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Prevendita record, è caccia ai biglietti: il “raccomandato” non abita più qui

Questo contenuto è stato pubblicato 10 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Ingressi di favore? No, grazie.
Vi manda Picone? No, grazie.
Sono il figlio del fratello, sa, dell’Eccellenza…? No, grazie.
Anno nuovo, vita nuova alla Fit.

Chiamatela se volete, la «Rivoluzione del mese delle Rose» (con la erre maiuscola, intese cioè come le casalinghe di Voghera) o più semplicemente ritenetela per quello che è:  una forma di mercato come quella che caratterizza da sempre la più famosa marca di telefonini del mondo. Vuoi vedere le partite ? Paghi il biglietto.  Agli Internazionali di Roma numero 71, il popolo del tennis ha prevalso sui soliti noti. Roma, torneo aperto.

L’Illuminazione di dire basta, definitivamente, potrebbe essere venuta al presidente Binaghi allorchè ha ricevuto una mail. Firmata da una persona qualsiasi. Una donna qualunque. La signora Silvia si è rivolta con garbo e modestia (senza cioè il tono di pretesa di taluni habituees del favore) direttamente a lui, poco tempo fa. «So di avere poche possibilità, ma vorrei acquistare un biglietto per i quarti – ha scritto – non per me, sa, ma per una persona speciale».
Dolcezza, educazione, semplicità. Questo forse il mix che ha portato a dire e a pensare: cam-bia-men-to!

Non si tratta di uno sgarbo, sia chiaro. L’ondata di richieste di ingressi «per grazia ricevuta», infatti, diventa ogni anno più massiccia. Dilagante. Dapprima si è cercato di fare una cernita, la tendenza a «darsi una regolata» non è nuova sull’argomento. Ma quest’anno il fiume di richieste ha tracimato. Insostenibile: l’insostenibile pesantezza del raccomandato.

Lo sport è un veicolo popolare. Il tennis è da sempre regolato così. Scusi, vorrei giocare un’ora dalle nove alle dieci. Il gestore dei campi che fa? Prende il timone della giornata e ti dice. Quell’ora non c’è, se vuole dalle dieci alle undici. Da sempre va così, nei circoli. Ora il sistema ha raggiunto il torneo che da sempre rappresenta la carta d’identità del popolo italiano del tennis.

Vogliamo invece valutarla come operazione di marketing? E allora diciamo subito che i biglietti delle finali, di quarti di finale e delle semifinali, sono andati letteralmente a ruba, in ogni ordine di posti e che anche per gli altri giorni del torneo la prevendita sta andando oltre le migliori aspettative.
(A due giorni dal via, la prevendita ha fatto registrare un +8% rispetto alla prevendita dello scorso anno).

Noi insomma siamo per considerarla la più bella dichiarazione d’amore per lo sport che ci lega, rendendolo accessibile, nelle sue forme più importanti, anche al «tennista della strada». E’  un’operazione coerente con quei circoli che, ogni anno, raggiungono Roma da lontano, vengono a vivere l’atmosfera del villaggio, gruppi sempre molto numerosi che intendono far respirare l’aria dei maggiori interpreti del tennis ai bimbi delle scuole Sat.

Non solo:il presidente Binaghi ha deciso di tenere una scorta ridotta di biglietti per finali, semifinali e quarti del torneo, poco meno di un centinaio di tickets al giorno, che saranno messi in vendita solo alla vigilia degli eventi stessi. Ci aspettiamo una fila, modello Wimbledon, nei giorni cruciali!

Chiunque potrà così accaparrarsi il posto più esclusivo per la partita più importante.

 

 

 

 

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