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Conferenza stampa

Ons Jabeur: «Noi top player dobbiamo batterci per tutte le giocatrici»

La finalista degli Internazionali BNL d’Italia 2022 Ons Jabeur ha parlato delle polemiche per il trattamento delle tenniste a Madrid e della sua passione per la terra battuta

Questo contenuto è stato pubblicato 12 mesi fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

I bei ricordi di Roma, il recupero dall’infortunio, le reazioni alle polemiche per le accuse di sessismo verso gli organizzatori del torneo di Madrid. Ons Jabeur si ripresenta a Roma a un anno dalla finale del 2022 con una conferenza stampa densa di contenuti, da cui emerge la sua convinzione nell’essere voce forte per l’uguaglianza e l’equità, nelle sue varie forme.

“Non so bene cosa sia successo a Madrid, ma sono sicura che queste cose non accadranno più” ha detto, commentando la mancata cerimonia di premiazione dopo il doppio femminile. “E’ inaccettabile che le vincitrici non abbiano avuto l’occasione di parlare” ha detto. Quanto successo, ha spiegato, coinvolge tutte le atlete del circuito. “Noi top player abbiamo più potere, e credo che il nostro compito sia batterci per le nostre colleghe e sollevare i problemi. Penso che dovremmo essere trattate meglio, in maniera corretta. e A Madrid, come in altri tornei, non è successo”.

Ha apprezzato, per questo, le esternazioni pubbliche di Iga Swiatek. “Dice la sua pubblicamente su tante questioni, mi piace che trovi anche il tempo di parlare a tutte le giocatrici” ha detto la tunisina.

Proprio contro Swiatek, Jabeur ha giocato la sua ultima partita in stagione. Il suo match d’esordio sarà infatti il primo dalla semifinale di Stoccarda in cui si è ritirata dopo tre game contro la polacca.

“Mi sono fatta male esattamente al terzo punto della partita – ha spiegato nella conferenza stampa della vigilia agli Internazionali BNL d’Italia -. Non so bene cosa sia successo. Mi faceva già male il polpaccio, ma giocare con qualche dolore per i tennisti è normale. Stavo colpendo, era un punto normale, e ho sentito come una scarica elettrica. Ho provato a continuare, a fasciarmi la caviglia per vedere come sarebbero andate le cose. Vedere quel bello stadio e tutta quella gente venuta a vedere la partita è stato difficile. Ecco probabilmente perché ho pianto tanto dopo il match”.

Infortunio a parte, il torneo di Stoccarda ha confermato come sulla terra, quella rossa e quella verde dove ha trionfato quest’anno a Charleston, il suo tennis si possa esaltare. Anche se parlare di terra rossa appare quasi semplicistico. I quattro tornei principali su questa superficie – il WTA 500 di Stoccarda, i WTA 1000 di Madrid e Roma, il Roland Garros – si disputano in condizioni di gioco molto diverse fra loro.

“I campi sono molto diversi, dobbiamo adattarci. Ma adattarsi fa parte della vita dei tennisti. Dobbiamo farlo sempre, a tutto, agli orari, alle condizioni, agli alberghi, ai letti, ai cuscini. Fa parte del nostro lavoro” ha detto.

“Penso che il mio tennis comunque funzioni bene sulla terra. Non sono condizioni così rapide, ho il tempo per eseguire tutti i miei colpi. Mi piade prendermi il mio tempo per costruire il punto. Poi mi piace scivolare, adoro giocare le palle corte che su questi campi funzionano tanto la palla resta bassa – ha detto -. Spero di fare meglio dell’anno scorso qui e soprattutto al Roland Garros”.

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