News
In Evidenza

Napolitano, l’irriducibile della generazione perduta, a un soffio dall’impresa

Il piemontese, n.555 ATP, che è arrivato al main draw passando dalle pre-qualificazioni arriva a un passo dal successo contro Alex Molcan, n.59. E’ l’unico di un gruppo talenti che comprendeva anche Quinzi, Baldi e Donati, arrivati a ridosso dei Top 150, che non si è ancora arreso. E ha solo 28 anni…

Il riflettore che si accende per 2 ore e 22 minuti su Stefano Napolitano nella Grand Stand Arena del Foro Italico illumina eroicamente l’unico sopravvissuto di una generazione perduta di tennisti italiani. Stefano Napolitano, Matteo Donati, Filippo Baldi, Gianluigi Quinzi: c’è stato un momento, tra il 2015 e il 2017, prima dell’esplosione dei talenti azzurri di oggi, che le maggiori speranze di un tennis italiano maschile in cerca di nuovi eroi erano tutte puntate su questi 4 ragazzi nati tra il 1995 e il 1996.

Di loro, mentre esplodevano Sonego e Berrettini, Sinner e Musetti si sono perse le tracce. I due più giovani, Quinzi e Baldi hanno smesso di giocare. Il marchigiano Gianluigi, vincitore del torneo juniores di Wimbledon nel 2013 ora fa l’allenatore (all’accademia di Riccardo Piatti). L’alessandrino Donati, vittima di una infinita serie di infortuni, ci prova ancora nell’oblio generale: è n. 812 del mondo. Anche lui, come Stefano Napolitano, ha solo 28 anni eppure sembra appartenere definitivamente al passato.

La sconfitta per un nunnulla 6-4 3-3 7-6 di Stefano Napolitano oggi contro lo slovacco Alex Molcan, n. 59 del mondo, è lì a testimoniare il valore di questi ragazzi che non ce l’hanno fatta a sfondare del tutto. Donati, best ranking n. 159 nel 2015; Baldi n.144 nel 2019; Quinzi n.142 nel 2019; Napolitano n. 152 nel 2017. Potrebbe essere delle lapidi a testimoniare l’eccellenza di questi giocatori che sono arrivati comunque molto in alto, alle porte di quell’élite mondiale assoluta che comprende i migliori 150 giocatori di tennis del pianeta. Qualcosa li ha bloccati prima del tempo, all’ingresso di quella dimensione ulteriore che avrebbe dato loro la fama e i guadagni necessari per affrontare il grande circuito.

Stefano Napolitano al Roland Garros 2017 ( Getty Images)

Napolitano, scivolato al n.555, ci sta provando ancora, con un gruppo di giocatori che si allena nel veronese, tra cui Oradini e Borgo.  Ormai fuori dai radar di chi va in cerca di giovani talenti, il figlio di Cosimo, maestro di tennis e organizzatore di manifestazioni di livello internazionale, ha dovuto imporsi nel torneo Open di Ortisei per conquistare un posto nelle pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia 2023. Poi le ha superate guadagnandosi un posto nel torneo di qualificazione del Masters 1000 romano.

Ed è emerso anche da quelle, nei giorni scorsi, battendo lo statunitense Aleksandar Kovacevic, n.107 del mondo, e poi il tedesco Maximilian Marterer, n.145, entrambi meglio piazzati in classifica di quanto è mai riuscito in carriera a Stefano.

Alla prova di un solidissimo Top 60 come Molcan, Napolitano con il suo gran servizio e gran rovescio, forse adatti più ai campi veloci che alla terra piena di umidità del Foro Italico oggi, ha dimostrato di poter giocare alla pari. Assolutamente almeno alla pari. La generazione perduta, nel suo caso, non è perduta davvero. O almeno, non ancora. Forza Stefano.

Leggi anche

Title Partner

  • BNL

Main Partner

  • BMW
  • Joma
  • RealeMutua

Official Partner

  • Emirates
  • Dunlop
  • Algida
  • Valmora
  • Pepperstone
  • Hologic
  • Heineken
  • TicketOne
  • Emu
  • RTL
  • Technogym
  • Nilox
  • Edison
  • eCampus
  • Vechain
  • Moscato D’Asti

Iscriviti alla nostra newsletter

Completa la procedura di registrazione

Letta e compresa l’Informativa Privacy, espressamente e liberamente

il trattamento dei miei dati personali per le finalità di cui al paragrafo 3.2

Annulla

Registrazione avvenuta con successo

Close
x ()