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PARLA FOGNINI: “Sto meglio, sono pronto”

Questo contenuto è stato pubblicato 10 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

La prima apparizione ufficiale di Fabio Fognini a questi Internazionali BNL d’Italia inizia e termina senza scintille. La conferenza stampa con cui il numero 1 d’Italia si è presentato al torneo, tenutasi all’ora di pranzo di domenica nella pancia del Centrale del Foro Italico, è filata via senza che si palesasse alcuno strascico delle turbolente settimane appena vissute dal ligure.

“Sto bene”. E’ la prima affermazione di Fogna, rilassato e incline al sorriso, ed esce dalla sua bocca appena rivolge lo sguardo ai giornalisti in sala. Gli sfoghi di Monaco di Baviera e Madrid sono distanti appena qualche giorno, ma tutti sanno – lui compreso – che sarà meglio dimenticarli prima del punto che aprirà la sua settimana romana, contro Lukas Rosol. Avversario imprevedibile ma contro cui partirà largamente favorito: “Rosol ha dimostrato di saper battere gente forte (autore di una delle sorprese più grandi nella storia del tennis, battendo Nadal nel 2012 a Wimbledon)”. 

“Dopo Barcellona, dove ho avuto febbre e qualche problema fisico, Monaco mi ha aiutato a ritrovare buone sensazioni sul campo” assicura Fabio, che però non si sbilancia sul torneo che sta per iniziare: “Non so dove arriverò. Cercherò di fare un buon torneo, cosa che qui non ho mai fatto”. Per la prima volta in carriera, Fabio arriva al Foro Italico con tutte le pressioni che comporta essere il numero 1 d’Italia e con il peso supplementare delle aspettative inevitabilmente scaturite dai dodici mesi appena trascorsi, i migliori della sua carriera. “La pressione cercherò di lasciarla a voi. Ma sentirla un po’ è normale, dopo buoni risultati.” 

Il rapporto di Fabio con la stampa, come quello di quasi tutti i giocatori che finiscono sotto la lente d’ingrandimento, è piuttosto conflittuale. I grandi hanno imparato a ignorare i media, spegnendo la televisione e rifiutando quasi ogni contatto con il mondo esterno durante i grandi appuntamenti. E’ risaputo, ad esempio, che Murray e Federer durante Wimbledon cerchino un vero e proprio isolamento. “Io leggo sempre. Il problema è cosa leggo” dice Fognini, che forse potrebbe prendere esempio dai suoi colleghi già in alto per provare ad raggiungerli. Durante quest’ultimo anno è stato bravissimo ad avvicinarli, ora mancherebbe solo l’ultimo passo. Roma, dopo i trionfi in Davis, potrebbe regalargli la definitiva consapevolezza di essere un campione in fieri: “Oggi arrivo qui in maniera diversa. La troppa voglia di far bene, un po’ di tensione, mi hanno impedito di esprimermi al meglio gli anni scorsi. E anche Nadal al secondo turno, come lo scorso anno”. 
Quest’anno all’orizzonte ci sarebbe un potenziale terzo turno contro Roger Federer. Si dovesse mai verificare, Fabio sarebbe l’unico in grado di far dimenticare al pubblico romano l’amore incondizionato che da sempre il Foro nutre per lo svizzero.
Prima di andare a caccia di gloria, c’è da lavorare sotto pressione. Fabio non è mai stato così pronto a fare entrambe le cose.

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