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BERRETTINI FUORI DI TANTO COSI’
Matteo cede 7-6 al terzo nei quarti a Ruud

Questo contenuto è stato pubblicato 4 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

L’Italtennis deve attendere ancora per ritrovare un suo esponente in semifinale agli Internazionali BNL d’Italia (l’ultimo è Filippo Volandri nel 2007, quando perse dal cileno Gonzalez). Si ferma nei quarti infatti il cammino al Foro Italico di Matteo Berrettini, numero 8 della classifica mondiale e quarta testa di serie: il 24enne capitolino (quinto italiano a spingersi fino ai quarti nel torneo di casa) ha ceduto con il punteggio di 46 63 76(5) al norvegese Casper Ruud, numero 34 del ranking Atp, che può sorridere alla prima “semi” in carriera in un Masters 1000. 

CHE BOCCONE AMARO PER IL ROMANO MATTEO – E’ davvero un boccone amarissimo quello che dopo quasi tre ore di lotta sotto il sole del ‘Pietrangeli’ deve ingoiare il tennista romano, proprio lui che da ragazzino veniva sugli spalti ad ammirare i campioni e poi da aspirante giocatore bazzicava i campi facendo da sparring ad alcuni dei suoi beniamini. Matteo è arrivato a due punti dal successo nel terzo set, ma non è riuscito a dare la zampata vincente di fronte a un avversario di notevole solidità nei fondamentali (appena 23 errori non procurati complessivi contro i 54 dell’italiano) e ben preparato atleticamente, che dopo un primo set in difficoltà ha saputo alzare il livello così da confermare il risultato del Roland Garros 2019 (secondo turno) prendendosi pure la rivincita per la sconfitta patita un paio di settimane fa agli Us Open. E all’allievo di Vincenzo Santopadre non resta che il rimpianto per un’occasione ghiotta sfumata, a maggior ragione considerando che domenica le porte dell’impianto sarebbero state aperte almeno per mille spettatori.

“QUEI DUE DRITTI FUORI DI POCHI CENTIMETRI” –  La verità è che dopo un primo set in cui ero in controllo ho abbassato l’intensità – riconosce Matteo, con sul volto tutta la delusione per questa bruciante sconfitta – Mi sentivo moscio, poco adrenalinico, una situazione che quando hai cinquanta partite alle spalle è più facile da gestire, ma meno in questa annata così strana, sulla terra, contro un avversario solido come lui. Ruud è un giocatore che mi dà fastidio, facendomi muovere e correre, specie quando riesce a comandare con il diritto. Però sono stato bravo nel terzo a reagire e a costruirmi le chance per vincere, purtroppo non le ho concretizzate. Ho una memoria fotografica delle mie partite e ci sono almeno un paio di punti che mi sono rimasti impressi, con retrogusto amaro: il dritto fuori di poco sul 5-4 30-30 e quell’altro uscito per pochi centimetri sul 5 a 3 nel tie-break conclusivo… Se ci fosse stato il pubblico? Sarebbe stato sicuramente diverso: più energia, più carica, magari anche io sarei potuto essere più teso…”.

BERRETTINI CONTROLLA IL PRIMO SET – E dire che l’azzurro aveva iniziato nel migliore dei modi, strappando subito la battuta allo scandinavo, al suo primo quarto di finale in un “1000”, break confermato anche se dovendo fronteggiare una chance per il contro-break. E anche sul 3-2 in suo favore Berrettini, con due ace consecutivi e un bel recupero di dritto, si è cavato d’impaccio da una situazione delicata cancellando una seconda occasione per il riaggancio. I tentativi di rallentare il ritmo, con palle molto arrotate e dalla traiettoria alta, di Ruud, che ha scelto di affidarsi alla Rafa Nadal Academy per la sua crescita, non sono sufficienti per arrestare il power tennis del romano. L’azzurro sul 5-3 ha mancato un set point (rovescio lungo linea fuori) ma nel game successivo è riuscito a incamerare la prima frazione in 54 minuti dopo aver comunque cancellato una pericolosa palla break che poteva rimettere tutto in discussione.

LA REAZIONE DEL NORVEGESE – In avvio di secondo set è stato il norvegese figlio d’arte (papà Christian negli anni Novanta è stato numero 39 Atp) a piazzare lo “strappo” (2-0) sfruttando un paio di errori di diritto del romano, passaggio a vuoto accompagnato dal “Mamma mia” di Matteo, in calo di reattività con le gambe. Vantaggio prezioso che Ruud ha saputo conservare: sul 2-5 Berrettini con un ace ha cancellato un primo set point, accorciando le distanze però non ha potuto poi impedire al rivale di pareggiare i conti e portare la sfida al terzo.

RUUD DI GHIACCIO: PRIMA SEMIFINALE IN UN “1000” – Set decisivo che si è aperto con un break dello scandinavo, che poi è stato bravo a salvare un’opportunità del contro-break immediato issandosi sul 2-0. Matteo è rimasto in scia, e lottando con il cuore si è ripreso lo “strappo” (3-3) per poi riportarsi finalmente avanti nel punteggio. L’azzurro ha tenuto con freddezza i successivi due turni di battuta, come pure lo scandinavo (Berrettini sul 30-30 è giunto a due punti dalla gloria), rendendo così necessario il “gioco decisivo” per dirimere la contesa. Un dirittone da applausi del romano è valso il mini-break del 2 a 0, con una risposta di rovescio a sancire il 4 a 2. Matteo si è portato 5 a 3, ma un dritto in corridoio di pochi centimetri ha ridato corpo alle speranze di Ruud, con due prime di servizio salito a match point, convertito grazie a un dritto in rete del romano. Suo malgrado, costretto a uscire dal campo a testa bassa, mentre il buon Casper liberava la sua gioia, quasi incredula. Altro che fantasmino…

“UN PO’ DI AMAREZZA MA FIERO DI QUESTO RISULTATO” – Avrebbe preferito farli più avanti, fra qualche giorno, ma per il romano è tempo di bilanci. “Non posso ritenermi soddisfatto dopo una sconfitta ai quarti per 7-6 al terzo, però sono fiero di quello che ho fatto: venivo dal cemento, ho dimostrato di sapermi adattare in fretta alla terra, ho giocato tre partite di buon livello. E’ diverso per me venire al Foro da top ten e non con una wild card, ma soprattutto non è scontato arrivare ai quarti: sarà bel ricordo, anche se velato da un po’ di amarezza. Il Centrale? Mi sarebbe piaciuto giocare lì, dopo due match mi ero abituato alle condizioni, come fondo è un po’ meglio del Pietrangeli, ma oggi abbiamo giocato su quel campo e ho perso. Non so se l’esito fosse stato differente, sono uno a cui non piace trovare alibi”, sottolinea Matteo, che al di là del rammarico a caldo non perde ottimismo in prospettiva futura. “Mi sento bene, non sono stanco dopo quasi tre ore di partita, avrei potuto disputare altri due set. Il livello si sta alzando, la strada è giusta – conclude Berrettini – e sono fiducioso anche in vista del Roland Garros”.

 

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