Questo contenuto è stato pubblicato 10 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Non pensiate che Francesca si lasci andare all’entusiasmo. Per come è abituata a ragionare una campionessa, una vittoria è troppo poco per concedersi sorrisi trionfali. Un’ora dopo aver mandato in visibilio il Centrale del Foro Italico con la sua splendida vittoria su Eugenie Bouchard, la Schiavone si presenta in conferenza stampa con la faccia di chi ha ancora del lavoro da fare. “Ho vinto una partita, eh”, dice per smorzare gli entusiasmi, quasi a sminuire un’impresa che invece che è giusto definire tale. La Bouchard è un’avversaria troppo importante per non considerare quella di oggi la miglior vittoria della Schiavone dal Roland Garros dello stesso anno: “Effettivamente è da un po’ che non mi sentivo così bene in campo. Per me sentirmi così è vita, finalmente respiro”. Merito di un ambiente, quello che si è stretto attorno a lei nelle ultime settimane, che la sta facendo sentire più sicura e tranquilla: “Sono tornata a casa, finalmente, a prendere un po’ di coccole da mamma e papà. E poi Laura (Golarsa, il suo coach, ndr) è la prima da un po’ di tempo che mi fa sedere ad un tavolo a parlare del mio tennis. E’ un nuovo inizio, per me”.

La sensazione, guardandola contro la canadese, è stata proprio quella di una giocatrice ancora nel pieno delle proprie capacità. Soprattutto, un’interprete di un tennis quasi estinto. Eugenie è andata in crisi ad ogni variazione, perché giocatrice “fortissima” ma priva di un piano B: “Il tennis del futuro sarà basato sul timing, sul fisico, sulla costanza nel colpire al meglio la palla, sui servizi a 200 all’ora, su racchette sempre migliori. Ma continuerò ad amarlo, è il mio sport.”
Speriamo che sia davvero un nuovo inizio, per Francesca. Continuiamo a preferire il suo, di tennis.