prepararne un altro”.

Negli ottavi Nadal dovrà vedersela con il canadese Denis Shapovalov, n. 16 del ranking e 13 del seeding, pure lui mancino: Rafa è avanti 4-1 nel bilancio dei precedenti con il 23enne nato a Tel Aviv e si è imposto nelle ultime quattro occasioni, compreso il successo in cinque set nei quarti degli ultimi Australian Open. Ma dodici mesi fa, proprio negli ottavi a Roma, “Shapo” è andato vicinissimo al successo (è stato avanti 63 3-0 con chance di doppio break e poi ha mancato due match-point uscendo stremato dopo tre ore e trenta di lotta), e lo spagnolo – c’è da giurarci – non se lo è dimenticato.
“Lo scorso anno sono stato super fortunato – ha detto Rafa – è stato un match che ha avuto a lungo nelle sue mani: non me lo ricordo precisamente ma mi pare sia stato una specie di miracolo essere riuscito a vincerlo. Però non voglio pensare all’avversario nello specifico ma solo ad avere una chance di giocare meglio”.
Inevitabile un passaggio su Alcaraz: “ Se è più forte di quanto lo fossi io alla sua età? Lasciamogli godere la sua carriera senza paragoni. Sono epoche diverse, differenti modi di approcciarsi allo sport”. Sollecitato sulla questione Wimbledon (con l’esclusione di tennisti russi e bielorussi) e l’idea di non attribuire punti a chi partecipa allo Slam londinese Nadal si è defilato da perfetto “politico”: “Non ho un’opinione su questo, o meglio ce l’ho ma preferisco non rispondere. Ne abbiamo discusso all’interno del Council ma sono conversazioni riservate. La cosa importante è proteggere ogni singolo giocatore. Quando ci sono situazioni del genere non esistono soluzioni perfette. E poi ora sono qui a Roma e a Wimbledon mancano ancoradiverse settimane”.
Rafa, recordman di Slam vinti (21), quest’anno ha conquistato già tre titoli – Melbourne, Australian Open ed Acapulco – ma poi ha pagato lo sforzo sotto forma di un infortunio alle costole e dopo il Masters 1000 di Indian Wells (battuto in finale da Fritz) è stato costretto a fermarsi: è rientrato solo la scorsa settimana a Madrid dove nei quarti ha subìto la seconda sconfitta del 2022, per mano del connazionale Alcaraz.
Ma ora Nadal è a Roma, e anche stavolta l’avventura è iniziata bene.
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