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ROD LAVER A ROMA
Pietrangeli: “Sarà premiato con la Racchetta d’Oro”

Questo contenuto è stato pubblicato 7 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

ROMA – “Quest’anno agli Internazionali verrà Rod Laver, e se verrà anche il Presidente della Repubblica avremo fatto bingo”. Nicola Pietrangeli anticipa così alcuni degli ospiti prestigiosi che arriveranno a Roma in occasione della 74esima edizione del torneo, in programma dal 10 al 21 maggio al Parco del Foro Italico. Il campione australiano sarà infatti premiato con la Racchetta d’Oro il mese prossimo durante gli Internazionali BNL d’Italia. Il prestigioso riconoscimento – la cui organizzazione è gestita direttamente dalla Federazione Italiana Tennis – è diventato nel corso degli anni un premio sempre più ambito che viene attribuito ai più grandi campioni del passato.

Pietrangeli nel 1961 colse una grande vittoria proprio contro Laver nella finale degli Internazionali che si giocò a Torino in occasione del centenario dell’unita d’Italia. I due campionissimi sono tra i pochi viventi a cui è stato intitolato uno stadio: la Laver Arena a Melbourne e il Pietrangeli al Foro Italico. E proprio sul suo campo Nicola racconta un aneddoto: “Io di anni ne ho 83 quindi mi si permetta, essendo io la persona meno seria di questo tavolo, di raccontarvi una storiella molto corta del campo. L’allora presidente del Coni Gianni Petrucci, assieme ad Angelo Binaghi, mi dicono: guarda ti facciamo un regalo. Di soldi naturalmente non se ne parla! Siamo venuti qua, bella cosa, stupenda. Che meraviglia! E dico ingenuamente a Petrucci: scusa Gianni, perché non quello grande? E lui mi dice: il grande lo abbiamo appena fatto e possiamo buttarlo giù, questo invece è un monumento nazionale e quindi è anche più importante. Forse non tutti sanno che io sono l’unico che ha qualcosa a suo nome. In Italia la legge lo proibisce, non c’è una strada non c’è una fontana non c’è niente che porti il nome di un vivo. Quindi sopportatemi ancora per una decina di anni e poi vediamo. Allora il furbo che sono io dico a Gianni Petrucci: grazie il campo è molto bello. Effettivamente non perché porta il mio nome, ma più bello di quello al mondo non c’è. E lo dicono i giocatori stranieri. Allora io furbo dico: ma la statua? Allora si sono guardati Gianni e Angelo e si sono detti: la statua gliela diamo dopo. E gran finale, ho già chiesto che io vorrei che il mio funerale fosse sul campo. Non perché sia matto. Tanto un funerale bisogna farlo un giorno o l’altro, speriamo tardi. Sapete la ragione numero uno? Non ridete… E’ il parcheggio! Quando uno va a un funerale dice sempre: e mo la macchina dove la metto? E se piove non ho l’ombrello. E allora ho detto che deve essere almeno una bella giornata, perché sennò rimandiamo al giorno dopo”.

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