
Questo contenuto è stato pubblicato 3 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.
Ha messo in carniere la vittoria numero 28 nel 2020, con unica macchia fin qui la squalifica rimediata a Flushing Meadows per quella maledetta pallata finita contro la giudice di linea. Prosegue insomma l’inseguimento di Novak Djokovic al 36esimo titolo in un Masters 1000: il numero 1 del mondo ha fatto suo il derby con il connazionale Filip Krajinovic, numero 29 Atp, senza impressionare ma comunque chiudendo in due set con il punteggio di 76(7) 63, così da staccare per il 14esimo anno consecutivo il pass per i quarti di finale al Foro Italico, 85esimi complessivi in carriera per lui in un “1000” in carriera. Non è comunque stata una passeggiata per il 33enne di Belgrado, che sul Centrale è stato messo alle corde dal più giovane connazionale, nel recente passato aiutato proprio da Djokovic a trovare la propria strada nel tour.
E’ stato un primo set quasi in apnea per Nole – quattro volte vincitore a Roma: 2008, 2011, 2014 e 2015 -, dovendo fronteggiare due palle break sul 3-3 dopo uno scambio di “strappi” in apertura di partita. E nel tie-break, sotto 4 a 1, il numero uno del mondo ha saputo inanellare quattro punti di fila, che hanno cambiato l’inerzia per poi riuscire ad incamerare la frazione per 9 a 7 al sesto set point sotto lo sguardo corrucciato del suo coach Marjan Vajda (27 errori non procurati sono un dato su cui riflettere per il team del serbo). Tranquillizzato dal vantaggio, Djokovic ha ripreso a macinare il suo gioco, forte anche di uno “strappo” già al terzo game, gestendo con padronanza la situazione per poi archiviare la pratica dopo due ore e 7 minuti.
Sabato per un posto in semifinale il numero uno del mondo trova la principale sorprese del torneo, Dominik Koepfer, numero 97 Atp, passato attraverso le qualificazioni e capace di porre fine alla bella corsa di Lorenzo Musetti. Il 26enne tedesco è il primo qualificato a spingersi così avanti nel torneo capitolino dal 2009 quando a riuscirci furono Juan Monaco e Mischa Zverev. “Non è semplice giocare in uno stadio vuoto dove di solito il pubblico trasmette tanta energia, però ho bisogno di partite per ritrovare la giusta confidenza con la terra. Di sicuro domani dovrò partire in maniera più convincente…”, il messaggio che lancia Nole, prima di fiondarsi sul ‘Pietrangeli’ a studiare dal vivo il prossimo rivale.
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